E' una discussione lunga, lo scontro si consuma articolo dopo articolo. Ieri notte i lavori sono proseguiti fino alle 2. La strada è ancora lunga. Dopo l'AASS è bagarre sull'ente giochi. Il bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2018 di circa 226.000 euro diventa il pretesto per un confronto più ampio. L'ipotesi, lanciata da Matteo Ciacci, di una seconda sala in Città, riapre una vecchia questione con la minoranza pronta a ricordare la contrarietà di sempre da parte di Ap. L'opposizione chiede a che punto sia il rapporto con Novomatic e Stefano Palmieri precisa che il confronto con la multinazionale del gioco d'azzardo riguarda solo l'affitto dell'immobile mentre la gestione sarà nelle mani della giochi del titano. Alessandro Mancini chiede di inserire un dibattito nel Consiglio di Gennaio. “Mi risulta – dice - che il dialogo con Novomatic sia in fase avanzata”.
Il confronto si anima sulle infrastrutture con l'opposizione che accusa la maggioranza di aver scritto il libro dei sogni. “Scegliamo un progetto per rilanciare il turismo - invita la Dc - e portiamolo a termine. Irrealistico pensare di realizzare nel 2018 anche un nuovo ospedale, un campus scolastico, un polo servizi a Valdragone e l'Archivio di Stato”. Infrastrutture per le quali sono stati stanziati 10 milioni. La maggioranza ritiene prioritario il campus scolastico ed è convinta si debbano individuare pochi progetti e concretizzarli, “non come gli allegati zeta – dice Matteo Ciacci - che in passato lasciavano i progetti sulla carta”. “Certe infrastrutture – aggiunge Podeschi – non si realizzano dall'oggi al domani. Per il polo scolastico servono anni e risorse importanti. “Bisogna fare un salto in avanti per investire per i prossimi 10, 20 anni. È una questione culturale”.
Per Rete qualcuno sta cercando di mettere le bandierine. Il problema – rileva Matteo Zeppa - è rimanere realistici ed evitare la spartizione di quei settori che una parte della politica vuole fare. L'ospedale fa comodo a una parte, i giochi d'azzardo ad un'altra”. Gli risponde Tony Margiotta: “mettere bandierine non fa parte di questa maggioranza e Governo. E sul libro dei sogni: “La lista della spesa fatta da molti colleghi dell'opposizione che fino a qualche mese fa avevano le redini del paese è la stessa che per anni non hanno realizzato”. Denise Bronzetti porta all'attenzione dell'Aula un problema che si ripete: opere i cui costi aumentano in maniera esponenziale. Ne chiede i motivi. Dalibor Riccardi fa da sponda: “un'analisi in Aula va fatta”. Nell'opposizione c'è chi fa riferimento all'eredità positiva dei 30 milioni destinati ad opere pubbliche. Celli ricorda però che nel 2016 la tranche di 10 milioni furono utilizzati non per finanziare infrastrutture ma per la liquidità corrente. “Ecco perché nel 2017 abbiamo deciso di non utilizzarli. Nel 2018 riteniamo invece che possano essere reintrodotti e messi a disposizione”. Passa l'emendamento del Psd per la messa in sicurezza della superstrada e quello di Dim – concordato con maggioranza – sul consumo energetico degli edifici.
L'Aula si scalda sul finanziamento ai partiti e movimenti politici – ridotto del 10%. Il Psd chiede di calcolare il contributo dello Stato sulla base delle risultanze della prima tornata elettorale riducendolo del 15%. “Non si delegittima il ballottaggio – afferma la minoranza - ma si riconosce ad ogni forza politica il peso che i cittadini le hanno dato con il voto”. Definisce paradossale che l'opposizione sia penalizzata nonostante rappresenti la maggioranza dei cittadini. “Serve il coraggio – dice Teodoro Lonfernini - nel comprendere appieno quali mostruosità genera la legge elettorale”. “Correzione – dice Ciacci - che va fatta rivendendo la legge”. “L'attuale legge elettorale – commenta Roberto Giorgetti - ci ha messo al riparo da problemi che altre realtà hanno avuto. La sua finalità ultima è dare al paese un governo che possa governare, non di rappresentare in maniera esattamente proporzionale forze politiche condannando il paese alla paralisi”. L'emendamento viene bocciato così come non passa quello della Dc che chiede di ripartire la quota per il 50% sulla base del primo turno e assegnare l'altra metà sul risultato del ballottaggio. “La nostra proposta – afferma Giancarlo Venturini - è di mediazione, tiene conto della volontà popolare.
Le regole del gioco devono essere giuste sia quando si è in opposizione che in maggioranza”. La posizione della maggioranza viene sintetizzata da Jader Tosi: “la politica deve dare esempio di maturità e cercare un ambito apposito per ridiscutere le regole del gioco, ivi compreso il finanziamento ai partiti, che deve essere più adeguato rispetto al momento che stiamo vivendo”.
All'articolo sull'“Acquisizione di mezzi finanziari e provvedimenti di gestione della liquidita?”, sono respinti entrambi gli emendamenti presentati da Dim e dal Ps. La proposta di Democrazia in movimento fa in modo che “eventuali finanziamenti 'debbano' essere attivati con istituti finanziari sammarinesi o con l'Aass. In questa fase - spiega Roberto Ciavatta -c'è un grave problema liquidità , su cui il governo ha grosse responsabilità, è auspicabile linfa alle nostre banche”. Alessandro Mancini chiede invece che la “disposizione per accendere un mutuo per il finanziamento del Piano pluriennale degli investimenti sia condiviso non solo da governo e maggioranza”, ma che tale autorizzazione “sia legittimata dal Consiglio grande e generale con votazione dei due terzi dell'Aula”. Il Segretario di Stato Simone Celli esprime orientamento contrario per entrambi: “sarebbe auspicabile fare fronte solo con risorse interne ma escludere per legge altre opzioni non è possibile”. No anche alla proposta del Partito socialista. “Un governo – dice - deve avere possibilità di assumere decisioni e governare con la propria maggioranza”.
