Ad aprire i lavori la relazione del Segretario Gatti relativa al progetto di legge “Variazione al Bilancio di Previsione dello Stato per l'esercizio finanziario 2022”. Spiegati i motivi dell'intervento. Innanzitutto la necessità, per l'Eccellentissima Camera, di acquistare le azioni di BCSM, fino ad una somma di 4 milioni e 100.000 euro, di proprietà della Società di Gestione Attivi ex BNS s.p.a.. Prevista anche l'acquisizione di immobili di valore storico e strategico - a disposizione di questa -, da destinare a sedi istituzionali; fino alla concorrenza di 15.900 euro. Per il resto solo “limitate modifiche”, ha assicurato Gatti.
Previste infatti maggiori entrate – per un ammontare complessivo di circa 3 milioni e 900.000 euro – dalle imposte sulle successioni, dai proventi delle vendite di tabacchi e dalle confische. E poi un'analisi di ampio respiro sullo stato di salute del sistema economico sammarinese; che ad avviso del Segretario di Stato ha mostrato una “buona resilienza” agli shock economici mondiali: pandemia e guerra in Ucraina. I riflessi di tali congiunture – è stato rimarcato – impongono anche a San Marino una riprogrammazione del debito; tematiche affrontate anche negli incontri di inizio mese con una delegazione del Fondo Monetario.
I primi dati del 2022, comunque, seppur limitati e parziali, lasciano ben sperare, ad avviso di Gatti. Sottolineato il +28% - rispetto al medesimo dato del 2021 – dell'imposta sulle importazioni: “termometro” del sistema economico sammarinese. Sottolineati anche i dati della monofase e dell'imposta speciale sui prodotti petroliferi. Per un'analisi affidabile di trend sarà comunque monitorare con attenzione l'andamento dei mesi di aprile e maggio. Annunciati, infine, integrazioni ed adeguamenti in sede di seconda lettura.
Primo ad intervenire Stefano Giulianelli, PDCS, che ha posto l'accento sulla variazione positiva delle entrate tributarie per circa 4 milioni e 200.000 euro. Ha anche parlato di una narrativa distorta del debito pubblico da parte delle Opposizioni. E' interesse di tutti che i soldi presi a debito – ha replicato Matteo Ciacci, Libera - vengano investiti e spesi bene, e non solo per finanziare la spesa corrente. E poi Andrea Zafferani, RF. “L'assestamento ad oggi non è commentabile in termini politici”. E' tempo di iniziare ad agire, e smettere di fare bilanci tecnici. Quanto agli immobili ex BNS da acquisire, ad avviso di Zafferani sarebbe necessario un piano di destinazione. Secondo Eva Guidi, Libera, il “problema dei problemi” è il deficit strutturale di bilancio. E poi Nicola Renzi, RF, che ha ribadito una richiesta a Governo e Maggioranza: “fateci vedere un'idea per la quale sia utile fare delle battaglie”. Positiva, secondo Iro Belluzzi, Indipendente di Libera, la scelta di acquisire immobili. Chiesta attenzione, su questo punto, anche per le famiglie in difficoltà. A seguire Giovanni Zonzini, RETE, con riflessioni sul deficit. “Il nostro bilancio necessita di interventi di carattere strutturale”; necessario arrivare ad un deficit sostenibile, impiegato in investimenti che generino una “leva” sull'economia. Purtroppo si continuano a richiedere finanziamenti senza una prospettiva a lungo termine per la loro restituzione, ha osservato Gaetano Troina, DML. Auspichiamo di ricevere presto risposte ed azioni concrete, sui temi del debito e del pareggio di bilancio, ha dichiarato Sara Conti, RF. Emanuele Santi, RETE, ha sottolineato come si vada a rimodulare il bilancio, con l'acquisizione di immobili ex BNS. Quanto alle entrate sono state “tenute basse”, ma i “flussi di cassa stanno andando bene”; nel consuntivo potrebbe esserci un dato molto migliore rispetto al deficit. Infine la replica del Segretario Gatti che ha spiegato le ragioni che hanno indotto il Congresso a procedere con l'acquisizione degli immobili ex BNS, che sta liquidando i propri attivi. Si vuole fra le altre cose impedire un deprezzamento, e garantire risparmi sugli affitti. A questo punto l'avvio dell'iter parlamentare del PdL recante “Interventi a sostegno della famiglia”. Sottolineato, nella relazione del Segretario Ugolini, il significativo calo demografico cui si sta assistendo da tempo. Nel progetto di legge sono contenute le tutele già previste dall'ordinamento con l'introduzione di alcune novità legate alla tutela della genitorialità e al sostegno alle famiglie. Un testo unico, dunque. Il tutto tenendo conto delle Direttiva UE sull'equilibrio tra attività professionale e vita familiare. Ad esempio non si parlerà più di aspettativa post-partum ma di congedo parentale. Alcuni degli elementi di innovazione riguardano i permessi: inserite 12 ore retribuite per visite mediche prenatali, sia per la madre che per il padre; un massimo di 5 ore, ma non retribuite, per le visite mediche dei figli; 5 ore, non retribuite, per ciascun genitore, anche per colloqui scolastici nell'arco dell'anno. Sul fronte dei congedi parentali percentuale di indennità aumentata dal 30 al 40% per i primi 12 mesi di vita del bambino, al 50% per i parti gemellari e al 60% per i plurigemellari, sempre nel