Silvio Berlusconi punta su Angelino Alfano per il rilancio del Pdl dopo la sventola delle amministrative, ma nel partito del presidente del Consiglio le acque restano agitate anche dopo la nomina del primo nuovo segretario. Certo, l'ormai quasi ex ministro della Giustizia ha teoricamente un mandato forte, che dovrà essere convalidato dal Consiglio nazionale dei prossimi giorni. Ma Alfano deve fare i conti con i tre coordinatori che Berlusconi comunque non ha licenziato e che restano al loro posto, solo formalmente subordinati al nuovo segretario. Lo testimonia l'affrettarsi di Ignazio La Russa ad accreditassi come uno degli sponsor decisivi di Alfano per il nuovo incarico. Una debolezza segnalata dai dipietristi, secondo cui Alfano è solo una foglia di fico rispetto ai problemi del principale partito di maggioranza. Un partito nel quale emerge ormai allo scoprerto il ruolo delle correnti, da quella degli ex An a quella che fa capo a Claudio Scajola. Nel frattempo Berlusconi si prepara alla verifica parlamentare per il suo governo, in calendario alla Camera ed al Senato due settimane dopo i referendum. Il premier, che alla parata della festa della Repubblica ha avuto applausi e fischi dalla gente, si dice sicuro di poter continuare a governare con la sua maggioranza fino al termine della legislatura. Ma deve fare i conti con la sostituzione di Alfano al ministero della Giustizia: il Cavaliere punterebbe su Maurizio Lupi, ma il sindaco di Roma Alemanno candida l'ex An Mantovano mentre la Lega vorrebbe il posto di guardasigilli per il suo Roberto Castelli. L'opposizione invita gli italiani a votare ai referendum, che individua come il momento per la vera spallata al governo. "Non c'è più una maggioranza, c'è solo un teatrino", incalza Bersani. Nel frattempo, Umberto Bossi tace da due giorni. Il senatur starebbe lavorando al discorso per il raduno di Pontida. Da lì potrebbe porre nuove condizioni a Berlusconi.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
Riproduzione riservata ©