E' scontro a distanza tra Federico Pedini Amati e il capogruppo di NPR Gian Nicola Berti in merito alle dichiarazioni del Segretario rilasciate a La Serenissima in cui parla del fallimento della lista “Noi Per la Repubblica”, Lista che – afferma Berti - gli ha sempre mostrato rispetto, sostegno e che si compiace per il suo impegno nella segreteria al Turismo. Ruolo che ricopre – ricorda il capogruppo - anche grazie ai voti di Noi Sammarinesi e dei Consiglieri Mancini e Simoncini. “Non mi risulta che, ad oggi, il Segretario sia da considerarsi in quota ad altre liste o movimenti politici collocati al di fuori del perimetro della maggioranza”. Ritiene sia opportuno "comprendere se il PSD e il Segretario di Stato Belluzzi siano, o meno, dello stesso avviso. Lo stesso dicasi per gli altri che siedono in Consiglio quali esponenti di Noi per la Repubblica, ma provengono dal PSD e sono entrati in Consiglio in sostituzione di coloro che il nostro gruppo aveva deputato a svolgere il ruolo di nostri rappresentanti nel Congresso di Stato.
Certamente mi muoverò – scrive Berti - in qualità del mio ruolo di capogruppo, cercando di approfondire il perimetro di questa novità, nella consapevolezza che in questi casi il silenzio costituirebbe assenso". Al Segretario Pedini Amati – conclude - "lasciamo la ribalta ed il palcoscenico libero, perché possa sperticarsi in tutte le capriole politiche che vuole se non addirittura tentare il salto del “ faquaglione” verso Libera".
La risposta di Pedini Amati non si è fatta attendere. “Mi fa piacere l'attivazione tempestiva del capogruppo, cosa che non ha fatto quando ha creato un nuovo soggetto con Mis e i consiglieri fuoriusciti dal Ps. Operazione compiuta – rimarca Pedini Amati - senza la condivisione del Psd di cui faccio parte e senza informare la maggioranza”. Il Segretario spiega di aver solo preso atto di una situazione accaduta e della volontà di qualcuno di far partire la campagna elettorale. “Non voglio alimentare polemiche – chiarisce – ma occorre assumersi la responsabilità delle proprie azioni e farsi un esame di coscienza. Non ho deciso né io né il Psd che NPR fallisse come progetto, ma tutti gli altri, vale a dire i consiglieri del Ps fuoriusciti e poi l'unione dei 5, a cui faccio gli auguri. Non intendo la politica come un pullman”. Infine, il richiamo alle responsabilità, rimarcando come l'operazione con Mis abbia creato turbolenza nella maggioranza proprio nell'anno in cui si va verso l'accordo di associazione all'Unione Europea.
“Forse – chiosa – c'è la volontà di non far chiudere l'intesa”. Infine, sul dialogo con forze politiche di opposizione. “Così come Berti ha aperto il dialogo con Mis, forza di opposizione, non vedo perché altri non possano farlo”.