Il decreto sullo sportello unico passa con 28 voti a favore e 12 contrari. L'opposizione critica non tanto lo strumento in sé, condiviso negli obiettivi, ma il metodo.
Torna sotto attacco il mancato confronto e il rinvio dell'attuazione al Congresso di Stato.
Rete vuole conoscere la tempistica e chiede il ripristino dell'autonomia della pubblica amministrazione. Non piace inoltre che non sia stata presentata la nuova dotazione organica.
Zanotti spiega: “non era necessario procedere in questa fase con il fabbisogno. Le linee di politica organizzativa della pa non sono materia di contrattazione con i sindacati. E assicura: “nessuna ingerenza. Il Congresso semplicemente detterà le tappe in tempi brevissimi per la messa in opera”.
Iro Beluzzi contesta l'approccio. “Per rendere efficace lo sportello unico – spiega - servono professionalità, capacità e procedure”.
“Nessuno vuole una fusione a freddo ma neanche un confronto all'infinito”, risponde Matteo Ciacci. “Decisioni – continua - vanno prese e da qualche parte bisogna pur iniziare”.
Per Pasquale Valentini il decreto doveva sancire l'avvenuto confronto. Con queste premesse – conclude – è difficile intervenire con emendamenti”.
Si accende il dibattito anche sui flussi di migrazione per le residenze elettive. Si stabilisce un tetto per il 2018 di 50 concessioni.
Nessuno mette in dubbio la bontà del disposto ma la dc chiede che il numero raddoppi e accusa il Governo di avere reso inefficace questo importante strumento. La residenza elettiva – lo ricordiamo - si ottiene con l'acquisto di un immobile o depositando 600.000 euro in fondi infruttiferi in conto corrente dell'Eccellentissima Camera. La Dc suggerisce di portare liquidità nel sistema bancario mentre Rete vuole venga superato il potere concessorio del Congresso “che bypassa – ricorda Zeppa – gli organismi di controllo”. “Avete messo una bandierina che non funziona” – attacca Alessandro Cardelli, ricordando che in sei mesi sono state concesse solo due residenze. Il tema è caro al Partito Socialista. “Abbiamo sempre sostenuto di voler andare in questa direzione” – dice Mancini che però contesta il ruolo della commissione affari esteri. “Il Congresso – afferma - si appropria di un potere che non gli compete”. Il decreto viene ratificato con 30 sì e 15 no. Gli emendamenti della minoranza non passano con Zanotti che annuncia la volontà di arrivare ad un Testo Unico. “Ci sarà l'opportunità – dice - di confrontarsi sull'intera materia”.
MF
Torna sotto attacco il mancato confronto e il rinvio dell'attuazione al Congresso di Stato.
Rete vuole conoscere la tempistica e chiede il ripristino dell'autonomia della pubblica amministrazione. Non piace inoltre che non sia stata presentata la nuova dotazione organica.
Zanotti spiega: “non era necessario procedere in questa fase con il fabbisogno. Le linee di politica organizzativa della pa non sono materia di contrattazione con i sindacati. E assicura: “nessuna ingerenza. Il Congresso semplicemente detterà le tappe in tempi brevissimi per la messa in opera”.
Iro Beluzzi contesta l'approccio. “Per rendere efficace lo sportello unico – spiega - servono professionalità, capacità e procedure”.
“Nessuno vuole una fusione a freddo ma neanche un confronto all'infinito”, risponde Matteo Ciacci. “Decisioni – continua - vanno prese e da qualche parte bisogna pur iniziare”.
Per Pasquale Valentini il decreto doveva sancire l'avvenuto confronto. Con queste premesse – conclude – è difficile intervenire con emendamenti”.
Si accende il dibattito anche sui flussi di migrazione per le residenze elettive. Si stabilisce un tetto per il 2018 di 50 concessioni.
Nessuno mette in dubbio la bontà del disposto ma la dc chiede che il numero raddoppi e accusa il Governo di avere reso inefficace questo importante strumento. La residenza elettiva – lo ricordiamo - si ottiene con l'acquisto di un immobile o depositando 600.000 euro in fondi infruttiferi in conto corrente dell'Eccellentissima Camera. La Dc suggerisce di portare liquidità nel sistema bancario mentre Rete vuole venga superato il potere concessorio del Congresso “che bypassa – ricorda Zeppa – gli organismi di controllo”. “Avete messo una bandierina che non funziona” – attacca Alessandro Cardelli, ricordando che in sei mesi sono state concesse solo due residenze. Il tema è caro al Partito Socialista. “Abbiamo sempre sostenuto di voler andare in questa direzione” – dice Mancini che però contesta il ruolo della commissione affari esteri. “Il Congresso – afferma - si appropria di un potere che non gli compete”. Il decreto viene ratificato con 30 sì e 15 no. Gli emendamenti della minoranza non passano con Zanotti che annuncia la volontà di arrivare ad un Testo Unico. “Ci sarà l'opportunità – dice - di confrontarsi sull'intera materia”.
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