E' il giorno del dibattito sul sistema bancario. Soprattutto è il giorno delle motivazioni del commissariamento di Asset. Sono state consegnate al CCR venerdì e Simone Celli condivide con l'Aula alcune informazioni. Prima, però, comunica la posizione ufficiale del Congresso di Stato: domani nell'Assemblea dei Soci di Carisp non verranno assunte decisioni definitive sul trasferimento di Asset. Però sia chiaro: nessuna marcia indietro del Governo. Verrà anzi chiesto formalmente al cda di proseguire, affrontando in modo dettagliato l'entità dell'operazione visto che lo Stato dovrà farsene carico.
“E' stato inoltre dato mandato al Segretario agli Interni di adottare iniziative per ricorrere in appello nei confronti del provvedimento emanato dal tribunale”.
Ed è scontro con Alessandro Cardelli, che dalle fila dell'opposizione gli dà del pazzo. Celli chiede rispetto e ricorda la vicenda Finproject. Poco dopo anche Pasquale Valentini chiede lumi su un eventuale ricorso considerando che non si sta parlando di un atto del governo. “Nel caso Finproject – ricorda – era stato l'esecutivo ad aver autorizzato Banca Centrale al commissariamento”. Occorre capire – aggiunge - il rapporto col tribunale dato che a volte quello che dice è vangelo mentre altre non conta. Tornando all'intervento di Celli, su Asset emergono elementi definiti di “eccezionale gravità”.
Celli si sofferma anche sull'intensità del dibattito raggiunto non solo a livello politico: “perché – chiede - una reazione cosi violenta?” Il cambiamento – è la sua chiave di lettura – spaventa, perché in gioco ci sono interessi di gruppi di potere. “Siamo di fronte – afferma - alla messa in discussione della piazza finanziaria dell'Ancien Règime”.
Il Capogruppo Dc presenta poi il progetto di legge in prima lettura per l'Istituzione di una Commissione Consiliare d’Inchiesta. “Un atto dovuto - dice Cardelli - per garantire legalità e trasparenza”. Si appella al senso dello Stato, al di là degli schieramenti, ricordando che il Pdcs non ha nulla da nascondere e proprio per questo non vuole circoscrivere la commissione agli ultimi mesi, ma andare indietro di anni. “Non vogliamo – afferma - difendere niente e nessuno”.
Segue la lettura delle istanze d'arengo.
Poi si apre il dibattito con l'invito di Lorenzo Lonfernini a Celli ed Esecutivo a confrontarsi con Abs, “perché potrebbe essere fonte di preziosi suggerimenti. La esorto – dice a Celli - a non liquidare la disponibilità che il presidente le ha dato. La politica è confronto”.
Matteo Ciacci affronta di petto il nodo Banca Centrale. “Serve un'iniezione importante di credibilità nei confronti della cittadinanza. La politica – dice - deve pretendere maggior dialogo”. Riguardo ad Asset nessun dubbio sul merito. “Faremo opinione pubblica sulle motivazioni del commissariamento.
Tony Margiotta risponde a chi dice che Celli è stato lasciato solo e a chi parla di una maggioranza in difficoltà: Non c'è mai stato il dubbio – ribadisce - sul percorso intrapreso. Abbiamo supportato l'operazione, con l'obiettivo di mettere in sicurezza il sistema bancario. Il sistema va regolamentato e non possiamo più permetterci - per interesse dello Stato – di distribuire il debito alla cittadinanza. Poi, riguardo a Bossone, ricorda quanto scritto nella sua lettera di dimissioni da Bcsm, e cioè che durante la sua presidenza c'erano state interferenze e pressioni per condizionare l'azione di vigilanza, per sospendere ispezioni scomode e ammorbidire interventi e sanzioni. “A quell'epoca – dice, rivolgendosi alla Dc - non c'era l'attuale maggioranza ma c'eravate voi”. Riguardo a Rete non comprende l'attuale “allineamento”, mi aspettavo che sareste stati al nostro fianco, con voce critica ma con lo stesso obiettivo.
