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Attendono la magistratura? Partiti IN-credibili

22 set 2014
Attendono la magistratura? Partiti IN-credibili
Attendono la magistratura? Partiti IN-credibili
Perché in un Paese così piccolo la politica non riesce a fare pulizia del marcio da sé, ma c’è bisogno che arrivi la magistratura con degli arresti a rompere il muro di veti incrociati?
Quando si parla di rinnovamento, quando si parla di pulizia e di guardare avanti questa è la domanda che bisogna porsi.
E’ fuori da ogni dubbio, per ogni cittadino dotato di senno, che la torre incancrenita di corruzione e clientelismo che le indagini della magistratura stanno concretizzando attorno alla vicenda Conto Mazzini, non poteva essere gestita da pochi capri espiatori come Fiorenzo Stolfi e Claudio Podeschi. Sicuramente almeno non poteva essere gestita all’oscuro dei Partiti di riferimento e dei loro vertici, tanto più perché pare che proprio i partiti abbiano goduto sia dei voti che di parte delle tangenti, frutto dell’Associazione a delinquere.
Eppure oggi tutti si dicono sorpresi.
Sorpresa comune, ancora inespressa ma arriverà, eccome se arriverà, anche sul comportamento dei vertici di Banca Centrale coinvolti, a quanto pare, assieme a uomini politici di primo piano tutt’ora in carica e società riconducibili a Claudio Podeschi, in trattative per la compravendita di Istituti Bancari salvati con soldi pubblici. Un coinvolgimento che ha comportato sequestri di documentazione in Via del Voltone nonché la convocazione degli stessi vertici dalla Magistratura e che avrebbe perlomeno dovuto portare per motivi di opportunità all'allontanamento di Antonio Gumina, ex appartenente di spicco di quei vertici, che invece ancora viene pagato lautamente con soldi pubblici in quanto consulente della Segreteria alle Finanze.
Segreteria che si è tra l’altro scordata di nominare tali trattative nella risposta ad un’interpellanza mirata, firmata dai Consiglieri Santolini, Lazzari e Ciavatta.
Nessuna delle vicende citate, a cui potremmo affiancarne molte altre fra cui l’Affare Delta e la cosiddetta tangente Sopaf, su cui sta indagando una Commissione d’Inchiesta voluta fortemente da Civico10, RETE e Sinistra Unita, ha portato ad una presa di posizione forte di quella parte di politica coinvolta. Mai un allontanamento, mai una censura netta, se non dopo gli ormai famosi arresti. Perché, vi chiederete?
Perché lo sport più praticato dalla politica sammarinese è il giro attorno alle parole, l’equivoco. Ogni volta che si parla di questione morale si alzano le mani al grido di “dobbiamo essere garantisti!”, tacciando di estremismo quelli che chiedono alle istituzioni di anticipare la magistratura per far si che, dimostrando di avere gli anticorpi per rigettare autonomamente un certo modo di intendere l’attività politica, queste tornino ad avere agli occhi dei cittadini un po’ di credibilità.
Ci sono responsabilità penali da verificare, che spettano ai Magistrati, e c’è una cosa che si chiama opportunità politica, che spetta alle Istituzioni politiche, nel nominare o mantenere al loro posto all’interno delle Istituzioni e della Pubblica Amministrazione persone coinvolte in inchieste su fatti che gettano discredito sull'intera Repubblica e sui suoi cittadini.
Non si potrà mai parlare di rinnovata credibilità delle istituzioni, finché la politica non sarà capace di dimostrare con i fatti di aver capito questa basilare distinzione.
E sicuramente questo Governo non l’ha ancora capito, o più probabilmente non ha la possibilità di farlo.

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