L’uscita di San Marino dalla black list italiana avverrà dopo la ratifica del protocollo di modifica contro le doppie imposizioni fiscali. E la ratifica avrà luogo quando tutte le amministrazioni italiane avranno riferito sulla collaborazione in atto con San Marino. Lo ha comunicato al Consiglio Grande e Generale il Segretario di Stato per gli affari esteri, in missione all’estero, attraverso un riferimento letto dal collega di governo Romeo Morri. Dopo la lettera inviata alla Reggenza dal Presidente del Consiglio italiano, ha sottolineato, abbiamo subito preso contatto con i Ministeri degli esteri e dell’economica, per definire velocemente la data della firma, che sarà curata dalla Farnesina. Il governo sammarinese, ha aggiunto, è convinto che il processo di adeguamento agli standard internazionali è un percorso di non ritorno, è impegnato ad andare fino in fondo. A metà 2012, ricorda Antonella Mularoni, arriverà il giudizio Ocse relativo all’effettività dello scambio di informazioni in materia fiscale. Il Segretario di Stato per le finanze racconta all’Aula l’atto di cessione di Banca Commerciale ad Asset Banca, avvenuto dopo diverse giornate di trattativa e operativo dalle 8.30 di questa mattina e parla di una firma al fotofinish. Critici i commenti dell’opposizione. Siamo ancora sotto osservazione, dice Alessandro Rossi, accusando il governo di non avere assolutamente riferito in merito all’inchiesta Criminal Minds. Il consigliere di Sinistra Unita torna a denunciare la mancanza di trasparenza rispetto ai comportamenti del Presidente di Banca Centrale e dice “Angelo Clarizia, avvocato di cassazione, fratello di Renato, è stato il legale dei ricorsi in cassazione promossi da Karnak contro l’agenzia delle entrate”. Il quadro che emerge, secondo Rossi, è di una complessità molto elevata. Acquisizione sui generis, aggiunge, quella di Banca Commerciale. Asset banca ha anche qualche problema giudiziario da chiarire. E l’acquisto del Credito Industriale da parte di Banca Partner, afferma, non da un messaggio positivo per il riverbero verso le attività di controllo italiane. Nessun contributo collaborativo alla maggioranza da parte di Sinistra Unita fino a quando le ombre non si dissolveranno. Ci auguriamo controlli, conclude, su quanto avvenuto in Finproject e che venga tolta la delega diplomatica a Bruscoli, consigliere d’ambasciata in Libia. Un passaggio ripreso da Gian Nicola Berti che dice: “O gli viene tolto il passaporto diplomatico o abbandono immediatamente questa maggioranza”. Il consigliere di Noi Sammarinesi difende Banca Centrale definendo grave la speculazione nei confronti di soggetti che per il loro ruolo sono tenuti al silenzio. Svolgono, dice, un lavoro prezioso e delicato. Vale la pena riflettere sulla necessità di modificare le leggi per consentirgli di parlare. Il nostro esame non è finito, commenta Alessandro Mancini del Psrs. Tutto fa pensare che saremo sotto osservazione ancora per tanto tempo. Mancini, e con lui Lonfernini e Menicucci dell’Upr, chiedono un riferimento puntuale sul fatto che alcune forze di opposizione avrebbero ostacolato il corso dei rapporti con l’Italia, come sostenuto dal Segretario agli esteri. Nessun trionfalismo dopo la lettera di Monti, sottolinea il capogruppo di Alleanza Popolare. E’ un punto di partenza per proseguire il percorso virtuoso intrapreso. Un risultato politico molto importante, senza il quale non ci poteva essere una prospettiva di normalizzazione dei rapporti bilaterali con l’Italia. Si è sempre accusato il governo di parlare solo con i tecnici, afferma Roberto Giorgetti, ora con la lettera di Monti si è testato a livello politico più alto il riconoscimento fatto dal nostro Paese. Nei fatti, dice il capogruppo del Psd, la lettera di Monti non aggiunge nulla rispetto a quanto sappiamo. Claudio Felici afferma di avere sentito pericolosi entusiasmi e consiglia maggiore equilibrio. Poi torna a chiedere alla maggioranza se pensa di affrontare da sola il percorso che ancora attende il Paese. Quello che sta accadendo nel sistema bancario, sottolinea, da esattamente l’idea di quanto ancora c’è da fare. Chi ci ascolta, conclude, non vuole capire chi vince il derby, ma se siamo capaci di mettere insieme risorse e idee per uscire dal guado.
Sonia Tura
Sonia Tura
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