La firma istituzionalizza una collaborazione che, di fatto, esisteva già da anni. Sul piano pratico permette - tra le altre cose - di accedere in tempo reale alle informazioni contenute nella banca dati della polizia italiana. Prima di illustrare i contenuti dell’accordo siglato ieri a Roma, i Segretari agli Esteri e agli Interni si sono soffermati sull’ottima accoglienza ricevuta. Fatto non scontato, considerando il clima – piuttosto freddo – che ha contraddistinto i rapporti bilaterali negli ultimi anni. Valeria Ciavatta risponde a chi, in questi giorni, alludeva a contropartite. “Nessuna – si affretta a precisare – perché l’accordo è di natura politico istituzionale”. Si parte dal principio – citato nero su bianco – del rispetto delle sovranità e delle leggi nazionali. Poi c’è l’aspetto legato alla formazione: se San Marino lo vorrà, potrà sfruttare scuole, corsi e seminari delle forze dell’ordine italiane. C’è inoltre la disponibilità a collaborare nella fase di riordino dei corpi di polizia, il cui percorso dovrebbe essere completato entro l’anno. Un’occasione per migliorare le scelte. L’esperienza italiana sarà utile – spiega la Mularoni – anche per la modifica della normativa sugli appalti. L’aspetto più importante è l’accesso rapido alle informazioni. L’accordo non servirà solo a combattere con maggiore efficacia la criminalità organizzata, ma anche ad elevare il livello di sicurezza, rendendo più incisivo l’intervento in caso – ad esempio- di furti al confine. Sarà inoltre possibile svolgere attività di polizia congiunte. Il canale principale è quello Interpol. Ora si lavora in termini di operatività: il prossimo passo sarà individuare a San Marino un punto di contatto che sia operativo nell’arco delle 24 ore.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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