"Sosteniamo i diritti dei nostri dipendenti a scegliere". Lo afferma Apple in merito alla decisione della Corte Suprema sull'aborto. Anche l'azienda Patagonia e Meta sono sulla stessa linea. Per le grandi aziende americane, il divieto al diritto di aborto è un campo minato di regole. Molte hanno già dichiarato che si faranno carico delle spese di trasporto dei loro dipendenti nel caso fossero costretti a cambiare stato per ricevere assistenza, ma al momento non ci sono certezze chiare sulla legalità di spostarsi da uno stato all'altro. Il rischio è quello di alienarsi le autorità statali come accaduto a Walt Disney in Florida per essersi schierata con i diritti gay. Al momento quindi prevale la cautela offrendo sostegno ai dipendenti senza però assumere una posizione chiara.
Patagonia ha anche assicurato che pagherà la cauzione a tutti i suoi dipendenti che dovessero essere arrestati protestando pacificamente per l'aborto. Meta, proprietaria di Facebook e Instagram, ha annunciato che rimborserà le spese di viaggio, "nella misura consentita dalla legge, per le dipendenti che avranno bisogno di accedere all'assistenza sanitaria e ai servizi riproduttivi in un altro Stato".