Dal comunicato congiunto di Civico10, Rete, Sinistra Unita, Sottomarino e Vedo Sento Parlo e Partecipo di giugno 2013: Lo scopo principale dell’IFP (Istituto Finanziario Pubblico) è quello di trovare ad ogni costo soldi per continuare a foraggiare una spesa corrente ancora non toccata in maniera numericamente consistente da tagli che sarebbero dovuti essere stati fatti all’inizio della crisi. I soldi stanno finendo, ma per non pestare i piedi ai poteri forti di questo paese, si preferirà ipotecare e svendere i beni dello Stato. Il progetto di legge di creazione dell’IFP era stato apparentemente bloccato, al tempo, grazie ad una serie di iniziative, fra cui un flash mob molto mediatico e una raccolta firme, impedendo la svendita dei beni dello Stato, proseguendo la battaglia partita nel 2010 con il referendum contro l’alienazione dei terreni pubblici. La tentazione di recuperare soldi senza il bisogno di manovre impopolari, però, è troppo forte per un governo che vive alla giornata.
Ecco quindi che oggi prende corpo, con un Decreto Delegato immediatamente esecutivo dopo l’approvazione, lo statuto della “San Marino International Airport” Spa, società che gestirà le aree sammarinesi dello scalo aeroportuale di Rimini. Dicevamo, nuova dicitura “SMIA”, stessi obiettivi.
Nello statuto, che sarà portato in ratifica al Consiglio Grande e Generale nella prossima seduta consiliare, è stata infatti inserita nell’oggetto sociale una sezione sul “Capitale sociale” (art.4 comma 6) che lascia molti dubbi, in quanto prevede che questo possa essere costituito “anche mediante conferimento dei beni mobili ed immobili di proprietà dell’Eccellentissima Camera”.
Nasce un nuovo IFP.
Vi chiederete: quale motivazione può esserci dietro al conferimento di beni mobili ed immobili ad una società la cui attività principale è promuovere e incrementare ogni attività di volo, nonché promuovere e adottare ogni opportuna iniziativa per lo sviluppo dei trasporti e dei collegamenti con la Repubblica di San Marino?
E’ presto detto: al comma 8 del medesimo articolo si prevede, infatti, la possibilità per la SMIA, di “emettere obbligazioni a norma di Legge le cui condizioni di emissione sono determinate dall’Assemblea Straordinaria”.
Non cambia veramente nulla rispetto al principio degenerante dell’IFP, se non il nome. Rimane costante la volontà del Governo di ipotecare i beni dello Stato, mettendoli a garanzia di obbligazioni, creando così debito. Debito che si ripercuoterà sui Cittadini poiché “indiretti” proprietari degli stessi beni.
Ancora: lo statuto prevede anche la possibilità, da parte dell’Assemblea Straordinaria di SMIA, di “vendita a terzi di beni immobili di proprietà? della SMIA solo a seguito dell’esercizio di diritto di prelazione da parte della Ecc.ma Camera…”. Questo, l’IFP, non lo poteva fare.
Ciliegina sulla torta: “In un momento successivo alla costituzione è consentito l’acquisto di azioni da parte degli Istituti di Credito, enti statali e società partecipate […] In ogni caso la partecipazione di detti soggetti non potrà superare il 48% del capitale sociale”.
Quindi: una società partecipata potenzialmente anche da Banche private potrà ipotecare, nonché vendere, beni immobili di proprietà di tutti i cittadini. Vi siete chiesti cosa c’entra tutto questo con la gestione di un aeroporto? Bene, anche noi.
Siamo pronti a mobilitarci nuovamente per compiere ogni iniziativa necessaria al fine di chiedere il ritiro di questo Decreto, lo ricordiamo immediatamente attuativo dopo l’approvazione, così come scritto. Nessun provvedimento legislativo dovrà andare ad intaccare i beni pubblici, proprietà di tutti i cittadini di oggi, ma soprattutto ancora di salvataggio di quelli di domani, tantomeno lo dovrà fare al fine di fare debito per colmare le lacune di un bilancio ancora in deficit dopo sei anni dall’inizio della crisi economica.
Comunicato stampa C10-SU-RETE-S8
Ecco quindi che oggi prende corpo, con un Decreto Delegato immediatamente esecutivo dopo l’approvazione, lo statuto della “San Marino International Airport” Spa, società che gestirà le aree sammarinesi dello scalo aeroportuale di Rimini. Dicevamo, nuova dicitura “SMIA”, stessi obiettivi.
Nello statuto, che sarà portato in ratifica al Consiglio Grande e Generale nella prossima seduta consiliare, è stata infatti inserita nell’oggetto sociale una sezione sul “Capitale sociale” (art.4 comma 6) che lascia molti dubbi, in quanto prevede che questo possa essere costituito “anche mediante conferimento dei beni mobili ed immobili di proprietà dell’Eccellentissima Camera”.
Nasce un nuovo IFP.
Vi chiederete: quale motivazione può esserci dietro al conferimento di beni mobili ed immobili ad una società la cui attività principale è promuovere e incrementare ogni attività di volo, nonché promuovere e adottare ogni opportuna iniziativa per lo sviluppo dei trasporti e dei collegamenti con la Repubblica di San Marino?
E’ presto detto: al comma 8 del medesimo articolo si prevede, infatti, la possibilità per la SMIA, di “emettere obbligazioni a norma di Legge le cui condizioni di emissione sono determinate dall’Assemblea Straordinaria”.
Non cambia veramente nulla rispetto al principio degenerante dell’IFP, se non il nome. Rimane costante la volontà del Governo di ipotecare i beni dello Stato, mettendoli a garanzia di obbligazioni, creando così debito. Debito che si ripercuoterà sui Cittadini poiché “indiretti” proprietari degli stessi beni.
Ancora: lo statuto prevede anche la possibilità, da parte dell’Assemblea Straordinaria di SMIA, di “vendita a terzi di beni immobili di proprietà? della SMIA solo a seguito dell’esercizio di diritto di prelazione da parte della Ecc.ma Camera…”. Questo, l’IFP, non lo poteva fare.
Ciliegina sulla torta: “In un momento successivo alla costituzione è consentito l’acquisto di azioni da parte degli Istituti di Credito, enti statali e società partecipate […] In ogni caso la partecipazione di detti soggetti non potrà superare il 48% del capitale sociale”.
Quindi: una società partecipata potenzialmente anche da Banche private potrà ipotecare, nonché vendere, beni immobili di proprietà di tutti i cittadini. Vi siete chiesti cosa c’entra tutto questo con la gestione di un aeroporto? Bene, anche noi.
Siamo pronti a mobilitarci nuovamente per compiere ogni iniziativa necessaria al fine di chiedere il ritiro di questo Decreto, lo ricordiamo immediatamente attuativo dopo l’approvazione, così come scritto. Nessun provvedimento legislativo dovrà andare ad intaccare i beni pubblici, proprietà di tutti i cittadini di oggi, ma soprattutto ancora di salvataggio di quelli di domani, tantomeno lo dovrà fare al fine di fare debito per colmare le lacune di un bilancio ancora in deficit dopo sei anni dall’inizio della crisi economica.
Comunicato stampa C10-SU-RETE-S8
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