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Congresso di Stato: occhi puntati su tribunale e gendarmeria

30 gen 2012
La conferenza stampa del Congresso di Stato
La conferenza stampa del Congresso di Stato
I toni sono prudenti ma le valutazioni restano pesanti. Parte del corpo della gendarmeria ha omesso di svolgere indagini. E, sull’operato del giudice Marsili, sarà l’ordinamento giudiziario a stabilire se si arriverà all’azione di sindacato. Tutto parte dall’ordinanza del giudice delle appellazioni penali, David Brunelli. E’ lui a definire “ingiustificata e inaccettabile l’inerzia degli organi preposti alle indagini” rispetto alla vicenda che vide l’imprenditore anconetano Claudio Vitalucci sporgere denuncia per minacce, nei confronti di Riccardo Ricciardi e Bruno Platone, legati a Marco Bianchini. Una valutazione che mette sotto inchiesta il lavoro del magistrato Manlio Marsili a cui era stato affidato il caso. Ci vogliono 8 mesi, dalla prima denuncia di Vitalucci, per far partire la delega alla gendarmeria ad effettuare indagini. E ancora altri 8 mesi per constatare che la gendarmeria non aveva ancora prodotto atti. Così, il 25 ottobre del 2011, il giudice Marsili archivia il fascicolo e scrive la parola fine su fatti che riemergeranno, con prepotenza, nell’inchiesta Criminal Minds della Guardia di Finanza di Rimini. “Fatti che meritano la massima attenzione e che destano grande preoccupazione, commenta il Segretario per la giustizia. Gli input politici per la trasparenza erano molto chiari, sottolinea il Segretario agli esteri. Qualcuno li ha volutamente ignorati. E non vorremmo che analoghi ritardi si registrassero in altri fascicoli. Dietro a questa vicenda, commenta il Segretario alla cultura, aleggiano situazioni legate alla Cio, ai Vallefuoco e ad altro. Sarà importante, dice Casali, andare a vedere da dove viene la Cio e chi l’ha portata a San Marino.” Il governo, ricorda, ha avuto contrasti con l’ex comandante della gendarmeria e per questo è stato bistrattato. Mi pare, aggiunge, che alcune tesi vadano riviste. I fatti dimostrano che volevamo solo difendere la trasparenza. Adesso, ripete, va fatta chiarezza. E lo sguardo è rivolto soprattutto alla gendarmeria. Il governo sottolinea che verso il corpo permane una “sostanziale fiducia” ma parla anche di gendarmi che hanno viaggiato e viaggiano su binari diversi dagli interessi del Paese. Se il Congresso di Stato sforna leggi sulla trasparenza ma poi tribunale e gendarmeria non compiono fino in fondo il loro dovere la macchina si inceppa, rimarca Casali. E, aggiunge Antonella Mularoni, alcune azioni sono state seriamente ostacolate. Deve aprirsi la stagione della legalità ma è difficile, sottolinea Morri, perché ci sono incrostazioni, situazioni radicate da tempo.

Sonia Tura

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