primo anno di vita; inoltre previsti 10 giorni di congedo di paternità retribuito ed anche la possibilità per il padre di richiedere un congedo non retribuito di due mesi entro i primi tre anni del bambino. Si dà inoltre facoltà di congedarsi dal lavoro per gravi motivi inerenti la situazione familiare, vale a dire gravissime patologie permanenti o temporanee certificate dall'Iss: congedo della durata massima di 2 anni, senza retribuzione, ma conservando il posto di lavoro. Espressa soddisfazione da Maria Cristina Albertini, PDCS. Libera accoglie favorevolmente il PdL, che ha diversi aspetti positivi; così Guerrino Zanotti. Ma non manca una “nota dolente”: c'è un progetto di legge di Libera dal quale il gruppo di lavoro ha attinto tantissimo, ma che è rimasto a lungo nel cassetto. Sull'attuale testo normativo – ha aggiunto - non vi è invece stato alcun confronto prima dell'arrivo in Aula. Lo ritengo un buon progetto di legge, con un ampio respiro, ha dichiarato Mirko Dolcini, DML. Definiti “devastanti” i dati sulla denatalità; dobbiamo “bloccare la decrescita delle nascite”. Da qui una sollecitazione al Governo affinché non si abbassi la guardia su questo tema. Riflessioni anche di Michele Muratori, Libera. “Da non sottovalutare” il dato demografico. Un “buon progetto di legge”, a suo avviso, quello arrivato in Aula; annunciati emendamenti, comunque, per migliorare il testo. Un buon testo, secondo Giovanni Zonzini, RETE, che non sarà però sufficiente a dare risposte decisive sul fronte del calo delle nascite, che a suo avviso riguarda diversi Paesi dell'Occidente, per motivi non tanto economici, quanto culturali e sociali. Necessario, allora, a suo avviso, per migliorare il saldo demografico, “importare nascite”, con un'azione pianificata riguardante i fenomeni migratori. Miriam Farinelli, RF, ha parlato di una riduzione della natalità del 30% dal 2015 ad oggi. Focus, nel suo intervento, anche sul tema dell'infertilità. Dobbiamo mettere al centro del dibattito la cultura della famiglia, i suoi valori, ha dichiarato Lorenzo Bugli, PDCS. Definito “importantissimo”, poi, il congedo di paternità. Ad avviso di Marika Montemaggi, Libera, l'intervento in discussione non è sufficiente per dare risposte al problema del calo demografico. “Quanto costa avere un figlio?”; ha esordito Carlotta Andruccioli, DML; e poi la risposta, basandosi su una stima: 175.000 euro. Il problema non lo si risolve con i permessi ed i congedi. Definite lungimiranti le scelte della Francia. In alcuni Castelli non nascono più bambini, ha osservato Paola Barbara Gozi, PDCS. Questo testo indubbiamente aiuta la famiglia: pietra angolare dello sviluppo sociale. Un Paese che non ha nuove generazioni è destinato a morire, ha ricordato Daniela Giannoni, RETE. E' nostro compito sostenere tutte le politiche che possano stimolare a mettere al mondo figli. Attenzione sia all'aspetto economico che a quello culturale. Il lavoro svolto è apprezzabile, ha dichiarato Alberto Giordano Spagni Reffi, che si è soffermato poi sui problemi delle coppie giovani. Lo strumento degli incentivi può aiutare, ma il problema “è molto più profondo”. Ad avviso di Matteo Ciacci, Libera, possono aiutare ad esempio politiche per calmierare gli affitti delle giovani coppie; l'approccio deve comunque essere complessivo. La famiglia è il primo ammortizzatore sociale, ha ricordato Matteo Zeppa, RETE. Il PdL in oggetto non è un “intervento spot”. Dal dibattito sono emerse posizioni che meritano di essere approfondite, ha dichiarato Emanuele Santi; se l'obiettivo è quello di aumentare le nascite diamoci un tempo per valutare gli effetti, e le cause di questa situazione, per poi intervenire in modo deciso. Non credo che aumentando semplicemente gli incentivi economici possa portare ad un incremento della natalità, ha osservato Adele Tonnini; uno sguardo anche all'esperienza del Nord Europa, dove si è riusciti a conciliare lavoro femminile e nascite, ha dichiarato. Ben venga la presentazione di questo PdL, ha detto Denise Bronzetti, Gruppo Misto; a suo avviso però si è perso tanto tempo per intervenire a favore della famiglia. Sollecitato anche un ripensamento sulla distribuzione dei contributi – fino ad ora definiti “a pioggia” - tenendo conto delle capacità reddituali. Richiesto anche un allineamento dei diritti fra uomo e donna. Ha poi osservato come sia cambiato radicalmente il mondo del lavoro. Questo PdL non contiene quasi niente delle cose di cui abbiamo discusso oggi, ha affermato Andrea Zafferani, RF. La legge non è negativa, ma è “la montagna che partorisce un micro-topolino”. Meritorio comunque, a suo avviso, il riordino delle disposizioni in materia. Infine l'invito a lavorare insieme su queste tematiche in un clima di concordia. Espresso apprezzamento, per il PdL, da Gian Nicola Berti, NPR. I figli non sono un costo, sono un investimento, ha dichiarato. Sollecitati interventi sui temi della scuola, della fiscalità, e così via. Gloria Arcangeloni, RETE, ha espresso compiacimento per quanto fatto dal gruppo di lavoro. Attenzione però alla sostenibilità economica, da valutare.