In seduta notturna la commissione parte dall’esame del progetto di legge “Osservatorio nazionale per la famiglia”. L’opposizione attacca a testa bassa il metodo utilizzato dal governo che solo all’ultimo ha fornito la bozza del documento con gli emendamenti, senza garantire confronto. E chiede di sospendere il comma. Il consigliere di Rete, Elena Tonnini, sostiene che la relazione e alcune parti della legge sono un copia-incolla da documenti italiani. Alla fine del giro di interventi la seduta viene interrotta per qualche minuto, dopodiché inizia l’esame dell’articolato.
All’articolo 1 si apre un dibattito sul concetto di famiglia. Tonnini (Rete), propone infatti un emendamento, respinto, per inserire la definizione inclusa nella relazione al progetto di legge, che comprende anche le convivenze di fatto. Nicola Renzi di Ap sottolinea come “non sia una definizione congrua alla mia visione”. Per cui Paolo Crescentini del Ps chiede se “c’è sfiducia nella relazione del segretario di Stato. E’ assurdo dire che non va bene quella definizione”. La maggioranza replica che non si tratta di definire il concetto di famiglia ma di valutarne l’evoluzione.
All’articolo 2 Rete presenta una serie di emendamenti, che in parte il segretario di Stato Mussoni ritiene raccoglibili, ma che andrebbero “raffinati”. Per esempio il raccordo con gli organismi pubblici già esistenti, il supporto alla normativa sulla disabilità. Ma dato che manca solo un’ora al termine dei lavori propone di aggiornare la seduta. “Se c’è la volontà seria di stendere un testo condiviso- spiega- sono disponibile a continuare il lavoro senza forzature. Fissiamo un incontro a metà febbraio prima della nuova seduta della commissione, ma senza caricare troppo il progetto di legge”. Si decide così di sospendere la seduta.
Di seguito un riassunto dei lavori
Progetto di legge “Osservatorio nazionale per la famiglia”
Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Non ci sono grosse modifiche rispetto alla prima lettura. C’è stato da parte mia un difetto di comunicazione della bozza definitiva alla Segreteria istituzionale. Non è un progetto di legge complesso, l’originalità sta nel creare un punto di osservazione politico sulle azioni per la famiglia. Ci sono Osservatori più complessi altrove, con una struttura più organizzata. Da noi serve una dimensione adatta alla nostra realtà. Non c’è compenso. Si crea un punto di sintesi tra segreterie di Stato diverse per la famiglia. Possiamo pensare a fare partecipare l’opposizione all’Osservatorio, assieme ai tecnici scelti dal governo: le politiche della famiglia non hanno colore. Spero ci sia spirito collaborativo serio. Le modifiche sono in gran parte dovute allo spostamento di due articoli”.
Franco Santi, C10: “In prima lettura a novembre l’Aula ha criticato il testo. Il segretario di Stato ha parlato di difetto di comunicazione. Ma perché in due mesi non è stato inviato alla minoranza il testo? Mi sono trovato questo pomeriggio il testo emendato, che è un altro testo rispetto alla prima lettura. Il tentativo di minimizzare la portata dell’Osservatorio è sbagliato. Non siamo in grado di valutare il nuovo testo e di presentare emendamenti. E’ un atteggiamento da stigmatizzare. L’Osservatorio ha un senso se inserito in un quadro generale di politiche per la famiglia. E’ importante studiare l’evoluzione sociale del nostro territorio, molte cose cambiano. Contesto fortemente il metodo e chiedo di sospendere il comma”.
Elena Tonnini, Rete: “Questo provvedimento non è adatto alla nostra realtà. Il contenuto di una legge che si occupa di famiglia è molto importante. Non ci sono i presupposti per essere collaborativi. La relazione al progetto di legge presenta dati distorti. Chi l’ha stesa non ha letto la relazione economico-statistica. E’ di nomina politica, ma non ha competenze in merito. Dite che le famiglie mono-personali sono la tipologia prevalente, ma i dati statistici dicono altro. L’obiettivo della legge non è tutelare le famiglie ma sopperire alle pressioni di chi vuole che venga approvata. Ad alcuni organismi è molto caro il principio di sussidiarietà. Inoltre la relazione della legge è un copia-incolla di un documento della Regione Emilia-Romagna. C’è malafede. Avete anche fatto copia-incolla da siti italiani. A questo gioco non ci sto, è una presa in giro. Condivido la richiesta del ritiro. Ma abbiamo anche emendamenti che stravolgono il vostro Osservatorio e che si basano sulle esigenze delle famiglie sammarinesi, non emiliano-romagnole”.
Stefano Canti, Pdcs: “San Marino è indietro sul sostegno alle famiglie. C’è una sussidiarietà alla rovescia dove le famiglie colmano le mancanze del sistema pubblico. L’Osservatorio pone la famiglia al centro dell’azione politica. Il testo presenta modifiche che portano un maggiore beneficio rispetto alla prima lettura”.
