I lavoratori frontalieri hanno certamente buone ragioni per sentirsi colpiti perché le cifre che li riguardano non sono trascurabili. Ma non hanno ragione di prendersela con il governo dello Stato che li ospita. Così Alleanza Popolare che aggiunge: i problemi di debito pubblico sono il frutto di scelte scellerate di un ministro italiano che, per altro, non tratta bene i frontalieri neppure su altre questioni come la soppressione dello sgravio di 8.000 euro di cui godevano in passato. Ap si dice sorpresa dall’accanimento con il quale i frontalieri si scagliano contro il governo sammarinese e accusa i sindacati di aver esasperato situazioni e comportamenti. L’indignazione, afferma, andrebbe rivolta contro il governo italiano, chiedendo con forza e con rabbia una intesa con San Marino. Insieme alle tasse che hanno colpito solo i residenti, aggiunge Ap, era ragionevole che anche i frontalieri contribuissero ad aiutare il Paese che offre loro lavoro e reddito. Trattamenti differenziati, sottolinea Ap, esistono anche in altre realtà per cui è demagogico scandalizzarsi e denunciare che saremmo di fronte ad atti discriminatori o addirittura di rappresaglia nei confronti di un altro Stato. La sentenza del Collegio Garante, sottolinea, è di una chiarezza esemplare. Il provvedimento, ripete Ap, è necessario e vale oltre 10 milioni di euro che i frontalieri dovrebbero recuperare con un rimborso integrale durante la dichiarazione dei redditi in Italia se il governo italiano si preoccupasse di loro invece di fregarsene e di abbandonarli al loro destino. E proprio perché ci sono in ballo milioni di euro, conclude Ap, non è possibile prevedere l’abrogazione dell’articolo 56 della finanziaria - come chiedono sindacati, anis e partiti di opposizione - senza che i lavoratori residenti pubblici e privati, si facciano carico di ciò che ai frontalieri verrebbe risparmiato.
Sonia Tura
Sonia Tura
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