Il confronto si anima sulle infrastrutture con l'opposizione che accusa la maggioranza di aver scritto il libro dei sogni. “Scegliamo un progetto per rilanciare il turismo - invita la Dc - e portiamolo a termine. Irrealistico pensare di realizzare nel 2018 anche un nuovo ospedale, un campus scolastico, un polo servizi a Valdragone e l'Archivio di Stato”. Infrastrutture per le quali sono stati stanziati 10 milioni. La maggioranza ritiene prioritario il campus scolastico ed è convinta si debbano individuare pochi progetti e concretizzarli, “non come gli allegati zeta – dice Matteo Ciacci - che in passato lasciavano i progetti sulla carta”. “Certe infrastrutture – aggiunge Podeschi – non si realizzano dall'oggi al domani. Per il polo scolastico servono anni e risorse importanti. “Bisogna fare un salto in avanti per investire per i prossimi 10, 20 anni. È una questione culturale”.
Per Rete qualcuno sta cercando di mettere le bandierine. Il problema – rileva Matteo Zeppa - è rimanere realistici ed evitare la spartizione di quei settori che una parte della politica vuole fare. L'ospedale fa comodo a una parte, i giochi d'azzardo ad un'altra”. Gli risponde Tony Margiotta: “mettere bandierine non fa parte di questa maggioranza e Governo. E sul libro dei sogni: “La lista della spesa fatta da molti colleghi dell'opposizione che fino a qualche mese fa avevano le redini del paese è la stessa che per anni non hanno realizzato”. Denise Bronzetti porta all'attenzione dell'Aula un problema che si ripete: opere i cui costi aumentano in maniera esponenziale. Ne chiede i motivi. Dalibor Riccardi fa da sponda: “un'analisi in Aula va fatta”. Nell'opposizione c'è chi fa riferimento all'eredità positiva dei 30 milioni destinati ad opere pubbliche. Celli ricorda però che nel 2016 la tranche di 10 milioni furono utilizzati non per finanziare infrastrutture ma per la liquidità corrente. “Ecco perché nel 2017 abbiamo deciso di non utilizzarli. Nel 2018 riteniamo invece che possano essere reintrodotti e messi a disposizione”. Passa l'emendamento del Psd per la messa in sicurezza della superstrada e quello di Dim – concordato con maggioranza – sul consumo energetico degli edifici.
L'Aula si scalda sul finanziamento ai partiti e movimenti politici – ridotto del 10%. Il Psd chiede di calcolare il contributo dello Stato sulla base delle risultanze della prima tornata elettorale riducendolo del 15%. “Non si delegittima il ballottaggio – afferma la minoranza - ma si riconosce ad ogni forza politica il peso che i cittadini le hanno dato con il voto”. Definisce paradossale che l'opposizione sia penalizzata nonostante rappresenti la maggioranza dei cittadini. “Serve il coraggio – dice Teodoro Lonfernini - nel comprendere appieno quali mostruosità genera la legge elettorale”. “Correzione – dice Ciacci - che va fatta rivendendo la legge”. “L'attuale legge elettorale – commenta Roberto Giorgetti - ci ha messo al riparo da problemi che altre realtà hanno avuto. La sua finalità ultima è dare al paese un governo che possa governare, non di rappresentare in maniera esattamente proporzionale forze politiche condannando il paese alla paralisi”. L'emendamento viene bocciato così come non passa quello della Dc che chiede di ripartire la quota per il 50% sulla base del primo turno e assegnare l'altra metà sul risultato del ballottaggio. “La nostra proposta – afferma Giancarlo Venturini - è di mediazione, tiene conto della volontà popolare.
Le regole del gioco devono essere giuste sia quando si è in opposizione che in maggioranza”. La posizione della maggioranza viene sintetizzata da Jader Tosi: “la politica deve dare esempio di maturità e cercare un ambito apposito per ridiscutere le regole del gioco, ivi compreso il finanziamento ai partiti, che deve essere più adeguato rispetto al momento che stiamo vivendo”.
All'articolo sull'“Acquisizione di mezzi finanziari e provvedimenti di gestione della liquidita?”, sono respinti entrambi gli emendamenti presentati da Dim e dal Ps. La proposta di Democrazia in movimento fa in modo che “eventuali finanziamenti 'debbano' essere attivati con istituti finanziari sammarinesi o con l'Aass. In questa fase - spiega Roberto Ciavatta -c'è un grave problema liquidità , su cui il governo ha grosse responsabilità, è auspicabile linfa alle nostre banche”. Alessandro Mancini chiede invece che la “disposizione per accendere un mutuo per il finanziamento del Piano pluriennale degli investimenti sia condiviso non solo da governo e maggioranza”, ma che tale autorizzazione “sia legittimata dal Consiglio grande e generale con votazione dei due terzi dell'Aula”. Il Segretario di Stato Simone Celli esprime orientamento contrario per entrambi: “sarebbe auspicabile fare fronte solo con risorse interne ma escludere per legge altre opzioni non è possibile”. No anche alla proposta del Partito socialista. “Un governo – dice - deve avere possibilità di assumere decisioni e governare con la propria maggioranza”.
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