Contro il clima di tifoserie anche Dalibor Riccardi che si compiace – alla luce di quanto emerso su Asset – di aver mantenuto posizione neutrale. Clima – dice - che ha portato ulteriore caos aumentando la tensione sociale. Non mancano però critiche all'operato di Banca Centrale e Segreteria Finanze “ che hanno presentato gravi anomalie contribuendo al clima di incertezza e malumore intorno a questo commissariamento”. Teme che il lavoro di Bcsm non sia finito qui. “Attendo con ansia risultati di aqr, temi ci sia il rischio di ripresentino queste gravi contestazioni – legittime – fatte ad Asset”. Altra inadempienza la mancanza di un membro dell'opposizione in cda di Carisp che definisce una “gravissima pratica antidemocratica”.
Marco Podeschi precisa che nella relazione di Celli non si inventano soluzioni estemporanee ma troviamo quanto contenuto nel programma elettorale. “Io giro a testa alta – dice - e non scappando come topi come ha fatto qualcuno nella passata legislatura”. Occorre allargare il raggio di riflessione politica sul modello di sviluppo del paese che vogliamo. Sottolinea le nuove idee di un progetto che non è più italocentrico. “Bisognava andare in Italia col cappello in mano”. Si fa menzione ad ipotesi di sviluppo che partono anche dal rapporto con l'Unione Europea, ricordando che le gravi crisi bancarie vengono spesso risolte da Banca Centrale Europea. Capitolo risorse umane: “un settore finanziario che vuole affrontare sfide deve averle preparate e qualificate, anche usando quelle non italiane”. Rimangono problemi che comportano esborsi di centinaia di milioni e invita a riflettere sul fatto che cambiano i politici ma che gli esperti sono sempre gli stessi. Infine, su Asset: “se una qualsiasi azienda normale avesse avuto i suoi stessi problemi sarebbe stata chiusa da tempo.”
Per Giovanna Cecchetti “non si può prescindere dall'ordinanza del tribunale. Se la mettiamo in dubbio il problema si fa serio perché si mette in discussione la magistratura”. Bcsm – avverte - non è il quarto potere dello Stato e deve sottostare a leggi e sentenze della magistratura. Si chiede se il commissariamento fosse davvero la cura più giusta. Ricorda che non avviene più nella maggioranza dei paesi europei. “Si sono lasciati correntisti e imprenditori con 1000 euro al mese. Se Bcsm voleva aiutare il sistema non l'ha fatto. Con quel provvedimento - aggiunge - si è voluto creare il danno, mettendo in ginocchio operatori e risparmiatori, creando sfiducia nel sistema dal quale sono usciti oltre di 40 milioni di euro". Chiede a nome del Ps che Savorelli e Grais facciano un passo indietro e rassegnino le proprie dimissioni. “Non presentiamo una mozione di sfiducia a Celli solo perché non sono passati sei mesi dal suo insediamento”.
Per Margherita Amici l'operazione si allinea agli standard internazionali. “C'è sempre stata la convinzione a San Marino che a fare i furbi c'era comunque da guadagnare. Ancora oggi qualcuno sussurra che una volta si stava bene. Quel benessere non poteva durare a lungo, era figlio di una piazza finanziaria malata, di un sistema di malaffare e gestione scellerata degli istituti bancari. La memoria corta affligge chi oggi grida al colpo di Stato. Sì, è un colpo di Stato contro il vecchio sistema, il malaffare, i provvedimenti ad personam e “ad bancam”.
Durissima Rete. Matteo Zeppa attacca Celli, lo accusa di delirio di onnipotenza. “Lei – gli dice - è colui che in una pizzeria smistava i voti con Carrirolo. Vuole avere via libera su tutto”. Lo invita ad annullare l'assemblea Carisp per farla svolgere dopo il dibattito. Inammissibile che si proceda d'imperio. Occorre ripartire assieme, fare sistema. “Inutile sciorinare dati a giustificazione di una castroneria inefficace da parte di chi dovrebbe tutelare il sistema”. State andando avanti – continua - con l'appropriazione indebita di cose che non vi appartengono. Sacra – dice - la separazione dei poteri. “Abbiate il coraggio di venire a fare politica qui. senza condizionamenti esterni. Ancora il piano non l'avete smentito".
