Nelle vicende giudiziarie che vedono coinvolto il premier, “c'è una violazione della privacy che può essere portata anche dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo”. Così il ministro degli esteri, all’indomani della dichiarazione di Berlusconi che aveva espresso la volontà di fare causa allo Stato. Dure le reazioni dell’opposizione. Franceschini – del Pd – ha parlato di denuncia che “fa ridere i polli”. “Boutade per boutade – ha aggiunto il finiano Lo Presti -, se il presidente del Consiglio intende far causa allo Stato, allora anche i cittadini hanno diritto di fargli causa”. Toni accesi anche tra maggioranza e organi giudiziari. “La magistratura – ha affermato il vicepresidente del CSM, Vietti – non coltiva finalità eversive, ma svolge una funzione silenziosa di applicazione delle regole”. E pure il presidente della Consulta De Siervo ha respinto sdegnato le accuse di partigianeria. La replica dell’Esecutivo per bocca di Frattini, che ha rivendicato il diritto di criticare politicamente le decisioni dell’Organismo. Intanto il capogruppo Pdl alla Camera Cicchitto annuncia una retromarcia del Governo su un possibile decreto relativo alle intercettazioni. Proseguono, infine, le critiche di Fini all’Esecutivo. “La ricreazione è finita – ha detto il Presidente della Camera – non ci sono più scuse per la politica del giorno per giorno, della rissa permanente”. Reazione piccata di Sandro Bondi. Secondo il coordinatore del Pdl Fini “prima ostacola le riforme, poi accusa l’esecutivo”.
Gianmarco Morosini
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