Il governo di Theresa May deve consultare il Parlamento prima di avviare ufficialmente il negoziato con Bruxelles per l’uscita dall’Unione Europea: il verdetto della Corte Suprema britannica, ultima istanza di giudizio, complica il cammino verso la Brexit. 8 giudici a favore e 3 contrari , la parola fine è stata scritta dagli undici membri chiamati nel mese di dicembre a riunirsi in via eccezionale a
collegio completo, che hanno disposto in via definitiva che la notifica dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona per l’avvio dei negoziati con l’Ue per la Brexit dovrà essere autorizzato da un voto del Parlamento britannico. Il verdetto conferma quello di primo grado dell'alta corte e dà torto al governo May, che incassa dichiarandosi deluso dall'esito della controversia legale ma annunciando che rispetterà il verdetto. Che peraltro, è stato sottolineato non mette in discussione il referendum, tanto che alle Camere è stata presentata una legge ad hoc per l’avvio alle procedure di divorzio dall’Ue. Insomma il voto odierno cambia nulla, anche perchè il governo non avrà l’obbligo di consultare i parlamenti di Galles, Irlanda del Nord e Scozia. Il coinvolgimento dei tre parlamentini poteva rischiare di trasformarsi in una trappola politica, in quanto le tre regioni sono contrarie all’uscita dall’Ue.
collegio completo, che hanno disposto in via definitiva che la notifica dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona per l’avvio dei negoziati con l’Ue per la Brexit dovrà essere autorizzato da un voto del Parlamento britannico. Il verdetto conferma quello di primo grado dell'alta corte e dà torto al governo May, che incassa dichiarandosi deluso dall'esito della controversia legale ma annunciando che rispetterà il verdetto. Che peraltro, è stato sottolineato non mette in discussione il referendum, tanto che alle Camere è stata presentata una legge ad hoc per l’avvio alle procedure di divorzio dall’Ue. Insomma il voto odierno cambia nulla, anche perchè il governo non avrà l’obbligo di consultare i parlamenti di Galles, Irlanda del Nord e Scozia. Il coinvolgimento dei tre parlamentini poteva rischiare di trasformarsi in una trappola politica, in quanto le tre regioni sono contrarie all’uscita dall’Ue.
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