In Vietnam il notevole tasso di crescita annuo ha portato notevoli cambiamenti, come l'incredibile numero di moto e scooter, divenuti quasi un nuovo simbolo del Paese.
Il Vietnam, tra Cina, Cambogia e Laos, uno dei pochi Stati socialisti al mondo, con una reale parità tra uomini e donne, teatro di numerosi e sanguinosi conflitti, i cui effetti sono tuttora visibili sulla popolazione, cresce rapidamente, dell'8% del Pil su base annua, abbattendo la povertà e favorendo l'aumento dei salari.
Meta turistica ambita e ben promossa, tanto che sorgono nuove attrazioni di gran richiamo. Crescita evidente anche dall'abnorme numero di mezzi di trasporto che in poco tempo hanno sostituito le classiche biciclette: su 90 milioni di abitanti in Vietnam, sono ormai almeno 37 milioni quelli che possiedono uno scooter. L'auto è ancora troppo cara e allora tutti sulle due ruote. In tre, in quattro, intere famiglie sui motorini, che creano chiasso e inquinamento. I trasporti pubblici sono scarsi, le metropolitane non esistono, e per le città in enorme espansione come Saigon, oggi Ho Chi Minh City, non c'è altra soluzione.
Senza regole di educazione stradale, per di più: qui i pedoni devono tollerare, rassegnati, che i bolidi sfreccino senza riguardo anche sui marciapiedi, perennemente occupati da scooter in sosta. Non esistono precedenze, per evitare scontri si suona il clacson, per segnalare la propria presenza: ma se tutti suonano contemporaneamente, vi sfidiamo a capire chi sta segnalando cosa. Senza contare gli enormi problemi per chi deve attraversare la strada. Troveranno altre soluzioni, i vietnamiti sono un popolo laborioso e pratico. Ma per il momento, dobbiamo decisamente rivedere e riconsiderare il nostro concetto di traffico.
Francesca Biliotti
Il Vietnam, tra Cina, Cambogia e Laos, uno dei pochi Stati socialisti al mondo, con una reale parità tra uomini e donne, teatro di numerosi e sanguinosi conflitti, i cui effetti sono tuttora visibili sulla popolazione, cresce rapidamente, dell'8% del Pil su base annua, abbattendo la povertà e favorendo l'aumento dei salari.
Meta turistica ambita e ben promossa, tanto che sorgono nuove attrazioni di gran richiamo. Crescita evidente anche dall'abnorme numero di mezzi di trasporto che in poco tempo hanno sostituito le classiche biciclette: su 90 milioni di abitanti in Vietnam, sono ormai almeno 37 milioni quelli che possiedono uno scooter. L'auto è ancora troppo cara e allora tutti sulle due ruote. In tre, in quattro, intere famiglie sui motorini, che creano chiasso e inquinamento. I trasporti pubblici sono scarsi, le metropolitane non esistono, e per le città in enorme espansione come Saigon, oggi Ho Chi Minh City, non c'è altra soluzione.
Senza regole di educazione stradale, per di più: qui i pedoni devono tollerare, rassegnati, che i bolidi sfreccino senza riguardo anche sui marciapiedi, perennemente occupati da scooter in sosta. Non esistono precedenze, per evitare scontri si suona il clacson, per segnalare la propria presenza: ma se tutti suonano contemporaneamente, vi sfidiamo a capire chi sta segnalando cosa. Senza contare gli enormi problemi per chi deve attraversare la strada. Troveranno altre soluzioni, i vietnamiti sono un popolo laborioso e pratico. Ma per il momento, dobbiamo decisamente rivedere e riconsiderare il nostro concetto di traffico.
Francesca Biliotti
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