Era il decreto più atteso e osteggiato, anche dal sindacato, e rischia di diventare la buccia di banana della maggioranza. L'articolo della discordia è il 7, che introduce lo strumento della solidarietà familiare: permette ai titolari di attività economiche di avvalersi dell'aiuto di familiari – anche pensionati – senza limiti e a titolo gratuito. Taglia le gambe ai disoccupati, accusa la Csu, che ne chiede il ritiro ai capigruppo consiliari. L'argomento scalda l'aula e la divide: l'opposizione si schiera al fianco dei sindacati, anche ad alcuni consiglieri di maggioranza l'articolo 7, così com'è, non piace. Numerosi gli emendamenti. Ben sette quelli presentati da Bene Comune. C'è il timore di un abuso della solidarietà familiare e che venga usata per camuffare un'attività lavorativa vera e propria. Si lamenta l'assenza di concertazione, c'è chi propone un periodo di prova. Ma c'è anche chi ricorda quanto questo strumento sia importante in un momento di profonda crisi, in cui molte attività del Centro storico rischiano la chiusura e dove le condizioni economiche richiedono il sostegno dei familiari per andare avanti. Servono risposte soprattutto ora che la stagione turistica è alle porte. L'aria è tesa, c'è nervosismo in maggioranza, tanto che un emendamento sottoscritto da consiglieri di Psd, Pdcs e Ap divide gli alleati. Si arriva ad un compromesso: il Segretario Belluzzi promette, entro gennaio del prossimo anno, una normativa ad hoc su solidarietà, lavoro famigliare e di pensionati. Quasi tutti gli emendamenti della maggioranza vengono ritirati. Si passa al voto: respinti quelli dell'opposizione. Non passa anche uno della maggioranza, per parità, sull'estensione della linea parentale. Mentre un altro - sempre della maggioranza – viene accolto per un soffio: 25 voti a favore, 24 contrari e un astenuto. Si torna al voto domani, con l'articolato 8- 9 e l'approvazione definitiva del decreto.
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