La privatizzazione della Centrale del latte tornerà prepotentemente all’attenzione della politica subito dopo la pausa per il ponte pasquale. Stoppata, con un ordine del giorno approvato a larga maggioranza, la trattativa aperta dall’esecutivo, si dovranno valutare le nuove strade da seguire, rivedere i possibili candidati. Gli allevatori sammarinesi sono tornati a farsi avanti. Il loro interesse per la Centrale si era manifestato tardivamente, quando cioè il termine del bando era ampiamente scaduto e nonostante le sollecitazioni – aveva dichiarato il Segretario al Territorio – a mostrare il loro interesse. Ma tant’è. Quella dichiarazione posticipata è stata accolta tiepidamente dal responsabile dell’Agricoltura, che aveva evidenziato come si trattasse di una volontà generica, priva di un piano industriale e dei requisiti fissati dal bando. Ora gli allevatori stanno cercando partners interessati a condividere l’operazione, ad accollarsi, con loro, l’onere della gestione dello stabilimento e della distribuzione commerciale. L’invito è stato esteso in primo luogo a quelle imprese sammarinesi che facevano parte della cordata decaduta, i centri della grande distribuzione operanti in Repubblica. Per ora l’unico timido segnale è arrivato loro dal gruppo SMA, che si è detto disponibile a sedersi al tavolo per valutare l’eventualità. Non è dato sapere se una risposta sia arrivata dagli altri imprenditori del settore: Sociale, Titancoop e Conad, ai quali i produttori di latte guardano nella speranza di ricreare una nuova cordata a valutare il progetto di acquisizione della Centrale. L’ipotesi di privatizzazione proposta dal Governo prevede per chi si aggiudicherà la gestione, l’obbligo di riassorbire il personale attualmente in carico, alle stesse condizioni retributive e con identiche mansioni; l’impegno a ristrutturare lo stabilimento esistente o a crearne uno nuovo, in entrambi i casi in linea con le norme CEE. Stesso onere per i macchinari, che dovranno essere rinnovati sempre in rispetto delle normative comunitari; poi l’obbligo del ritiro del latte proveniente dagli allevamenti sammarinesi. Altro impegno che il gruppo subentrante dovrà accollarsi – secondo il primo bando emesso – una fideiussione bancaria a garanzia degli investimenti da effettuare. Una gestione privata che si articolerà lungo i 30 anni previsti, trascorsi i quali tutto tornerà nelle mani dello Stato che – presumibilmente – rinnoverà l’accordo di gestione.
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