Il segretario Celli, in mattinata, porta in aula le motivazioni del commissariamento e della liquidazione coatta di Asset: “Gravi irregolarità gestionali, perdite patrimoniali importanti, crisi di liquidità”. A supporto, un'ampia documentazione messa a disposizione dei consiglieri, depositata per la consultazione in segreteria istituzionale, mentre è stata data lettura della relazione del coordinamento di vigilanza per l'amministrazione straordinaria e della relazione sui presupposti del provvedimento di liquidazione coatta amministrativa.
“E' stato inoltre dato mandato al Segretario agli Interni di adottare iniziative per ricorrere in appello nei confronti del provvedimento emanato dal tribunale”.
Ed è scontro con Alessandro Cardelli, che dalle fila dell'opposizione gli dà del pazzo. Celli chiede rispetto e ricorda la vicenda Finproject. Poco dopo anche Pasquale Valentini chiede lumi su un eventuale ricorso considerando che non si sta parlando di un atto del governo. “Nel caso Finproject – ricorda – era stato l'esecutivo ad aver autorizzato Banca Centrale al commissariamento”. Occorre capire – aggiunge - il rapporto col tribunale dato che a volte quello che dice è vangelo mentre altre non conta. Tornando all'intervento di Celli, su Asset emergono elementi definiti di “eccezionale gravità”.
Celli si sofferma anche sull'intensità del dibattito raggiunto non solo a livello politico: “perché – chiede - una reazione cosi violenta?” Il cambiamento – è la sua chiave di lettura – spaventa, perché in gioco ci sono interessi di gruppi di potere. “Siamo di fronte – afferma - alla messa in discussione della piazza finanziaria dell'Ancien Règime”.
Il Capogruppo Dc presenta poi il progetto di legge in prima lettura per l'Istituzione di una Commissione Consiliare d’Inchiesta. “Un atto dovuto - dice Cardelli - per garantire legalità e trasparenza”. Si appella al senso dello Stato, al di là degli schieramenti, ricordando che il Pdcs non ha nulla da nascondere e proprio per questo non vuole circoscrivere la commissione agli ultimi mesi, ma andare indietro di anni. “Non vogliamo – afferma - difendere niente e nessuno”.
Segue la lettura delle istanze d'arengo.
Poi si apre il dibattito con l'invito di Lorenzo Lonfernini a Celli ed Esecutivo a confrontarsi con Abs, “perché potrebbe essere fonte di preziosi suggerimenti. La esorto – dice a Celli - a non liquidare la disponibilità che il presidente le ha dato. La politica è confronto”.
Matteo Ciacci affronta di petto il nodo Banca Centrale. “Serve un'iniezione importante di credibilità nei confronti della cittadinanza. La politica – dice - deve pretendere maggior dialogo”. Riguardo ad Asset nessun dubbio sul merito. “Faremo opinione pubblica sulle motivazioni del commissariamento.
Tony Margiotta risponde a chi dice che Celli è stato lasciato solo e a chi parla di una maggioranza in difficoltà: Non c'è mai stato il dubbio – ribadisce - sul percorso intrapreso. Abbiamo supportato l'operazione, con l'obiettivo di mettere in sicurezza il sistema bancario. Il sistema va regolamentato e non possiamo più permetterci - per interesse dello Stato – di distribuire il debito alla cittadinanza. Poi, riguardo a Bossone, ricorda quanto scritto nella sua lettera di dimissioni da Bcsm, e cioè che durante la sua presidenza c'erano state interferenze e pressioni per condizionare l'azione di vigilanza, per sospendere ispezioni scomode e ammorbidire interventi e sanzioni. “A quell'epoca – dice, rivolgendosi alla Dc - non c'era l'attuale maggioranza ma c'eravate voi”. Riguardo a Rete non comprende l'attuale “allineamento”, mi aspettavo che sareste stati al nostro fianco, con voce critica ma con lo stesso obiettivo.
Contro il clima di tifoserie anche Dalibor Riccardi che si compiace – alla luce di quanto emerso su Asset – di aver mantenuto posizione neutrale. Clima – dice - che ha portato ulteriore caos aumentando la tensione sociale. Non mancano però critiche all'operato di Banca Centrale e Segreteria Finanze “ che hanno presentato gravi anomalie contribuendo al clima di incertezza e malumore intorno a questo commissariamento”. Teme che il lavoro di Bcsm non sia finito qui. “Attendo con ansia risultati di aqr, temi ci sia il rischio di ripresentino queste gravi contestazioni – legittime – fatte ad Asset”. Altra inadempienza la mancanza di un membro dell'opposizione in cda di Carisp che definisce una “gravissima pratica antidemocratica”.
