Tre le novità sostanziali del nuovo statuto del Partito Socialista, cui i delegati hanno detto sì unanimi: l'introduzione delle primarie, per garantire un adeguato coinvolgimento popolare nella scelta delle cariche elettive; il tesoriere che assume la rappresentanza legale, e il presidente che viene nominato dalla direzione, composta da 48 membri più uno, ossia il segretario eletto dal congresso. I delegati hanno spiegato che tipo di partito vogliono che esca dall'assise: un partito unito, non solo nel nome ma nei fatti, di opposizione come le ultime elezioni hanno sancito, ma propositivo, collaborativo in caso di riforme condivise. No al governo delle tasse, hanno sottolineato. “Siamo qui per difendere gli ultimi e i più deboli – ha detto Rossano Fabbri – Al primo posto io metto la legalità e la sicurezza, magari con l'istituzione di una Procura della Repubblica. E una nuova Banca centrale: non mi è piaciuto che in piena operazione Titano – ha sottolineato – abbia scaricato responsabilità quasi solo sul tribunale. In questi casi è proprio Banca centrale che deve intervenire”. La gogna mediatica cui è stata sottoposta San Marino preoccupa: per Nicoletta Canini la nuova generazione appare sconfitta, abbattuta. “Ma oggi questo partito – ha detto – ha avuto il coraggio di sfidare la frammentazione, io mi sento parte di questa partita da giocare, pronta a dire anche dei no pur di ottenere un progetto credibile per San Marino”.
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