Dopo l'ok alla Finanziaria focus sulla Giustizia, in questa fase della Sessione. Ieri, in chiusura di seduta pomeridiana, l'epilogo del dibattito sul recupero dei danni derivanti da dissesti bancari. Via libera - con 40 voti favorevoli e 6 astenuti – ad un odg sottoscritto da tutte le forze ad eccezione di RF, nel quale si invita il Congresso, fra le altre cose, a rafforzare gli strumenti di cooperazione internazionale per rintracciare i patrimoni all'estero, e a produrre ogni anno una relazione. Respinto invece un ordine del giorno firmato dalle Opposizioni, e sulla falsariga dell'altro, ma con premesse differenti.
Questa mattina – come previsto – si è passati al comma sulla relazione del Dirigente del Tribunale sullo stato della Giustizia per l'anno 2023. Il Presidente Iro Belluzzi ha dato lettura alla relativa deliberazione accompagnatoria della Commissione Affari di Giustizia, approvata con 10 voti favorevoli e 1 astenuto. Nel testo si evidenzia l'accresciuta efficienza della macchina giudiziaria, con la diminuzione – ad esempio – dei tempi di definizione dei procedimenti; e ciò grazie anche alle riforme dell'Ordinamento approvate dal Consiglio e al rafforzamento dell'organico dei Magistrati.
Posto l'accento poi sulla inversione di tendenza rispetto al problema della prescrizione in ambito penale. Condivisa poi la necessità di mantenere alta l'attenzione sulle “possibili vulnerabilità” del sistema, confermando l'importanza del rispetto dell'indipendenza dei Poteri. In generale si esprime apprezzamento per la Relazione del Dirigente Canzio, con l'auspicio che l'opera di riforma del sistema giudiziario continui. Quindi l'intervento del Segretario Canti, che ha sottolineato come sin dall'assunzione dell'incarico il Dirigente Canzio si sia adoperato a ripristinare un clima di condivisione e partecipazione in Tribunale, riportando serenità e di conseguenza “performances largamente positive”.
E ciò grazie anche ad un completamento e ad un riassetto degli organici, elevando lo “standard qualitativo” della giurisdizione. Rimarcata l'attenzione alla “ragionevole durata” dei processi.
Quindi una serie di numeri: se nel 2020 i procedimenti penali colpiti da prescrizione in istruttoria erano stati 709, nel 2023 si è scesi a 22 prescrizioni; per 17 delle quali, peraltro, il reato era già prescritto al momento della denuncia. E poi la “stagione delle riforme”, avviata dal Dirigente, con un coinvolgimento di tutti gli stakeholders. Fra gli obiettivi anche l'”accreditamento internazionale”; come dimostrato dal plauso del GRECO.
Quanto all'attività dei Magistrati viene segnalata la necessità di misure legislative acceleratorie dei processi - anche per evitare ricorsi alla CEDU – e l'approvazione dello “statuto giuridico” dei Magistrati. Il Segretario Canti ha ribadito il rinnovo del deposito della legge sulla durata ragionevole del processo, auspicando un rapido iter consiliare. E poi il capitolo informatizzazione, con l'eliminazione del gap rispetto agli altri Stati europei. Rilevati grandi passi avanti sulla digitalizzazione dei fascicoli.
Ribadita inoltre l'importanza della “trasparenza” dell'azione giudiziaria; a tal scopo il Dirigente ha creato il sito internet del tribunale, con la pubblicazione di tutti gli atti organizzativi, delle linee guida, delle relazioni annuali. Ma l'ammodernamento del sistema giustizia in vista dell'allineamento agli standard internazionali “non è ancora concluso”, ha sottolineato Canti. Che ha elogiato il lavoro del Dirigente Canzio, ritenendo fondamentale possa proseguire nel percorso intrapreso.
A questo punto è iniziato il dibattito. Marco Mularoni, PDCS, ha rimarcato come permangano sfide e sia necessario fare il possibile per evitare il rischio di condizionamenti sulla Magistratura. Ma i progressi compiuti sono motivo di soddisfazione. Carlotta Andruccioli, DML, ha posto l'accento sul lavoro fatto in Commissione sulla relazione accompagnatoria; rilevando nel clima una discontinuità rispetto a periodi precedenti. Da evitare però il ripresentarsi di tensioni; da qui la necessità di un costante confronto. Citata la questione della “querela nullitatis”; interrogandosi sul ruolo della Politica per la possibile soluzione di simili problematiche. Grande apprezzamento per quanto fatto da Giovanni Canzio; cautela però riguardo l'eventuale modifica di una norma costituzionale.
Quindi il Segretario di Stato Pedini Amati; va riconosciuto che negli ultimi anni qualcosa è cambiato, ha sottolineato. Stigmatizzata la commistione fra politici e giustizia: “forse la stortura più evidente avvenuta nel Paese”. “Mi auguro che possa finire”. Un plauso poi al lavoro di Canzio, definito un bravissimo “arbitro”. Però – ha continuato - “vedo ancora situazioni anomale”; “troppi processi” vanno in prescrizione. Non è accettabile per il cittadino comune vedere processi con un decorso di anni, con accuse anche gravi, che non arrivano a una definizione. Per alcuni processi vi sono state “accelerazioni incredibili”, in altre occasioni – ad avviso di Pedini Amati – l'inverso. Ricordata la vicenda subita in prima persona in Italia, e conclusasi con un nulla di fatto. Se noi sbagliamo paghiamo di tasca nostra; se un giudice sbaglia paga lo Stato; “c'è qualcosa che non va”.
