"Ritengo doveroso in quanto Capogruppo del Gruppo Consiliare del Partito dei Socialisti e dei Democratici, comunicare ufficialmente al Consiglio Grande e Generale ciò che i giornali hanno già anticipato ovvero che a meno di 24 ore dalla notizia dell’arresto di Fiorenzo Stolfi, il Collegio dei Garanti, sulla base dello Statuto ed del Codice Etico in vigore nel nostro Partito, ha disposto la sospensione con effetto immediato di Stolfi da membro della Direzione del Partito, che – lo voglio ricordare – è organismo collegiale composto di circa 80 membri.
Stolfi non detiene altri incarichi, dopo che alle ultime elezioni del 11 novembre 2012 non si era ricandidato.
Il senso di questo atto è chiaro: se da una parte, ad indagine ancora in corso, non si intende venire meno al principio della presunzione di innocenza sancita dalla nostra Carta dei Diritti, dall’altra la misura cautelare adottata si è resa indispensabile, vista i pesantissimi addebiti ipotizzati dalla Magistratura.
Si tratta, qualora confermati, di comportamenti e atti di una gravità tale da trovare immediatamente la nostra più ferma condanna etica e politica, prima ancora che giudiziaria.
Dunque, consapevoli del danno di immagine e politico che già l’arresto di Stolfi ha prodotto al nostro Partito, ci auguriamo per lui che possa dimostrare la propria estraneità alle accuse che gli vengono mosse, ma la nostra linea rimane quella dell’intransigenza, della legalità e della necessità di far i conti con fatti e situazioni che, per quanto dolorosi per la nostra comunità e anche per il nostro Partito, devono essere messi a nudo con completezza ed oggettività, senza guardare in faccia a nessuno.
Apprezziamo e incoraggiamo, dunque, il lavoro della Magistratura che, attraverso le indagini avviate e l’acquisizione progressiva di riscontri ed evidenze probatorie, ha il compito di individuare le responsabilità e di delineare una rappresentazione oggettiva di fatti e comportamenti che, se confermati in tutto o in parte, “raccontano” di rappresentanti delle nostre istituzioni indegni della fiducia dei cittadini, di corruzione diffusa a livello sociale, di inquinamento del nostro sistema democratico, di intrecci tra politica e affari, ecc.
Un “racconto” su cui la classe politica, e non solo, di questo Paese, ha il dovere di interrogarsi per capire le ragioni che hanno reso possibile il concretizzarsi di tali fatti e comportamenti. Ciò al fine di individuare il più celermente possibile le risposte più opportune per impedirne il ripetersi in futuro.
Desideriamo ricordare, in quest’ora difficile anche per il nostro Partito, che se oggi è cresciuta nel Paese una sensibilità più esigente in tema di legalità e di trasparenza è anche grazie al contributo del PSD nell’approvazione e proposizione di provvedimenti importanti dalle normative antiriciclaggio, allo scambio di informazioni, alle nuove normative in materia di licenze e tanti altri più volte ricordati in quest’aula e chi ci hanno permesso di uscire non solo dalla Black List ma valutazioni positive del FMI – Moneyval ecc., compresi quelli approvato anche nell’ultima sessione Consigliare.
Sono questi provvedimenti che hanno consentito alla Magistratura di lavorare, avendo messo a disposizione condizioni e strumenti prima inesistenti e rendendo perseguibili comportamenti che in precedenza non erano penalmente rilevanti.
Ma non è finita. Se si vuole davvero estirpare il rischio alla radice va messa in piedi un’azione complessiva di riforma tesa ad eliminare il potere discrezionale fuori controllo, di cui il Congresso di Stato ancora gode e che cozza con quell’idea di separazione delle competenze, di trasparenza delle decisioni, di certezza del diritto che rappresenta una “originalità” inaccettabile anche per il mercato unico europeo, per l’accesso al quale siamo impegnati a lavorare in partnership con l’Unione Europea.
La discrezionalità delle concessioni nell’esercizio del potere di governo, sommata alla collegialità della responsabilità del Congresso di Stato, che diventa spesso mancanza di responsabilità, è un altro elemento che non favorisce comportamenti virtuosi a livello pubblico-istituzionale e che ci fa indirizzare verso una riforma istituzionale che precisi le responsabilità del Governo.
Tutto ciò per dire che il PSD mette a disposizione la propria azione politica e la propria capacità progettuale per fare del completamento del percorso di trasparenza e di riforma avviato una priorità assoluta su cui concentrare lo sforzo in primis del Consiglio Grande e Generale, con il concorso di volontà e di condivisione auspicabilmente il più ampio possibile.
Il PSD ha riscontrato su questa impostazione una forte convergenza di valutazioni con gli alleati di governo e le notizie di cronaca di queste ultime settimane rappresentano una sollecitazione ad intensificare gli sforzi in questa direzione.
Già c’è l’intesa ad avviare, una commissione d’inchiesta consiliare sulla questione “conto Mazzini”, a riprova che non c’è alcun tentativo di sottrarsi al dovere di fare chiarezza.
Come PSD, anche di fronte alle manifestazioni di giubilo di certi esponenti dell’opposizione, difronte a queste vicende, non solo prendiamo le distanze, ma continueremo ad agire con azioni, politiche e provvedimenti, in modo che ogni organo dello Stato agisca nell’ambito di responsabilità e poteri ben definite, quindi la nostra azione di rinnovamento e di riforma non ne viene scalfita ma anzi rafforzata. Il rinnovamento, la trasparenza oltre che trovare linfa dalle norme, dai comportamenti di ognuno è anche un processo culturale e politico e su questo terreno agiremo consapevoli del nostro ruolo e delle nostre responsabilità, non abdicheremo non rinunceremo a farlo, statene certi".
