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Banca Centrale, prime reazioni delle forze politiche

30 mar 2012
Banca Centrale, prime reazioni delle forze politiche
Banca Centrale, prime reazioni delle forze politiche
Nella nuova polemica su Banca Centrale le opposizioni ci leggono la conferma delle loro critiche, la maggioranza ritiene invece siano colpi di coda di un sistema non abituato ai controlli. Il Segretario del PSD, Gerardo Giovagnoli, si dice preoccupato per la perdita di credibilità e lamenta l'assenza di un piano di sviluppo per il settore, ricorda la bocciatura dell'ordine del giorno presentato dal governo e richiama l'esecutivo a presentare un progetto “di cui – dichiara – siamo orfani da troppo tempo”. Dello stesso parere il Segretario del Partito Socialista Riformista, Simone Celli, per il quale l'ultima vicenda non fa che deteriorare immagine e autorevolezza di Banca Centrale. “Nessuno si sogna di frenare il percorso verso la trasparenza e la lotta all'illegalità – dichiara - non sono accettabili le reprimende di chi dice che si vuole difendere il malaffare”. Un ennesimo pasticcio per il Capogruppo dell'UPR, Giovanni Lonfernini. “Qui – dichiara - non si tratta di una polemica di carattere partitico, ma stiamo assistendo ad un vespaio di posizioni che va chiarito. Sarebbe bene – conclude - che il Governo avesse la creanza e il buon gusto di chiarire di fronte al Consiglio Grande e Generale la realtà delle cose”. Ivan Foschi, capogruppo di Sinistra Unita, rinnova la richiesta di dimissioni per i vertici di Banca Centrale. Si dice non sorpreso per la difesa ad oltranza da parte del Segretario alle Finanze e del Governo. “E' una situazione cristallizzata – afferma – attorno ad un gruppo di potere. La testimonianza di Francioni – conclude - non può essere sottovalutata”. Diversa l'opinione del Coordinatore di Alleanza Popolare, Stefano Palmieri. “Ho l'impressione – dichiara – si stia alzando un polverone nel momento in cui si stanno facendo ispezioni. Probabilmente si sono toccati poter forti che si difendono mettendo in discussione l'autorevolezza dei vertici di banca centrale, che devono essere lasciati lavorare in tranquillità. Come 5 anni fa pensavo che non tutto andasse bene – conclude - oggi penso che non tutto vada male”. Gian Nicola Berti, della lista Noi Sammarinesi, parla di un Paese non abituato ai controlli: “questo – afferma – finisce per innescare reazioni scomposte, dove si confondono prerogative e poteri di Banca Centrale, con quelli della divisione di vigilanza”. “Francioni – conclude – è uno stimato professionista ma ritengo ci siano organi per accertare eventuali abusi”.

Sergio Barducci

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