Una Commissione compatta nell’esprimere forti perplessità e valutazioni critiche circa il comportamento del commissario della legge Alberto Buriani, il magistrato che aveva rassegnato le sue dimissioni, salvo poi ritirarle, giusto qualche giorno fa, scatenando le ire del Presidente della Commissione Tito Masi. Alla prima riunione c’era anche il Segretario di Stato alla Giustizia Augusto Casali.
Si è convenuto sul fatto che Buriani abbia presentato le sue dimissioni in un momento poco opportuno, a pochi giorni dalle elezioni politiche e, soprattutto, dalla riunione del Moneyval, che egli aveva seguito in prima persona. Il suo ritiro ha creato difficoltà e problemi. Non è però la Commissione Giustizia, in questa fase, a decidere delle sue sorti: si chiederà un parere al Collegio dei Garanti, che non deciderà nel merito, ma dovrà indicare qual è l’organo competente a deliberare in casi come questi.
“Si è anche discusso – riporta il presidente Masi – della opportunità di emettere un provvedimento straordinario per far fronte alle carenze di organico in tribunale. Il che non vuol dire assolutamente tornare alla chiamata, ma anzi affidarsi ai concorsi, magari prevedendo procedure più snelle. Già nel 2004 – conclude – era urgente nominare un commissario e due uditori, non sono mai stati nominati e dunque oggi è più urgente che mai”.
Si è convenuto sul fatto che Buriani abbia presentato le sue dimissioni in un momento poco opportuno, a pochi giorni dalle elezioni politiche e, soprattutto, dalla riunione del Moneyval, che egli aveva seguito in prima persona. Il suo ritiro ha creato difficoltà e problemi. Non è però la Commissione Giustizia, in questa fase, a decidere delle sue sorti: si chiederà un parere al Collegio dei Garanti, che non deciderà nel merito, ma dovrà indicare qual è l’organo competente a deliberare in casi come questi.
“Si è anche discusso – riporta il presidente Masi – della opportunità di emettere un provvedimento straordinario per far fronte alle carenze di organico in tribunale. Il che non vuol dire assolutamente tornare alla chiamata, ma anzi affidarsi ai concorsi, magari prevedendo procedure più snelle. Già nel 2004 – conclude – era urgente nominare un commissario e due uditori, non sono mai stati nominati e dunque oggi è più urgente che mai”.
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