Archiviato il primo passaggio parlamentare della combo Bilancio previsionale tecnico e PdL sviluppo – con il corollario del via libera al Decreto sull'emissione dei titoli del debito pubblico –, i lavori dell'Aula sono ripresi nel pomeriggio con l'analisi preliminare di un testo coerente con il percorso di integrazione intrapreso dal Titano: il progetto di legge sul recepimento della normativa UE relativa ad un Gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT).
Il Segretario Beccari aveva già spiegato come l'obiettivo sia rendere più funzionali i rapporti con la Provincia di Rimini. Il nuovo organismo potrà fra le altre cose realizzare programmi cofinanziati da Bruxelles. Prevista in questo caso la tecnica del “rinvio dinamico”, per il recepimento delle norme europee. Dai banchi di RF considerazioni di carattere politico; “non si capisce ancora come vi volete rapportare con l'Accordo di Associazione”. Ogni volta è prevista una “modalità diversa”; ricordata infatti la formula adottata nel decreto sul recepimento del regolamento eIDAS, “con tante specifiche e precisazioni”.
Richiesto allora un dibattito preliminare sulle modalità con le quali ci si intende approcciare all'acquis comunitario. Apprezzamento, comunque, per il merito del PdL in discussione. Si è poi reso omaggio all'opera del compianto Ambasciatore Mauro Maiani, ad esempio per il percorso che aveva portato all'adesione all'EUSAIR. Il recepimento del GECT – si è osservato dalle fila della DC – ci consente di accedere a fondi comunitari per progetti specifici cui può beneficiare anche un Paese terzo come San Marino.
Le opportunità di crescita che si possono creare sono molteplici, proiettando San Marino verso uno sviluppo futuro: così un esponente di Libera. Quanto alle critiche metodologiche di RF ha rimarcato come in questo caso non si parli di recepimento di acquis comunitario; sottolineando peraltro come non sia da escludere, in futuro, il ricorso ad una pluralità di strumenti. Da DML richieste di chiarimenti riguardo la casistica dello Stato associato. Concluso il dibattito la replica del Segretario di Stato agli Esteri, che ha posto l'accento sull'obiettivo di questo provvedimento. Quanto alla questione metodologica ha ricordato che in futuro sarà possibile ricorrere a diversi strumenti a seconda dei contenuti di ciò che si va a implementare. EIDAS era “un altro mondo”. In fase di attuazione dell'Accordo di Associazione – ha poi continuato - sarà necessaria una strategia generale; che non sarà comunque “una scienza esatta”. A seguire la prima lettura del PdL sulla disciplina dei contrassegni “Made in San Marino”, “100% Made in San Marino” e Registro delle “Botteghe Storiche”; presentato da forze di Maggioranza e Domani Motus Liberi. Era stato elaborato nella precedente Legislatura, ha infatti ricordato il Segretario di Stato Bevitori: chiamato a relazionare su delega del collega Fabbri. Nel testo si specifica fra le altre cose come il marchio “100% Made in San Marino” sia concesso qualora il prodotto venga realizzato interamente a San Marino; per i prodotti agroalimentari è necessario che le materie prime siano originarie nel territorio della Repubblica. Quanto allo status di Bottega Storica si sottolinea come l'obiettivo sia la conservazione del patrimonio storico, artistico, architettonico e culturale di realtà commerciali ed artigianali. Dai banchi di Libera si è sottolineato come la forma del PdL – anziché l'iniziale decreto - permetta di interpellare in Commissione esperti della materia. Si è ricordato poi come a volte vengano spacciati come sammarinesi prodotti che non hanno nulla del Titano; da qui l'importanza della norma. Sollecitato poi un ruolo pubblico – e non privato – nell'attività di certificazione. Apprezzata da Milena Gasperoni, PSD, la parte sulle botteghe storiche. Perplessità, invece, su alcuni punti della normativa del made in San Marino; sollecitata un'unica definizione per evitare confusione tra i consumatori. “L'idea è giusta”, ma “è necessario fare un po' di ordine”; sollecitata anche una normativa di controllo e sanzioni. Soddisfazione da parte di DML, che ha ricordato il decreto voluto dall'ex Segretario di Stato Righi nella precedente Legislatura, invitando a riconfermarlo per non perdere occasioni. Michela Pelliccioni ha poi risposto ad una serie di dubbi ed obiezioni; fra le quali quelle relative alla distinzione del Made in San Marino. Ha rimarcato infatti come la scelta delle due tipologie sia stata determinata dalla limitatezza del territorio, con la necessità – spesso – di importare una serie di materie prime. Mirko Dolcini ha posto l'accento sulla trasversalità del testo; che “tende a tutelare l'eccellenza sammarinese”. Specie con l'integrazione con il mercato unico europeo – ha aggiunto – è “giustissimo” salvaguardare l'identità sammarinese. Il PdL ricalca al 99% il decreto precedente, ha osservato Fabio Righi; a suo avviso è una “sconfitta” l'aver perso tempo. Il decreto era pronto; poteva essere “serenamente ratificato” dall'Aula, anche per evitare casi di contraffazione. Si è poi soffermato sulla genesi del testo originario. Apprezzamento dai banchi di AR: è un progetto di legge che ha nella ratio la valorizzazione di prodotti che hanno una connessione prevalente con il nostro Piccolo Stato. Riferimenti poi al valore dell'identità e della cultura. Aida Maria Adele Selva, DC, si è innanzitutto soffermata sui disciplinari di produzione del marchio “Terra di San Marino”: Consorzio di cui è Presidente. Il problema di questo PdL – a suo avviso - è il dare un unico contrassegno ad una molteplicità di prodotti. Sollecitata allora massima attenzione in Commissione. Il Promotore Giuseppe Maria Morganti ha osservato come il PdL sia in fieri, e siano dunque emersi punti di vista diversi. Ha poi ricordato come la normativa non abbia effetti dal punto di vista doganale; ma difenda i prodotti sammarinesi. Si è quindi passati al riferimento del Congresso di Stato circa le iniziative assunte a tutela dello Stato per il recupero dei danni subiti e dei patrimoni che gli autori di condotte contro l'economia pubblica potrebbero aver nascosto. A dar lettura alla lunga e dettagliata relazione il Segretario di Stato Canti. A contribuire al documento Avvocatura dello Stato ed SGA. Ricordato innanzitutto l'esito dei procedimenti penali relativi alla parabola CIS, con l'ex DG Daniele Guidi fra gli imputati. Come il processo sulla cosiddetta “truffa ai fondi pensione”; quello dove è contestato l'indebito utilizzo di titoli di terzi a garanzia di prestiti, al momento in fase dibattimentale. E poi il “caso Titoli” ed altri.