Si apre ufficialmente la crisi. Accolte le dimissioni di Antonella Mularoni, nessun colpo di scena. Non c'è però unanimità. E qui sta la sorpresa. Si allinea a Dc e Ns Iro Belluzzi, si astengono Capicchioni e Morganti. “Scontato accettarle – commenta Belluzzi – se non lo avessimo fatto ci saremmo messi in un pantano istituzionale. Ed era la decisione presa ieri, nella riunione di maggioranza”. Tutti si aspettavano una fine anticipata della legislatura e non lo nascondono, ma oggi la situazione si complica, soprattutto alla luce delle emergenze. Le deleghe della Mularoni verranno ridistribuite fra Dc, Psd e Ns. Territorio a Lonfernini; telecomunicazioni a Belluzzi; tutto il resto ad Arzilli. Il calendario è pronto: il Congresso si riunirà due volte ad agosto, una delle quali il 10, il giorno successivo l'ufficio di Presidenza; il Consiglio dopo il 21. “E' stato un Congresso surreale”, commenta Lonfernini. “Volevamo mettere in sicurezza il paese con il bilancio dello Stato – dichiara Arzilli – ma ci è stato negato”. Lonfernini però assicura: “faremo di tutto per continuare lavori ordinari e straordinari. E seguiremo con attenzione finanziaria e sistema bancario”. C'è anche un assestamento di bilancio da fare, per stanziare fondi per le elezioni. Il paese ha bisogno di un Governo che nasca dalle urne e che non subisca veti incrociati e posizioni personalistiche. Mussoni si toglie qualche sassolino dalla scarpa e si aspetta che la prossima maggioranza non sia più soggetta a ricatti e questioni famigliari. E' stato questo, dice, il problema degli ultimi mesi. Nel guardare ad una coalizione forte, non pone veti.
MF
L'intervista al Segretario Francesco Mussoni
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L'intervista al Segretario Francesco Mussoni
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