Dopo il suo insediamento – il 15 gennaio – della Commissione d'inchiesta sul Cis non si è saputo più nulla. Ad imporlo la riservatezza dei temi trattati. Difatti, tra le prime regole condivise, c'era proprio l'aspetto della segretezza. Ai 12 Consiglieri che la compongono il delicato compito di accertare la verità, con imparzialità e senza pregiudizi, su presunte responsabilità politiche o amministrative che hanno coinvolto Banca Cis e – più in generale - le crisi bancarie. Temi oggetto di violenti scontri in Consiglio ma che hanno trovato l'unanimità proprio sull'istituzione della commissione, prova della comune volontà politica di andare fino in fondo, e fare luce sui fatti. A gennaio, dopo la prima seduta, il suo presidente Gerardo Giovagnoli sottolineava il buon clima. Probabile che qualche frizione da allora ci sia stata, ma il fatto che nessuna notizia sia fino ad ora trapelata rivela l'impegno dei partecipanti nel proseguire in un atteggiamento corretto. Quel che si sa è che il lavoro è fitto e corposa la documentazione.
Numerose le convocazioni, anche per tutta la giornata. Le circostanze emerse dalle carte hanno richiesto audizioni: alcuni soggetti sono stati già ascoltati, altri lo saranno nei prossimi giorni. C'è la volontà della Commissione di procedere celermente e per permetterle di riunirsi non più solo in aula consiliare ma anche in altre sale di Palazzo Pubblico, è stata modificata la Legge Costituzionale. Conclusioni e relativa relazione sono attese per la prima metà di ottobre. Sempre che non venga chiesta una nuova proroga, anche se la volontà è quella di rispettare i tempi.