L’ultimo ospite chiamato a risiedere al Carcere dei Cappuccini è di quelli che fanno drizzare le orecchie anche fuori dai confini nazionali. Fiorenzo Stolfi è uno di quegli uomini che a San Marino ha sempre fatto il bello e il cattivo tempo non fino al 2008, ma fino all’altro ieri. Il fatto che non fosse più seduto in aula consigliare, come spesso viene sottolineato dal PSD, partito che lo ha mantenuto a denti stretti fino ad oggi all’interno del direttivo, non significa che non fosse capace di mantenere il controllo di certe dinamiche tramite una rete di persone fidate sia all’interno dell’amministrazione, che dello stesso Consiglio Grande e Generale. Teoria diffusa nel Paese questa, certo non ancora verificata ma che fa parte del castello delle accuse mosse dalla magistratura. Oggi, che sul “Ministro Fiore”, tirato fuori anche nelle risultanze della Commissione su Fincapital come referente politico della Galassia Bacciocchi, è scoppiata al bufera giudiziaria, fanno sinceramente sorridere le espressioni tirate di sorpresa presenti sui visi di esponenti di maggioranza, quando non del suo stesso partito, che con lui e il sistema che contribuiva a gestire hanno convissuto, magari con cui si sono anche scontrati, per anni. Fra i capi di accusa ci sono corruzione, riciclaggio, clientelismo, il tutto finalizzato a piazzare persone fidate nei posti chiave di amministrazione e istituzioni, così da creare una rete utile al mantenimento di un sistema di potere. Se le accuse dovessero essere confermate, dovremmo forse pensare che per decenni si sia verificato tutto questo senza che all’interno del partito in cui Stolfi ha militato nessuno ne fosse a conoscenza? Senza che nessuno abbia potuto beneficiare in cordata della pioggia di voti frutto di clientelismo? Un’ignoranza tale di quello che stava succedendo da permettere al suddetto di sedere fino a ieri nella direzione del partito? Dovremmo forse pensare che succedesse lo stesso all’interno della DC, che ha visto capi d’accusa molto simili rivolti ad un suo storico esponente come Claudio Podeschi? In ogni caso, sulle responsabilità politiche che pendono ormai inesorabili sul capo
dell’ex Segretario di Stato nonché ex Presidente del Comitato dei Ministri del
Consiglio d’Europa, speriamo che nessuno più abbia dubbi. Quelle penali, invece, di Stolfi ma anche dei suoi sodali nel mondo dell’imprenditoria e dell’amministrazione, dovranno essere accertate dalla magistratura, che pare
stia procedendo speditamente nei vari filoni di indagine. Confidiamo che se queste dovessero essere accertate, alle notizie d’effetto sui primi sequestri di beni segua poi una strategia per rimettere quei beni, frutto di corruzione e clientelismo sfrenato ai fini del mantenimento di una vera e propria associazione a delinquere ai danni dello Stato, a disposizione della collettività.
dell’ex Segretario di Stato nonché ex Presidente del Comitato dei Ministri del
Consiglio d’Europa, speriamo che nessuno più abbia dubbi. Quelle penali, invece, di Stolfi ma anche dei suoi sodali nel mondo dell’imprenditoria e dell’amministrazione, dovranno essere accertate dalla magistratura, che pare
stia procedendo speditamente nei vari filoni di indagine. Confidiamo che se queste dovessero essere accertate, alle notizie d’effetto sui primi sequestri di beni segua poi una strategia per rimettere quei beni, frutto di corruzione e clientelismo sfrenato ai fini del mantenimento di una vera e propria associazione a delinquere ai danni dello Stato, a disposizione della collettività.
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