Simone Celli, segretario del Partito Socialista Riformista, mette in guardia da una crisi di sistema e lancia un appello a tutti i socialisti affinché si uniscano. Pur non pronunciando la parola “Costituente”, fa riferimento ad un progetto che riporti il movimento socialista ad essere protagonista della scena politica. Invito raccolto dal Segretario del Psd, che vuole si superino quei personalismi che hanno provocato la frammentazione. Unire, piuttosto che dividere è il credo di Gerardo Giovagnoli, soprattutto in momenti di crisi. Lo bacchetta Francesca Michelotti di Sinistra Unita. “Nel pericolo – dice – abbiamo il dovere storico di unirci tutti, al di là delle targhe, dell’opportunismo e dell’interesse dei partiti. E non lo dico – precisa – perché Su non rientra nei vostri progetti”. Invita inoltre a riscoprire la storia, ad imparare dalle sue cose migliori, e a porsi la domanda: come trattiamo oggi i frontalieri? Le risponde Erik Casali di Nps, ricordandole i dirigenti italiani strapagati. Poi quel sogno del partito socialista che torna, e che fa sperare Casali in un prossimo 28 luglio tutti con lo stesso simbolo, magari nel nome di Pertini. Tutti guardano al rigore morale e al senso dello Stato di Sandro Pertini. Lo fa Gabriele Gattei di Noi Sammarinesi che invita la politica a prenderlo da esempio. “La politica deve guardare al cuore dei problemi e Pertini lo faceva”, commenta Marco Podeschi degli Upr. Per Angela Venturini dell’Unione Moderati, rappresentava l’anima bella dell’Italia. E c’è chi - come Monica Bollini dei Sammarinesi per la Libertà – mette in guardia dai rischi di altre forme di dittature striscianti, impercettibili ma non meno pericolose. “Attenzione – avverte – a certe politiche economiche”. Celebrare il 28 luglio significa ricordare chi ha lottato a rischio della propria vita. La memoria è insegnamento per i giovani, dice Francesco Ugolini della Dc, che richiama ad uno sviluppo non solo economico, ma anche solidale. Dopo i politici è toccato all' Associazione sammarinese partigiani ricordare la fine del fascismo.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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