Paolo Crescentini, Ps: “Ho diversi dubbi sul progetto di legge. Questo testo non ha nulla a che fare con la prima lettura. Certi aspetti sono offensivi per il Consiglio grande e generale: viene bypassato nella nomina. La proposta del consigliere Santi è pertinente, è mancato il confronto. Rimandiamo l’esame del progetto di legge”.
Augusto Michelotti, Su: “Aderisco alla richiesta della minoranza. In caso voterò contro a tutti gli articoli. La metodologia è tanto scorretta da farmi trovare spesato. Il testo è completamente stravolto”.
Nicola Renzi, Ap: “Qualche cosa non andava nel testo in prima lettura. Di fronte ai rilievi del consigliere Tonnini, mi trovo in parte concorde sul metodo. Sul riprendere pezzi da altri documenti si deve stare molto attenti. Ma se ci sono elementi qualificanti va bene. E deve essere messo in evidenza. Non credo alla malafede. Non ci sono stravolgimenti se non di forma, riorganizzazione e riscrittura, per sciogliere alcuni nodi. E’ stato per esempio tolto l’aspetto della decretazione. E’ stata messa in risalto la delega per la Famiglia. Cerchiamo di confrontarci sul testo. Verificheremo se c’è stato un uso improprio di altri documenti. Comunque il testo come emendato è valido”.
William Giardi, Upr: “Le fonti vanno citate. Dire che la legge è stata emendata è un eufemismi, è stata per l’80% cancellata e il resto è stato aggiunto ex novo. Non parlo di serietà delle persone, ma del metodo. Mi trovo oggi a rileggere una cosa nuova. Vorrei avere il tempo materiale per dare un giudizio”.
Gerardo Giovagnoli, Psd: “Il rilievo sulla differenza dei testi è vero. Chiedere un momento di rinvio è legittimo, le valutazioni spettano all’esecutivo. Non trovo però legittima la costruzione logica del consigliere Tonnini che per dimostrare mancanza di buona fede prende l’elemento della relazione per parlare di incompetenza. La sua indignazione la rispedisco al mittente”.
Massimo Cenci, Ns: “Non mi piace l’idea di documenti prelevati in toto da altre fonti. Ma non dubito sulla malafede di nessuno. Non vedo tutto questo distacco dalla realtà sammarinese nella legge e non vedo nemmeno tutto questo stravolgimento. Nelle modifiche c’è anche qualcosa di nostro. Confrontiamoci oggi”.
Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, replica: “Non voglio banalizzare gli interventi ascoltati. I contenuti legislativi sono sammarinesi, sulla relazione farò delle verifiche. In prima lettura c’è stato un equivoco e l’ho ammesso; c’è stato uno sforzo di modifica ma nessuna rivoluzione. Un Osservatorio serve, non per fare polemica politica, ma per mettere a sistema teorie e opinioni diverse. Sarebbe sbagliato perdere altri mesi. Gli errori si possono commettere ma cercherei di essere costruttivo. Comunque decidano i commissari se andare avanti o meno”.
All’articolo 1 si apre un dibattito sul concetto di famiglia. Tonnini (Rete), propone infatti un emendamento, respinto, per inserire la definizione inclusa nella relazione al progetto di legge, che comprende anche le convivenze di fatto. Nicola Renzi di Ap sottolinea come “non sia una definizione congrua alla mia visione”. Per cui Paolo Crescentini del Ps chiede se “c’è sfiducia nella relazione del segretario di Stato. E’ assurdo dire che non va bene quella definizione”. La maggioranza replica che non si tratta di definire il concetto di famiglia ma di valutarne l’evoluzione.
All’articolo 2 Rete presenta una serie di emendamenti, che in parte il segretario di Stato Mussoni ritiene raccoglibili, ma che andrebbero “raffinati”. Per esempio il raccordo con gli organismi pubblici già esistenti, il supporto alla normativa sulla disabilità. Ma dato che manca solo un’ora al termine dei lavori propone di aggiornare la seduta. “Se c’è la volontà seria di stendere un testo condiviso- spiega- sono disponibile a continuare il lavoro senza forzature. Fissiamo un incontro a metà febbraio prima della nuova seduta della commissione, ma senza caricare troppo il progetto di legge”. Si decide così di sospendere la seduta.
Di seguito un riassunto dei lavori
Progetto di legge “Osservatorio nazionale per la famiglia”
Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Non ci sono grosse modifiche rispetto alla prima lettura. C’è stato da parte mia un difetto di comunicazione della bozza definitiva alla Segreteria istituzionale. Non è un progetto di legge complesso, l’originalità sta nel creare un punto di osservazione politico sulle azioni per la famiglia. Ci sono Osservatori più complessi altrove, con una struttura più organizzata. Da noi serve una dimensione adatta alla nostra realtà. Non c’è compenso. Si crea un punto di sintesi tra segreterie di Stato diverse per la famiglia. Possiamo pensare a fare partecipare l’opposizione all’Osservatorio, assieme ai tecnici scelti dal governo: le politiche della famiglia non hanno colore. Spero ci sia spirito collaborativo serio. Le modifiche sono in gran parte dovute allo spostamento di due articoli”.
