“Abbiamo preferito fare un'operazione trasparenza, affinché scoppiasse il caso e sollecitare così un intervento”. Così il direttore generale Iss, Bianca Caruso dà avvio alle repliche dopo il giro di domande dei Commissari, lieta di un'audizione capace di creare – ammette - le condizioni per un feedback positivo. Prima però sottoposte ai vertici Iss diverse questioni, ma sono i dati illustrati dal presidente del collegio sindacale sui bilanci e la pesante crisi di liquidità dell'Istituto a stimolare il ragionamento politico. Apre il dibattito Augusto Michelotti che dal canto suo striglia la dirigenza proprio per non aver lanciato prima un allarme alla politica sulla situazione, “ci si doveva muovere - ammonisce - già dopo il primo bilancio non approvato dal collegio sindacale”. Elena Tonnini sostiene che sulla sanità sarebbe bene non giocare partite politiche e attacca il segretario Mussoni: "Negare i problemi o minimizzarli come fa lui non serve a risolverli". Per Massino Cenci si sono cristallizzate inefficienze e perdite economiche a cui va posto rimedio con interventi strutturali e gestionali. Fondamentale per il consigliere l'apertura verso l’esterno. Bisogna capire – incalza Paolo Crescentini - come si spendono le risorse, ad esempio per le consulenze, mediche e non. Poi un accenno alla riorganizzazione della medicina di base, che – dice - non sta portando i frutti sperati, allora forse bisognerebbe pensare a compiere un passo indietro. Stefano Canti guarda a quel che è stato fatto, come la legge sui contratti temporanei dei medici, e quel che funziona, come i reparti di urologia e oftalmologia, che hanno contribuito a ridurre la spesa per interventi fuori confine. Le strutture le abbiamo – sottolinea – dobbiamo quindi proseguire sulla strada tracciata da questi esempi. “Non mi sembra di avere la percezione che l'Iss sia completamente allo sbando come qualcuno vorrebbe dipingerla – concorda Enrico Carattoni - ma non penso neanche che i segnali di allarme debbano essere sottovalutati. In tutti gli ambiti quando ci sono riforme e cambiamenti, sono presenti criticità che vanno risolte. Fuga di medici, call center, code in farmacia: qualcosa di critico c’è - ricorda Nicola Selva – e quando qualcosa comincia a non funzionare bisogna correre ai ripari. La sanità per Mario Venturini è un comparto che funziona, lo dicono i numeri ma quel che emerge in base al resoconto del collegio dei sindaci revisori è una responsabilità politica per non aver previsto adeguamenti normativi. Da due anni il collegio segnala criticità. Dov’è l’inghippo? - si chiede allora Franco Santi - perché non riusciamo a dotare l’istituto delle giuste figure professionali? L’ossatura del sistema – replica Bianca Caruso - la fa la componente amministrativa e qui abbiamo figure assenti nella contabilità, nella gestione delle risorse. Per chi lavora poi – aggiunge - c'è un problema contrattuale: l'impossibilità di un contratto a tempo indeterminato subito, fa desistere dal venire a San Marino. Caruso risponde anche sulla questione screening: da inizio anno riattivate le chiamate per la prevenzione del tumore al collo dell'utero - assicura - mentre le donne positive sono già state chiamate tempestivamente. Lo stesso per colon retto. Si potrà parlare di ritardi – conclude - solo se a fine 2016 queste donne non verranno chiamate. Il test copre 5 anni. Da dipendenti Iss, infine, i commissari Guerrino Zanotti e Roberto Venturini non spingono sull'acceleratore ma senza rinunciare a porre l'accento su diverse questioni. Ad esempio – osserva Zanotti – è necessario che la politica svolga un ruolo di monitoraggio dell’attività dell’Iss, per rendersi conto che gli obiettivi contenuti nel piano sanitario siano realmente raggiunti. Altro problema è il dialogo che manca tra i vari uffici Iss,
anche queste sono questioni che devono far ragionare la politica. Per Venturini un allarmismo enfatizzato quello sull’Iss in questi mesi. La nostra – conferma - è una buona sanità. Poi si toglie un sassolino: se non ci fosse l’emergenza dei medici non saremmo qui a parlarne, è infatti questa “la vera emergenza”. La causa, secondo Venturini: gli impedimenti alla libera professione. Un professionista di livello – sottolinea - dopo un po’ di anni qui a San Marino non lo è più, perché vedrà pochi pazienti e farà pochi interventi. Se non risolviamo sarà il declino".
anche queste sono questioni che devono far ragionare la politica. Per Venturini un allarmismo enfatizzato quello sull’Iss in questi mesi. La nostra – conferma - è una buona sanità. Poi si toglie un sassolino: se non ci fosse l’emergenza dei medici non saremmo qui a parlarne, è infatti questa “la vera emergenza”. La causa, secondo Venturini: gli impedimenti alla libera professione. Un professionista di livello – sottolinea - dopo un po’ di anni qui a San Marino non lo è più, perché vedrà pochi pazienti e farà pochi interventi. Se non risolviamo sarà il declino".
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