Marco Podeschi precisa che nella relazione di Celli non si inventano soluzioni estemporanee ma troviamo quanto contenuto nel programma elettorale. “Io giro a testa alta – dice - e non scappando come topi come ha fatto qualcuno nella passata legislatura”. Occorre allargare il raggio di riflessione politica sul modello di sviluppo del paese che vogliamo. Sottolinea le nuove idee di un progetto che non è più italocentrico. “Bisognava andare in Italia col cappello in mano”. Si fa menzione ad ipotesi di sviluppo che partono anche dal rapporto con l'Unione Europea, ricordando che le gravi crisi bancarie vengono spesso risolte da Banca Centrale Europea. Capitolo risorse umane: “un settore finanziario che vuole affrontare sfide deve averle preparate e qualificate, anche usando quelle non italiane”. Rimangono problemi che comportano esborsi di centinaia di milioni e invita a riflettere sul fatto che cambiano i politici ma che gli esperti sono sempre gli stessi. Infine, su Asset: “se una qualsiasi azienda normale avesse avuto i suoi stessi problemi sarebbe stata chiusa da tempo.”
Per Giovanna Cecchetti “non si può prescindere dall'ordinanza del tribunale. Se la mettiamo in dubbio il problema si fa serio perché si mette in discussione la magistratura”. Bcsm – avverte - non è il quarto potere dello Stato e deve sottostare a leggi e sentenze della magistratura. Si chiede se il commissariamento fosse davvero la cura più giusta. Ricorda che non avviene più nella maggioranza dei paesi europei. “Si sono lasciati correntisti e imprenditori con 1000 euro al mese. Se Bcsm voleva aiutare il sistema non l'ha fatto. Con quel provvedimento - aggiunge - si è voluto creare il danno, mettendo in ginocchio operatori e risparmiatori, creando sfiducia nel sistema dal quale sono usciti oltre di 40 milioni di euro". Chiede a nome del Ps che Savorelli e Grais facciano un passo indietro e rassegnino le proprie dimissioni. “Non presentiamo una mozione di sfiducia a Celli solo perché non sono passati sei mesi dal suo insediamento”.
Per Margherita Amici l'operazione si allinea agli standard internazionali. “C'è sempre stata la convinzione a San Marino che a fare i furbi c'era comunque da guadagnare. Ancora oggi qualcuno sussurra che una volta si stava bene. Quel benessere non poteva durare a lungo, era figlio di una piazza finanziaria malata, di un sistema di malaffare e gestione scellerata degli istituti bancari. La memoria corta affligge chi oggi grida al colpo di Stato. Sì, è un colpo di Stato contro il vecchio sistema, il malaffare, i provvedimenti ad personam e “ad bancam”.
Durissima Rete. Matteo Zeppa attacca Celli, lo accusa di delirio di onnipotenza. “Lei – gli dice - è colui che in una pizzeria smistava i voti con Carrirolo. Vuole avere via libera su tutto”. Lo invita ad annullare l'assemblea Carisp per farla svolgere dopo il dibattito. Inammissibile che si proceda d'imperio. Occorre ripartire assieme, fare sistema. “Inutile sciorinare dati a giustificazione di una castroneria inefficace da parte di chi dovrebbe tutelare il sistema”. State andando avanti – continua - con l'appropriazione indebita di cose che non vi appartengono. Sacra – dice - la separazione dei poteri. “Abbiate il coraggio di venire a fare politica qui. senza condizionamenti esterni. Ancora il piano non l'avete smentito".
Il segretario Celli, in mattinata, porta in aula le motivazioni del commissariamento e della liquidazione coatta di Asset: “Gravi irregolarità gestionali, perdite patrimoniali importanti, crisi di liquidità”. A supporto, un'ampia documentazione messa a disposizione dei consiglieri, depositata per la consultazione in segreteria istituzionale, mentre è stata data lettura della relazione del coordinamento di vigilanza per l'amministrazione straordinaria e della relazione sui presupposti del provvedimento di liquidazione coatta amministrativa.
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