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Black list: il Psd presenta un progetto di legge per lo scambio di informazioni con l'Italia

19 mag 2010
Black list: il Psd presenta un progetto di legge per lo scambio di informazioni con l'Italia
Black list: il Psd presenta un progetto di legge per lo scambio di informazioni con l'Italia
Nel 2011 le aziende italiane con partecipazioni estere in paesi con carico fiscale inferiore al 50% di quello previsto da Roma, dovranno versare le tasse anche in Italia. "E’ una misura, effetto di un decreto del novembre 2009 che - sottolinea il consiliere Giuseppe Morganti - potrebbe colpire molte attività presenti in Repubblica". Un’altra mazzata dopo la black list da cui San Marino non uscirà, secondo il Psd, con le misure presentate dal Governo. “Il cosiddetto pacchetto trasparenza – commenta il segretario Gerarardo Giovagnoli – è una condizione necessaria ma non sufficiente”. Il Partito dei Socialisti e dei Democratici ha quindi redatto e consegnato alla Segreteria Istituzionale un suo progetto di legge su un altro tema considerato imprescindibile e cioè lo scambio di informazioni. “Il fatto stesso che il Governo pensi ad un “Piano B” – aggiunge Giovagnoli - significa che si è reso conto che il “Piano A” è fallito”. La presidente Denise Bronzetti lamenta la mancata apertura di un tavolo permanente di confronto tra esecutivo e opposizioni da cui potrebbe scaturire una sorta di percorso condiviso per ristabilire corrette relazioni bilaterali con Roma. “Non hanno capito cosa si deve fare e il Psd – ha affermato - non accetta lezioni di trasparenza da nessuno”. “La nuova legge sull’anonimato societario – afferma Fiorenzo Stolfi – è un escamotage per non dare i nomi dei soci. E la norma contro la falsa fatturazione, di fatto, c’era già”. “Dovremmo invece essere più trasparenti di quello che ci chiedono di essere”. Per Stolfi San Marino deve dare segnali diversi all’Italia, sulla reale volontà di cambiamento del Governo. Tre i casi citati: la nomina del coordinatore del dipartimento di Polizia – intesa come una forma di controllo ulteriore sul comandante della gendarmeria -; le dimissioni forzate e la successiva rivoluzione dei vertici di Banca Centrale “perché stavano effettuando controlli troppo rigorosi”; la nomina governativa e quindi la scarsa autonoma della dirigenza dell’Ufficio di Collegamento e controllo delle attività economiche.

Luca Salvatori

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