L’analisi dell’Assestamento è ripresa in seduta serale. In chiusura di quella pomeridiana la bocciatura degli emendamenti soppressivi dell’articolo 10 presentati da RETE e Gruppo Misto; e ciò al termine di un confronto dai toni aspri, su quello che può essere considerato il pomo della discordia di questa sessione agostana: le residenze fiscali non domiciliate. Questa sera, al pronti via, la votazione dell’emendamento modificativo del Governo; accolto dall’Aula. Poi l’articolo 10 emendato: 28 favorevoli, 18 contrari, 3 astenuti. Prova di solidità, dunque, per la Maggioranza, su uno dei passaggi più attesi e controversi di questa Variazione al Bilancio. Ormai note le caratteristiche dello strumento: permesso di soggiorno dai 30 ai 150 giorni, in alberghi di “primarie classi di categoria”. Vaglio della Gendarmeria; nessun accesso al welfare. Fumo negli occhi per la Minoranza, che vede in tutto ciò una sorta di riproposizione del DES, ma senza un progetto organico alla base. Più volte ne era stato chiesto il ritiro; mettendo sul piatto una disponibilità ad accelerare la trattazione del comma, che rischia altrimenti di protrarsi a tempo indefinito. Si è deciso invece di andare avanti. Dopo il superamento del primo “scoglio” in serata si è passati all’articolo “gemello”: sul regime fiscale speciale per la residenza fiscale non domiciliata. Si prevede per i soggetti autorizzati il pagamento di un'imposta annuale di 10.000 euro; dall'altra parte un'aliquota fissa del 5% sui redditi derivanti da attività di lavoro autonomo svolte in territorio. Durissime le critiche di RETE, che ha presentato un emendamento abrogativo e parlato esplicitamente di “finalità elusive”. Sulla stessa linea il Gruppo Misto, che pure ha presentato un emendamento abrogativo; un esponente si è chiesto quale lavoro si possa intraprendere in 100 giorni, se non speculazioni. Piuttosto critico anche il successivo intervento di Pasquale Valentini, PDCS: non riesco a capire quale sia il vantaggio che ha una persona milionaria a venire a San Marino, e che tipo di reddito possa produrre mentre è qui. “Non riesco a capire cosa possiamo metterci in casa”. Torniamo ad essere il Paese delle fatture, è stato dichiarato dai banchi di Libera; dove si è parlato di “turismo dell’elusione”, di effetti distorsivi. Un esponente di NPR ha espresso rammarico per i toni e gli argomenti utilizzati dalle Opposizioni in questo dibattito; pur sollecitando chiarimenti su alcuni aspetti di questa norma, come il possibile rilascio di un codice operatore temporaneo ad un non residente. Non mi pare che a difendere questo progetto vi sia una folla entusiasta, ha osservato un consigliere di Repubblica Futura; ricordando anche il “fallimento della piazza finanziaria”. Un suo collega si è chiesto chi abbia scritto questi articoli, “il signor Banuelos?”. Un progetto “basato sulla fuffa”, è stato detto dai banchi di RETE, richiamando il concetto di “San Marino da bere”. Continui in questi interventi i riferimenti al DES; e una domanda ricorrente: perché questa fretta? Poi la replica del Segretario Gatti ai vari quesiti; ad esempio sulle strutture. I soggetti interessati dovranno risiedere in alberghi a 5 stelle, ha detto, e non a 4 stelle. Ha ipotizzato possano essere interessati a questo strumento figure come influencer, chef stellati e così via. Se questa norma non danneggia altri Stati, si è chiesto un esponente di RETE, perché nella stesura del DES si era esclusa la possibilità, per i residenti in Italia, di usufruire di questo strumento? Secondo Marco Nicolini, indipendente del PDCS, in questo dibattito si sta facendo campagna elettorale. Ha definito le residenze fiscali non domiciliate un “valido palliativo che non presenta controindicazioni”; ed attribuito il naufragio del DES all’azione di Libera che – secondo la sua visione -, temeva che funzionasse. Ha ricordato poi come il CoE abbia stabilito come questo Governo “sia inattaccabile”. Critiche anche a RETE, “che attacca con una violenza indegna”. Oggi In aula – ha replicato un consigliere di Libera - si è consumata “l’ennesima pagina vergognosa di questo Governo”; “è rimasta la parte peggiore del DES”. Richiamata dal Gruppo Misto la vicenda della “piazza finanziaria”; ci ritroviamo ancora qui – è stato aggiunto -, con la DC che porta avanti “politiche off-shore”, e non ci si occupa dei problemi reali della popolazione. Infine la replica del Segretario Gatti; che ha riconosciuto come ad oggi non vi siano alberghi a 5 stelle, ha tuttavia paventato – nell’attesa - una riqualificazione di strutture esistenti basata su elevati ed oggettivi standard qualitativi. In sede di replica anche una dura risposta di RETE all’intervento dell’ex esponente del Movimento Nicolini. Gli emendamenti soppressivi dell’articolo 11 sono stati poi entrambi respinti. Bocciati anche quelli modificativi presentati in subordine dal Gruppo Misto. A seguire l’accoglimento dell’emendamento del Governo modificativo dell’articolo in questione. E poi, per finire, il via libera all’articolo 11 emendato con 28 favorevoli, 18 contrari e 3 astenuti. Ok dell’Aula, quindi, all’intero pacchetto normativo sulle residenze fiscali non domiciliate; esponenti delle Opposizioni avevano definito questo passaggio una sorta di “voto di fiducia” al Governo. I lavori sono poi proseguiti con l’analisi di un emendamento di RF sul tema della detassazione del welfare aziendale.