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Zelensky: più forti “rispetto a due anni fa”. "Vinceremo!"

A Kiev i lavori del G7 a guida italiana, in occasione del secondo anniversario dell'invasione russa dell'Ucraina. Roma firma un accordo sulle garanzie di sicurezza al Paese aggredito

24 feb 2024

Le celebrazioni, oggi, nel luogo dove all'alba del conflitto il Cremlino giocò tutte le proprie carte per una rapida capitolazione ucraina. Ma l'assalto allo scalo di Hostomel si rivelò un azzardo per Mosca; impantanata a quel punto in una guerra dai tratti novecenteschi. La potenza evocativa di ciò che resta dell'aeroporto Antonov non è sfuggita al talento comunicativo di Zelensky; proprio qui ha dato il benvenuto a quei leader del G7 Giorgia Meloni in testa – che hanno deciso di essere fisicamente presenti a Kiev, nel secondo anniversario della guerra. “L'Ucraina è decisamente più forte rispetto a due anni fa”, ha tuonato il leader del Paese aggredito; “vinceremo”, ha assicurato.

Senonché molte cose sono cambiate rispetto al 24 febbraio dello scorso anno. Un Medio Oriente sprofondato nel caos, che drena risorse ed attenzioni a Washington; e non ultimo il fallimento della controffensiva sulla quale Kiev pare avesse puntato anche per ragioni politiche: affinché fra gli alleati non iniziasse a prevalere la “stanchezza” per un confronto così impattante a livello globale.

Sul campo – al netto dei rovesci nel Mar Nero - sono ora invece i russi ad avere l'iniziativa; potendo contare su una superiorità numerica di truppe – e soprattutto munizionamento -, che ha portato infine al collasso delle difese di Avdiivka: città fortezza che pareva inespugnabile.

Oggi a Mosca notizie di arresti durante una protesta delle mogli dei soldati; riportata anche la consegna del corpo di Navalny alla madre. Nulla si sa invece dei funerali; né della possibile ricaduta della vicenda sul consenso intorno a Putin. Ma il Paese nel complesso pare ormai “settato” sulla prospettiva di una guerra di lunga durata.

Mentre nel frattempo sarebbe cambiato il clima in Ucraina; dove si registrano episodi di resistenza alla mobilitazione, senza contare i malumori per l'avvicendamento di un personaggio popolare come il generale Zaluzhny. Ma soprattutto pesa lo stallo del Congresso americano sul maxi-pacchetto d'aiuti voluto da Biden. Impasse che agita i decisori di Kiev; ed ovviata forse solo parzialmente dal rinnovato impegno delle cancellerie europee. L'Italia si è oggi aggiunta ad altri Paesi che avevano già firmato accordi per fornire garanzie di sicurezza all'Ucraina.





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