Nessuna intenzione di mollare, da parte di Biden, nell'intervista esclusiva con il conduttore di ABC News George Stephanopoulos. Imprinting liberal, quello del “padrone di casa”, toni garbati; condizioni ideali per tentare di fugare le riserve emerse in modo prepotente dopo la debacle nel faccia a faccia di Atlanta. Obiettivo non completamente raggiunto, pare. Elusivo, il Presidente, sulle domande cruciali; nessun impegno a sottoporsi ad una valutazione neurologica indipendente. Si è piuttosto rifugiato nella propria comfort-zone comunicativa, definendo Trump “bugiardo patologico”; e sostenendo di essere arrivato al confronto esausto, e con un brutto raffreddore.
Ma quei momenti di incertezza che già avevano sconcertato l'opinione pubblica, anche questa volta parrebbero non essere mancati. Biden ha poi messo in dubbio i sondaggi impietosi di questi giorni; e ha cercato di minimizzare la crescente fronda Dem, che auspicherebbe un suo passo indietro. Così anche una robusta pattuglia di donatori liberal; e, stando a quanto riferisce Bloomberg, alcuni membri della NATO.
Si teme infatti che un'America a guida Trump non giovi ai rapporti transatlantici, con un possibile effetto domino sull'Ucraina. Anche alla luce dei sommovimenti politici europei. Le fragilità della Germania; il possibile nuovo corso a Parigi. Marine Le Pen ha promesso che con un eventuale premiership Bardella verrebbe revocato il permesso a Kiev di utilizzare armi francesi a lungo raggio per colpire la Russia.
Senza parlare dell'ostilità al paventato invio di truppe. Orban, ieri in visita da Putin, è come se avesse fiutato questa fase di incertezza nel blocco Occidentale. Ad uso e consumo interno, forse, la proposta di cessate il fuoco; respinta come prevedibile da entrambi i belligeranti. Ma è anche possibile che i viaggi prima a Kiev e poi a Mosca – in avvio del semestre di presidenza ungherese dell'UE – fossero finalizzati a mettere in luce quelle che a suo avviso sono le contraddizioni della leadership di Bruxelles sul tema della pace. Assicurandosi margini d'azione e centralità politica altrimenti preclusi.