Occhi puntati sulla convocazione - lunedì prossimo, 22 ottobre - del Comitato per il Credito e il Risparmio, allargato ad un rappresentante di ogni gruppo consiliare e alla presenza di Banca Centrale. A ridosso di decisioni importanti che dovrà prendere la Commissione Finanze sulla vendita degli Npl Delta, cattura l'attenzione l'apertura, per la prima volta, anche alle opposizioni. “Pensiamo che questo possa rappresentare un momento di approfondimento e di chiarimento per tutti – commenta il Segretario di Stato per le Finanze ad interim, Guerrino Zanotti – per poter acquisire informazioni di interesse comune. Nell'occasione – spiega – il ruolo di Banca Centrale sarà di supporto tecnico per fornire un quadro della situazione offrendo al contempo elementi utili ai prossimi passaggi”. Dal Governo dunque una mano tesa, “non per elemosinare un sostegno, le decisioni vanno comunque prese – tiene a chiarire infine Zanotti - ma per confermare una apertura al dialogo, superare - se possibile - le divisioni e abbassare i toni su temi che sono cruciali in primis per il Paese e non per la vita dell'Esecutivo”.
Per Matteo Ciacci (Civico 10), la convocazione del CCR in questi termini rappresenta “un bel messaggio”, un tentativo di condivisione che risponde all'esigenza di massima trasparenza vista la sistemicità e la delicatezza della scelta da compiere nei prossimi giorni, “che è prevalentemente tecnica ma sulla quale la politica ha comunque un ruolo”.
Al di là del gesto di distensione, Matteo Zeppa di Rete resta dubbioso: “Evidentemente sono in difficoltà, – dice -, i dati reali li ha visti solo il CCR, magari qualcosa non gli torna. Da tempo – aggiunge - sosteniamo la necessità di un approfondimento, e probabilmente lo dicevamo a ragion veduta”. Ricorda infine "come DiM avesse già fatto proposte e presentato emendamenti per aprire il CCR ad un membro dell'opposizione, puntualmente bocciati però dalla maggioranza”. “Se ci avessero ascoltati, - chiosa - forse si sarebbe potuto evitare tutto questo”.
Guardinga anche la Dc che la considera una apertura tardiva: “E' oltre un anno – afferma Stefano Canti – che diciamo al Governo di fermarsi e di condividere le scelte. Non si può governare il presente – conclude - senza riconoscere che i problemi sono stati generati negli ultimi due anni. Non si può continuare ad imputare la responsabilità solo al passato”.
Per Matteo Ciacci (Civico 10), la convocazione del CCR in questi termini rappresenta “un bel messaggio”, un tentativo di condivisione che risponde all'esigenza di massima trasparenza vista la sistemicità e la delicatezza della scelta da compiere nei prossimi giorni, “che è prevalentemente tecnica ma sulla quale la politica ha comunque un ruolo”.
Al di là del gesto di distensione, Matteo Zeppa di Rete resta dubbioso: “Evidentemente sono in difficoltà, – dice -, i dati reali li ha visti solo il CCR, magari qualcosa non gli torna. Da tempo – aggiunge - sosteniamo la necessità di un approfondimento, e probabilmente lo dicevamo a ragion veduta”. Ricorda infine "come DiM avesse già fatto proposte e presentato emendamenti per aprire il CCR ad un membro dell'opposizione, puntualmente bocciati però dalla maggioranza”. “Se ci avessero ascoltati, - chiosa - forse si sarebbe potuto evitare tutto questo”.
Guardinga anche la Dc che la considera una apertura tardiva: “E' oltre un anno – afferma Stefano Canti – che diciamo al Governo di fermarsi e di condividere le scelte. Non si può governare il presente – conclude - senza riconoscere che i problemi sono stati generati negli ultimi due anni. Non si può continuare ad imputare la responsabilità solo al passato”.
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