E' proseguito per tutta la mattinata il dibattito, iniziato ieri, in comma Comunicazioni, relativo al recente arresto di Fiorenzo Stolfi, ex segretario di Stato, e agli sviluppi delle indagini partite dalla vicenda del “conto Mazzini”. La condanna del Psd viene ribadita in apertura dei lavori dal consigliere Guerrino Zanotti, segue Grazia Zafferani di Rete che insiste a chiedere le dimissioni del governo perché “la credibilità delle istituzioni è morta”. Marco Podeschi, Upr, attacca invece un “governo che non c'è” e che non riesce a dare le risposte necessarie al Paese. Ma anche la maggioranza, “C'è purtroppo un filo rosso tra la vecchia e nuova- lamenta- non c'è il cambio di passo”. Tony Margiotta, Su, attribuisce ai “protagonisti della politica sammarinese accusati di cose pesantissime” la responsabilità di “un tradimento nei confronti dello Stato e dei cittadini, della storia di San Marino”.
Prende la parola anche il segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici per un mea culpa politico: “Mi faccio carico di alcune responsabilità individuali- ammette- perché in un passato neppure troppo distante da parte mia ci potevano essere elementi di maggiore scrupolo”. Si sofferma su Banca centrale, cui ritiene debba essere garantito l’esercizio della propria funzione. Il segretario respinge quindi le richieste di dimissioni del governo: “Siamo nella più classica strumentalizzazione politica”. Infine, lancia un appello alle forze politiche tradizionali: “Dimostrino di essere capaci di rimediare a ciò che non è andato”.
Francesca Michelotti, Su, motiva la soddisfazione per la carcerazione di Stolfi: “Abbiamo avuto conferma che l'arresto di Podeschi non è stato un sasso gettato nello stagno- spiega- ma l'inizio di una nuova Repubblica”. Alessandro Cardelli, Pdcs, difende l'esecutivo e le forze tradizionali: “Non credo che il governo debba sconfessarsi, all'interno dei partiti il rinnovamento è già stato avviato”.
Massimo Cenci, Ns, osserva che il problema non è limitato alla politica: “Operiamo in un sistema malato, in tutti gli ambiti della società, ma già denunciato dalla relazione della commissione Antimafia”. Anche per Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri, “quello che è accaduto ultimamente- spiega- parla di un contagio grave che ha raggiunto tutti i gangli della vita sociale e istituzionale di questo Paese”. Il segretario di Stato suggerisce due strade da intraprendere per reagire: la prima, quella di “intensificare un’azione di isolamento dei focolai”, e quindi identificare con chiarezza dove si formano i fattori di corruzione del sistema. La seconda traccia da seguire è invece quella di “intensificare le pratiche che non espongono ai rischi”, quindi “rafforzare la chiarezza istituzionale”. Rossano Fabbri, Ps, osserva con favore che il Paese è cambiato: “Si è arrivati finalmente a una giustizia che riesce a intervenire”. Infine, l'ultimo intervento della mattina è quello di Paride Andreoli, Ps, che rilancia l'importanza del rinnovamento politico, condotto anche dal suo partito, e ribadisce i dubbi, già espressi dal segretario Celli, sulla delegittimazione dei vertici di Bcsm, dopo le perquisizioni nei suoi uffici: “Che credibilità può avere di fronte questa vicenda- si chiede- la nostra Banca centrale?”
(Agenzia Dire)
Prende la parola anche il segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici per un mea culpa politico: “Mi faccio carico di alcune responsabilità individuali- ammette- perché in un passato neppure troppo distante da parte mia ci potevano essere elementi di maggiore scrupolo”. Si sofferma su Banca centrale, cui ritiene debba essere garantito l’esercizio della propria funzione. Il segretario respinge quindi le richieste di dimissioni del governo: “Siamo nella più classica strumentalizzazione politica”. Infine, lancia un appello alle forze politiche tradizionali: “Dimostrino di essere capaci di rimediare a ciò che non è andato”.
Francesca Michelotti, Su, motiva la soddisfazione per la carcerazione di Stolfi: “Abbiamo avuto conferma che l'arresto di Podeschi non è stato un sasso gettato nello stagno- spiega- ma l'inizio di una nuova Repubblica”. Alessandro Cardelli, Pdcs, difende l'esecutivo e le forze tradizionali: “Non credo che il governo debba sconfessarsi, all'interno dei partiti il rinnovamento è già stato avviato”.
Massimo Cenci, Ns, osserva che il problema non è limitato alla politica: “Operiamo in un sistema malato, in tutti gli ambiti della società, ma già denunciato dalla relazione della commissione Antimafia”. Anche per Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri, “quello che è accaduto ultimamente- spiega- parla di un contagio grave che ha raggiunto tutti i gangli della vita sociale e istituzionale di questo Paese”. Il segretario di Stato suggerisce due strade da intraprendere per reagire: la prima, quella di “intensificare un’azione di isolamento dei focolai”, e quindi identificare con chiarezza dove si formano i fattori di corruzione del sistema. La seconda traccia da seguire è invece quella di “intensificare le pratiche che non espongono ai rischi”, quindi “rafforzare la chiarezza istituzionale”. Rossano Fabbri, Ps, osserva con favore che il Paese è cambiato: “Si è arrivati finalmente a una giustizia che riesce a intervenire”. Infine, l'ultimo intervento della mattina è quello di Paride Andreoli, Ps, che rilancia l'importanza del rinnovamento politico, condotto anche dal suo partito, e ribadisce i dubbi, già espressi dal segretario Celli, sulla delegittimazione dei vertici di Bcsm, dopo le perquisizioni nei suoi uffici: “Che credibilità può avere di fronte questa vicenda- si chiede- la nostra Banca centrale?”
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