Franco Santi, C10: “In prima lettura a novembre l’Aula ha criticato il testo. Il segretario di Stato ha parlato di difetto di comunicazione. Ma perché in due mesi non è stato inviato alla minoranza il testo? Mi sono trovato questo pomeriggio il testo emendato, che è un altro testo rispetto alla prima lettura. Il tentativo di minimizzare la portata dell’Osservatorio è sbagliato. Non siamo in grado di valutare il nuovo testo e di presentare emendamenti. E’ un atteggiamento da stigmatizzare. L’Osservatorio ha un senso se inserito in un quadro generale di politiche per la famiglia. E’ importante studiare l’evoluzione sociale del nostro territorio, molte cose cambiano. Contesto fortemente il metodo e chiedo di sospendere il comma”.
Elena Tonnini, Rete: “Questo provvedimento non è adatto alla nostra realtà. Il contenuto di una legge che si occupa di famiglia è molto importante. Non ci sono i presupposti per essere collaborativi. La relazione al progetto di legge presenta dati distorti. Chi l’ha stesa non ha letto la relazione economico-statistica. E’ di nomina politica, ma non ha competenze in merito. Dite che le famiglie mono-personali sono la tipologia prevalente, ma i dati statistici dicono altro. L’obiettivo della legge non è tutelare le famiglie ma sopperire alle pressioni di chi vuole che venga approvata. Ad alcuni organismi è molto caro il principio di sussidiarietà. Inoltre la relazione della legge è un copia-incolla di un documento della Regione Emilia-Romagna. C’è malafede. Avete anche fatto copia-incolla da siti italiani. A questo gioco non ci sto, è una presa in giro. Condivido la richiesta del ritiro. Ma abbiamo anche emendamenti che stravolgono il vostro Osservatorio e che si basano sulle esigenze delle famiglie sammarinesi, non emiliano-romagnole”.
Stefano Canti, Pdcs: “San Marino è indietro sul sostegno alle famiglie. C’è una sussidiarietà alla rovescia dove le famiglie colmano le mancanze del sistema pubblico. L’Osservatorio pone la famiglia al centro dell’azione politica. Il testo presenta modifiche che portano un maggiore beneficio rispetto alla prima lettura”.
Paolo Crescentini, Ps: “Ho diversi dubbi sul progetto di legge. Questo testo non ha nulla a che fare con la prima lettura. Certi aspetti sono offensivi per il Consiglio grande e generale: viene bypassato nella nomina. La proposta del consigliere Santi è pertinente, è mancato il confronto. Rimandiamo l’esame del progetto di legge”.
Augusto Michelotti, Su: “Aderisco alla richiesta della minoranza. In caso voterò contro a tutti gli articoli. La metodologia è tanto scorretta da farmi trovare spesato. Il testo è completamente stravolto”.
Nicola Renzi, Ap: “Qualche cosa non andava nel testo in prima lettura. Di fronte ai rilievi del consigliere Tonnini, mi trovo in parte concorde sul metodo. Sul riprendere pezzi da altri documenti si deve stare molto attenti. Ma se ci sono elementi qualificanti va bene. E deve essere messo in evidenza. Non credo alla malafede. Non ci sono stravolgimenti se non di forma, riorganizzazione e riscrittura, per sciogliere alcuni nodi. E’ stato per esempio tolto l’aspetto della decretazione. E’ stata messa in risalto la delega per la Famiglia. Cerchiamo di confrontarci sul testo. Verificheremo se c’è stato un uso improprio di altri documenti. Comunque il testo come emendato è valido”.
William Giardi, Upr: “Le fonti vanno citate. Dire che la legge è stata emendata è un eufemismi, è stata per l’80% cancellata e il resto è stato aggiunto ex novo. Non parlo di serietà delle persone, ma del metodo. Mi trovo oggi a rileggere una cosa nuova. Vorrei avere il tempo materiale per dare un giudizio”.
Gerardo Giovagnoli, Psd: “Il rilievo sulla differenza dei testi è vero. Chiedere un momento di rinvio è legittimo, le valutazioni spettano all’esecutivo. Non trovo però legittima la costruzione logica del consigliere Tonnini che per dimostrare mancanza di buona fede prende l’elemento della relazione per parlare di incompetenza. La sua indignazione la rispedisco al mittente”.
Massimo Cenci, Ns: “Non mi piace l’idea di documenti prelevati in toto da altre fonti. Ma non dubito sulla malafede di nessuno. Non vedo tutto questo distacco dalla realtà sammarinese nella legge e non vedo nemmeno tutto questo stravolgimento. Nelle modifiche c’è anche qualcosa di nostro. Confrontiamoci oggi”.
Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, replica: “Non voglio banalizzare gli interventi ascoltati. I contenuti legislativi sono sammarinesi, sulla relazione farò delle verifiche. In prima lettura c’è stato un equivoco e l’ho ammesso; c’è stato uno sforzo di modifica ma nessuna rivoluzione. Un Osservatorio serve, non per fare polemica politica, ma per mettere a sistema teorie e opinioni diverse. Sarebbe sbagliato perdere altri mesi. Gli errori si possono commettere ma cercherei di essere costruttivo. Comunque decidano i commissari se andare avanti o meno”.
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