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Consiglio: giurano i Segretari di Stato

di Monica Fabbri
8 gen 2020
Il giuramento integrale dei 10 Segretari di Stato
Il giuramento integrale dei 10 Segretari di Stato

Questa mattina, dopo le repliche, l'Aula approva con 42 voti a favore e 14 contrari il programma di Governo della XXX legislatura. 58 i presenti e due assenti. A seguire la riunione della Giunta Permanente delle Elezioni per le verifiche di competenza per la sostituzione dei 10 Segretari di Stato che hanno pronunciato davanti ai Capitani Reggenti la formula di rito e giurato sui Vangeli o con la mano sul cuore. Momento emozionante, salutato dall'applauso dell'Aula, anche per i primi Consiglieri non eletti che hanno giurato, subito dopo, in loro sostituzione. Il Governo è ora nel pieno dei suoi poteri e pronto a mettersi al lavoro sul programma. Fatta eccezione per Teodoro Lonfernini, gli altri 9 Segretari sono alla prima esperienza in Congresso di Stato. Ieri hanno illustrato all'Aula – ognuno per la sua delega - obiettivi e sfide con un comune denominatore: un metodo nuovo, basato su concertazione, trasparenza, coordinamento fra le varie Segreterie. Non ci saranno i sei mesi convenzionali per entrare nel ruolo. "Le emergenze – ha spiegato il titolare degli Esteri Luca Beccari - busseranno alla porta subito".

Ieri sera il clima si è scaldato, con attacchi all'alleanza fra Rete e Dc e ai contenuti del programma, definito dalla minoranza povero di soluzioni: “non si parla di spending review e riforma pensionistica” fa notare Giuseppe Morganti; “non bastano – afferma Fernando Bindi - dichiarazioni di buona volontà”. Libera lancia poi la sfida ai temi etici, invitando a non delegare i cittadini e torna l'attacco alla coalizione di Governo, anche da parte di RF, per la presenza in Congresso di due Segretari rinviati a giudizio. Giovanni Zonzini di Rete parla di garantismo peloso dell'opposizione. Tonnini e Ciavatta – dice – sono sì colpevoli, ma di essersi opposti al gruppo Confuorti e suoi addentellati, e di non aver chinato la testa allo strapotere di Grandoni. Un processo che definisce politico. “La giustizia usata come clava lasciamola fuori dall'Aula e concentriamoci sui problemi”, invita Gian Nicola Berti. La maggioranza punta al metodo, ad obiettivi – dice Francesco Mussoni – da perseguire con collegialità. Sempre per la Dc Francesca Civerchia rimarca uno dei punti focali del programma: la centralità della persona. Grande l'attenzione sulla sanità, ma Roberto Ciavatta non teme le sfide, per quanto difficili, della Sua Segreteria e promette: "faremo di tutto per garantire la sanità pubblica, a prescindere dalle pressioni politiche che fanno male anche alla Pa". 

La seduta viene sospesa per lo svolgimento dell'udienza del Collegio Garante della Costituzionalità delle Norme, sul conflitto di attribuzioni per la mancata nomina dei due giudici d'appello. I lavori riprendono alle 17 con le nomine di Sindaci di Governo, Consiglio dei XII e tutte le Commissioni Consiliari, Permanenti e non, compresa quella d'Inchiesta. Al comma 15 è prevista la Nomina – fortemente contestata dall'opposizione - di due membri effettivi e un membro supplente del Collegio Garante della Costituzionalità delle Norme. Si tratta di Kristina Pardalos, già giudice di San Marino presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo; Giuseppe de Vergottini, avvocato specializzato in diritto costituzionale e amministrativo e Roberto Bin, Professore di Diritto costituzionale nell'Università di Ferrara di cui ha ricoperto, per tre anni, il ruolo di Direttore. 



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