Dobbiamo essere un Paese competitivo, per questo serviva una normativa avanzata che oggi risponde a criteri fondamentali. Così Marco Arzilli conclude la presentazione della nuova disciplina per le licenze. Quando sono arrivato nella Segreteria all'industria, ricorda, mi sono trovato di fronte a un problema che si chiama Licenzopoli. E siamo dovuti intervenire per riparare un sistema che aveva creato una sentenza senza precedenti, dando alla pubblica amministrazione la colpa dell'intera vicenda. Il giudice ha assolto il ragionier Severini, afferma Arzilli, perchè non si poteva trascurare la superficialità con cui le pratiche venivano gestite e il cittadino poteva davvero credere che il carattere della legge non fosse vincolante. Le opposizioni rimarcano l'approccio propositivo e disponibile registrato in Comissione ma anche il tempo perso negli ultimi 4 anni, dal varo cioè – sottolinea Marco Podeschi dell'Upr - della stessa legge oggi pesantemente modificata. Il testo è la parziale ammenda degli errori commessi ma in questi anni, rimarca, abbiamo perso economia e opportunità di sviluppo. Sostiene e difende il provvedimento la maggioranza che però rimarca con Maria Luisa Berti di Noi Sammarinesi, non passi l'idea che i controlli non ci sono più. Ci saranno sempre a tutela di una economia sana. Rete critica il mantenimento del modello concessorio. La motivazione utilizzata dal governo di mantenerea ambiti di operatività per impedire lo sviluppo di settori sensibili, commenta Roberto Ciavatta, non ci convince. Adesso le licenze vengono concesse in tempi più umani, afferma Andrea Zafferani di Civico 10, ma mancano molte cose importanti da subordinari al rilascio di una licenza come la presentazione del business plan, l'apertura di un conto corrente in una banca sammarinese e forme di garanzia in caso di fallimento. Più duri i toni del confronto durante la presentazione, in prima lettura, della legge sull'editoria anche se la disponibilità al confronto, anticipata dal Segretario Belluzzi, è stata accolta con favore sebbene giudicata tardiva. Le critiche principali sono indirizzate a quella che viene ritenuta una ingerenza della politica sull'attività giornalistica con la previsione di una Autorità Garante per l'Informazione formata in larga parte da nomine di tipo politico. In questo modo, ripete la minoranza, sarebbe la politica a decidere il codice deontologico, l'applicazione delle sanzioni e anche le verifiche sui requisiti per accedere all'esame abilitativo. Questa mattina invece il riferimento del segretario di Stato per gli Affari esteri sul riordino dei corpi di polizia. Valentini aveva informato la Commissione esteri di avere ricevuto una prima bozza dal Comandante della Gendarmeria e che non riteneva di poterla discuterla perché prima voleva portarla all'esame del Congresso di Stato. L'intenzione della segreteria di Stato e del governo non è cambiata, puntualizza. Sul fatto che la relazione è circolata e che addirittura è stato pubblicato un resoconto stenografico degli incontri della maggioranza, sottolinea, non posso rendere conto. E' un metodo che mi preoccupa, afferma Valentini, e fa nascere il sospetto che ancora una volta predichiamo bene ma razzoliamo male. Le anticipazioni diffuse non convincono le opposizioni. Dagli stralci pubblicati sulla stampa, commenta l'Upr, ci sono passaggi sovradimensionati rispetto al Paese. I socialisti chiedono di prevedere, in Commissione esteri, l'audizione del generale Gentili per comprendere le linee di indirizzo. La questione della sicurezza, aggiunge Civico 10, è potere strategico. No all'accentramento di potere nelle mani di un solo uomo.
Sonia Tura
Sonia Tura
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