Intervento di Stefano Macina
capogruppo Psd
Stolfi non detiene altri incarichi, dopo che alle ultime elezioni del 11 novembre 2012 non si era ricandidato.
Il senso di questo atto è chiaro: se da una parte, ad indagine ancora in corso, non si intende venire meno al principio della presunzione di innocenza sancita dalla nostra Carta dei Diritti, dall’altra la misura cautelare adottata si è resa indispensabile, vista i pesantissimi addebiti ipotizzati dalla Magistratura.
Si tratta, qualora confermati, di comportamenti e atti di una gravità tale da trovare immediatamente la nostra più ferma condanna etica e politica, prima ancora che giudiziaria.
Dunque, consapevoli del danno di immagine e politico che già l’arresto di Stolfi ha prodotto al nostro Partito, ci auguriamo per lui che possa dimostrare la propria estraneità alle accuse che gli vengono mosse, ma la nostra linea rimane quella dell’intransigenza, della legalità e della necessità di far i conti con fatti e situazioni che, per quanto dolorosi per la nostra comunità e anche per il nostro Partito, devono essere messi a nudo con completezza ed oggettività, senza guardare in faccia a nessuno.
Apprezziamo e incoraggiamo, dunque, il lavoro della Magistratura che, attraverso le indagini avviate e l’acquisizione progressiva di riscontri ed evidenze probatorie, ha il compito di individuare le responsabilità e di delineare una rappresentazione oggettiva di fatti e comportamenti che, se confermati in tutto o in parte, “raccontano” di rappresentanti delle nostre istituzioni indegni della fiducia dei cittadini, di corruzione diffusa a livello sociale, di inquinamento del nostro sistema democratico, di intrecci tra politica e affari, ecc.
Un “racconto” su cui la classe politica, e non solo, di questo Paese, ha il dovere di interrogarsi per capire le ragioni che hanno reso possibile il concretizzarsi di tali fatti e comportamenti. Ciò al fine di individuare il più celermente possibile le risposte più opportune per impedirne il ripetersi in futuro.
Desideriamo ricordare, in quest’ora difficile anche per il nostro Partito, che se oggi è cresciuta nel Paese una sensibilità più esigente in tema di legalità e di trasparenza è anche grazie al contributo del PSD nell’approvazione e proposizione di provvedimenti importanti dalle normative antiriciclaggio, allo scambio di informazioni, alle nuove normative in materia di licenze e tanti altri più volte ricordati in quest’aula e chi ci hanno permesso di uscire non solo dalla Black List ma valutazioni positive del FMI – Moneyval ecc., compresi quelli approvato anche nell’ultima sessione Consigliare.
Sono questi provvedimenti che hanno consentito alla Magistratura di lavorare, avendo messo a disposizione condizioni e strumenti prima inesistenti e rendendo perseguibili comportamenti che in precedenza non erano penalmente rilevanti.
Ma non è finita. Se si vuole davvero estirpare il rischio alla radice va messa in piedi un’azione complessiva di riforma tesa ad eliminare il potere discrezionale fuori controllo, di cui il Congresso di Stato ancora gode e che cozza con quell’idea di separazione delle competenze, di trasparenza delle decisioni, di certezza del diritto che rappresenta una “originalità” inaccettabile anche per il mercato unico europeo, per l’accesso al quale siamo impegnati a lavorare in partnership con l’Unione Europea.
La discrezionalità delle concessioni nell’esercizio del potere di governo, sommata alla collegialità della responsabilità del Congresso di Stato, che diventa spesso mancanza di responsabilità, è un altro elemento che non favorisce comportamenti virtuosi a livello pubblico-istituzionale e che ci fa indirizzare verso una riforma istituzionale che precisi le responsabilità del Governo.
Tutto ciò per dire che il PSD mette a disposizione la propria azione politica e la propria capacità progettuale per fare del completamento del percorso di trasparenza e di riforma avviato una priorità assoluta su cui concentrare lo sforzo in primis del Consiglio Grande e Generale, con il concorso di volontà e di condivisione auspicabilmente il più ampio possibile.
Il PSD ha riscontrato su questa impostazione una forte convergenza di valutazioni con gli alleati di governo e le notizie di cronaca di queste ultime settimane rappresentano una sollecitazione ad intensificare gli sforzi in questa direzione.
Già c’è l’intesa ad avviare, una commissione d’inchiesta consiliare sulla questione “conto Mazzini”, a riprova che non c’è alcun tentativo di sottrarsi al dovere di fare chiarezza.
Come PSD, anche di fronte alle manifestazioni di giubilo di certi esponenti dell’opposizione, difronte a queste vicende, non solo prendiamo le distanze, ma continueremo ad agire con azioni, politiche e provvedimenti, in modo che ogni organo dello Stato agisca nell’ambito di responsabilità e poteri ben definite, quindi la nostra azione di rinnovamento e di riforma non ne viene scalfita ma anzi rafforzata. Il rinnovamento, la trasparenza oltre che trovare linfa dalle norme, dai comportamenti di ognuno è anche un processo culturale e politico e su questo terreno agiremo consapevoli del nostro ruolo e delle nostre responsabilità, non abdicheremo non rinunceremo a farlo, statene certi".
Intervento di Stefano Macina
capogruppo Psd
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