Si rifà alle radici socialiste del 1892, quando il movimento socialista si affaccia sul Titano, il nuovo Partito Socialista “senza aggettivi” che nasce dall'unificazione di due forze che quasi un anno fa hanno avviato un percorso comune. Si impegna ad aprirsi a tutte le culture ed esperienze dell'area riformista, liberale e democratica, e a qualificarsi come speranza concreta per il rinnovamento e la modernizzazione del Paese. Per affrontare la crisi economica sollecita un piano di ricostruzione nazionale, che si muova nella direzione dell'equità, la legalità. La sicurezza, unitamente alla trasparenza. Un piano che sappia promuovere il merito e abolire i privilegi e la discrezionalità, in grado di rilanciare l'occupazione e affermare lo stato di diritto. La risposta non può essere solo nei sacrifici, si deve riguadagnare credibilità internazionale. Prioritaria l'uscita dalla black list italiana.
Per sostenere la crescita occorrono interventi adeguati in ricerca, tecnologia e formazione professionale; un nuovo modello di sviluppo che metta al centro la qualità dell'economiastorica, come commercio e turismo, e quella innovativa, come la green economy, la comunicazione, le infrastrutture. Nessun taglio al livello di protezione sociale per tutti i cittadini, con particolare attenzione alle fasce più deboli, e mantenimento dell'efficienza di scuola e sanità.
Per la politica si intende rafforzare il rapporto con l'Unione per la Repubblica e favorire una collaborazone organica tra le forze dell'area cattolica, democratica e liberale e quelle di un'area socialista e progressista. Una collaborazione che parta da proposte condivise, riforme, percorsi di cambiamento e di innovazione. Si ritiene insufficiente l'operato del Governo e pur giudicando encomiabile l'intenzione di raggiungere il pareggio di bilancio, questo non deve avvenire solo con l'introduzione di imposte straordinarie, perchè producono ulteriore recessione. Servono nuove entrate e misure per riattivare la crescita, rilanciare l'occupazione e tagliare la spesa pubblica improduttiva. Per questo è necessaria una determinazione politica- conclude la mozione conclusiva - che la maggioranza, da sola, non pare essere in grado di garantire.
Per sostenere la crescita occorrono interventi adeguati in ricerca, tecnologia e formazione professionale; un nuovo modello di sviluppo che metta al centro la qualità dell'economiastorica, come commercio e turismo, e quella innovativa, come la green economy, la comunicazione, le infrastrutture. Nessun taglio al livello di protezione sociale per tutti i cittadini, con particolare attenzione alle fasce più deboli, e mantenimento dell'efficienza di scuola e sanità.
Per la politica si intende rafforzare il rapporto con l'Unione per la Repubblica e favorire una collaborazone organica tra le forze dell'area cattolica, democratica e liberale e quelle di un'area socialista e progressista. Una collaborazione che parta da proposte condivise, riforme, percorsi di cambiamento e di innovazione. Si ritiene insufficiente l'operato del Governo e pur giudicando encomiabile l'intenzione di raggiungere il pareggio di bilancio, questo non deve avvenire solo con l'introduzione di imposte straordinarie, perchè producono ulteriore recessione. Servono nuove entrate e misure per riattivare la crescita, rilanciare l'occupazione e tagliare la spesa pubblica improduttiva. Per questo è necessaria una determinazione politica- conclude la mozione conclusiva - che la maggioranza, da sola, non pare essere in grado di garantire.
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