Riconosciuti comunque decisi passi in avanti. Come sottolineato anche da Giovanni Zonzini, RETE; che vede una riduzione del grado di conflittualità in Tribunale. Sulla scelta dell'”autogoverno” della Magistratura ha sollecitato la Politica a mandare un messaggio alla stessa Magistratura affinché si assuma le relative responsabilità. Ha ricordato poi come il mandato di Canzio sia prossimo alla scadenza; voglio pensare – ha aggiunto - che la sua meritoria attività abbia contribuito a mettere radici solide in Tribunale. E ciò con lo sguardo alla futura successione del Dirigente. William Casali, PDCS, ha ricordato l'importanza del ripristino dello stato di diritto. Tanto è stato fatto ma vi sono ancora aspetti critici; sottolineata allora la necessità che il lavoro di Canzio possa trovare continuità.
Alessandro Scarano vede un clima di discontinuità – più sereno – in Tribunale. E ciò grazie anche alle riforme compiute negli anni. Rimarcata l'importanza dell'introduzione di misure quali il “patteggiamento” e la “particolare tenuità del fatto”. In Tribunale è partito un processo di cambiamento importante, ha riconosciuto Gaetano Troina, Motus. Rimarcata l'importanza di informatizzazione e digitalizzazione; “un cambio di passo coraggioso”.
Ma se in tribunale si respira un'aria serena, a suo avviso si fa “troppa politica” in seno all'Ordine degli Avvocati, con “contrasti anche importanti” nell'ultimo periodo. Da qui l'invito a lavorare nell'interesse della comunità trovando mediazioni. Denise Bronzetti, AR, ha definito la Giustizia un tema di cui necessariamente la politica si deve occupare. Da qualche anno a questa parte – ha infatti spiegato - sono arrivati all'attenzione del Tribunale processi che riguardano esponenti politici “in combutta” con “poteri forti”.
Rimarcata la necessità si continui l'opera riformatrice; anche per le relative ricadute economiche e reputazionali. Da Gian Carlo Venturini, PDCS, un plauso a tutti coloro che hanno permesso questo cambio di passo. Posto l'accento sulla drastica riduzione delle prescrizioni: risultato “impensabile” visti i precedenti. E poi la progressiva informatizzazione, il clima di serenità in Tribunale, il lavoro normativo – iniziato dall'ex Segretario Massimo Andrea Ugolini - sulla ragionevole durata del processo. Infine l'auspicio che l'attuale Dirigente del Tribunale possa proseguire nel proprio lavoro, anche alla luce dei cambiamenti connessi all'implementazione dell'Accordo UE.
Oggi c'è un clima diverso, l'organico dei magistrati è praticamente completato – ha osservato Nicola Renzi, RF – ma il numero delle prescrizioni, pur diminuito, resta “una sconfitta”. Occorre a suo avviso individuare le ragioni di questo problema. A suo avviso è poi un dato “macroscopico” quello dei procedimenti disciplinari riguardanti i Magistrati. Altri punti caldi la questione della “querela nullitatis” e il tema della successione di Canzio. Renzi ha ricordato come la Legge costituzionale debba essere cambiata qualora si intenda proseguire con l'attuale Dirigente. Ma questo a suo avviso è un vulnus importante. Da qui l'invito ad una riflessione complessiva su quella legge, evitando un intervento ad personam. Si è chiesto poi se sia compatibile – con la stessa legge costituzionale - la presenza di un Dirigente esterno nell'attuale situazione; ritenuta tutt'altro che emergenziale.
Quindi il Segretario di Stato Rossano Fabbri; “non siamo più nella situazione di 5 anni fa, questo è evidente”. San Marino ha le prescrizioni penali più corte in Europa, ha osservato; necessaria una riflessione su questo tema. Così – ha continuato - come sulla questione della presenza di avvocati nel Consiglio Giudiziario Plenario. Credo che le riforme della passata Legislatura abbiano contribuito all'efficienza e alla celerità della macchina della Giustizia, ha osservato il capogruppo PDCS Massimo Andrea Ugolini. Definito “importantissimo” il lavoro di Canzio. Focus ora sul PdL sulla ragionevole durata del processo.
Aida Maria Adele Selva si è soffermata sull'amore dimostrato verso il Paese dal Dirigente Canzio; e sull'esigenza della “certezza delle pene”. Quindi il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini; che ha definito la relazione del Dirigente Canzio scevra da condizionamenti politici. Concetto sul quale il SdS ha particolarmente insistito. Attenzione poi al passaggio della Relazione sull'organico dei Magistrati, ponendo l'accento sull'importanza di avere a disposizione soggetti con esperienza all'interno di uffici giudiziari.
Luca Lazzari, PSD, ha ricordato come sia cruciale garantire l'indipendenza del magistrato nei rapporti con i Poteri esecutivo e legislativo. Da qui l'importanza di una cornice giuridica moderna. E poi la ricerca di un antidoto al rischio dell'autoreferenzialità – sempre presente in una piccola realtà come il Titano -; prospettata ad esempio l'utilità di partecipazioni a reti giuridiche internazionali. Iro Belluzzi, Libera, si è soffermato sulla necessità di evitare, anche in futuro, il riproporsi di situazioni di muro contro muro sulla Giustizia.
Quanto alle riforme ha parlato di un “work in progress” affinché la Repubblica sia dotata di tutti gli strumenti necessari. Da qui l'importanza di aprirsi verso l'esterno. E poi la questione della Dirigenza: auspicando che il ricorso ad una figura esterna possa essere una delle opzioni previste, eliminando gli elementi ostativi. Toccato anche il tema chiave della separazione dei Poteri.