L'escalation come destino apparentemente ineluttabile di questa crisi; tra linee rosse sistematicamente violate, e toni sempre più definitivi dei leader coinvolti. uova “fuga in avanti” di Zelensky; evidentemente galvanizzato dal recente tour nel Vecchio Continente. E convinto che il proprio Paese sia in grado di diventare membro a pieno titolo dell'UE tra due anni. Potenzialmente un fattore dirimente – ad un eventuale tavolo delle trattative - il concretizzarsi del sogno europeo. Ma “negoziato”, per ora, è termine tabù a Kiev. “Sono fuori discussione”, ha tuonato il consigliere presidenziale Podolyak. Irricevibile l'apertura a futuri colloqui ribadita anche oggi dal Ministero degli Esteri russo; poiché basata “sulla realtà esistente”.
Mentre i decisori ucraini pare diano per scontata la liberazione di ogni centimetro di territorio, confidando nelle armi pesanti in arrivo dall'Occidente. “Credo che dopo la vittoria - ha rilanciato Zelensky - saremo nella NATO”. Ovvero l'incubo strategico per eccellenza del Cremlino; che pure in questa fase ha l'iniziativa sui campi di battaglia del Donbass. In progressivo deterioramento la situazione per i difensori di Bakhmut: ormai assediata su 3 lati. Rumors inoltre di un imminente attacco russo su vasta scala, forse più a nord. Scettica, sul punto, l'intelligence di Kiev, che parla di risorse non sufficienti. Anche se i massicci strike delle scorse ore, sulle infrastrutture energetiche ucraine, parrebbero il prologo di un'offensiva. Non solo effetti pesanti per la popolazione; secondo le Forze Armate di Mosca, infatti, l'obiettivo era la paralisi dei trasporti, per impedire il dispiegamento al fronte di armi e truppe. Un missile avrebbe tuttavia sorvolato la Moldavia; Kiev aveva anche parlato della violazione dello spazio aereo di un Paese NATO, la Romania. Pronta la smentita di Bucarest. Al momento l'Alleanza Atlantica non pare intenzionata a farsi coinvolgere in un confronto diretto con Mosca. Ma la linea è sempre più sottile; e con il protrarsi del conflitto crescono le possibilità di un incidente che faccia precipitare la situazione.