Nell'ultima giornata di lavori, l'Aula affronta uno dei temi più delicati, per il peso etico che porta con sé. Arrivano, insieme, due pdl di iniziativa popolare: il sostegno alle madri gestanti ed ai figli nascituri e le norme su procreazione cosciente e responsabile e interruzione volontaria della gravidanza. Vengono toccate corde sensibili e profonde, l'argomento divide le coscienze mentre, dai social, i cittadini seguono con attenzione. L'argomento è talmente sentito che, in Aula, c'è chi a stento trattiene le lacrime.
Da una parte una legge che riafferma chiaramente il valore della genitorialità e della vita del nascituro, che lo Stato si impegna a sostenere e promuovere fin dal suo inizio; dall'altra il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, la libertà di scegliere se interrompere una gravidanza indesiderata. “I due pdl possono sembrare in contrapposizione – dice Marina Lazzarini - ma se li guardiamo con occhi liberi da sovrastrutture cercano di dare risposte agli stessi problemi”. Il suo approccio è laico, e spera si arrivi ad un'unica legge che prenda il meglio da entrambe le proposte. Il tema è difficile, doloroso. Ogni consigliere porta con sé il suo vissuto.
Pasquale Valentini parla con voce tremante. “I due temi – spiega - non sono affrontabili nella solitudine individualistica. Il problema non è risolvibile con la depenalizzazione”. La sua posizione è chiara: “viene prima la vita. “Non possiamo decidere noi per altri quando vale la pena di essere vissuta”. “Sono convinto che tutti siano contro l'aborto” - commenta Marco Nicolini che pur ammettendo che la sua vita sia cambiata quando ha sentito battere il cuore di sua figlia, anticipa che voterà per la depenalizzazione. Entrambe le leggi – spiega - hanno un unico obiettivo: diminuire gli aborti. Simile la posizione di Luca Santolini, anche lui neopadre. “Una soluzione non c'è per tutelare entrambe le posizioni – spiega - si può solo lasciare piena libertà di coscienza. Uno Stato civile deve dare tutto il supporto necessario affinché la scelta di rinunciare alla gravidanza si riduca”. Pierluigi Zanotti sottolinea quanto l'aborto sia un fatto umano, “non è l'adesione alla religione che qui può marcare la differenza. Ci sono anche atei contro l'aborto”. Guarda però alle incongruenze del pdl a favore, che prevede l'aborto di un minore senza il consenso dei genitori. Denise Bronzetti coglie, nei due pdl, la grande attenzione dei cittadini sul tema. “Ci stanno chiedendo di prendere una posizione. Dimostrano di essere più pronti di quanto non lo sia il Consiglio stesso”. L'aria è cambiata, anche in Aula. Lo fanno notare sia Vanessa d'Ambrosio che Marianna Bucci. “E' maturata una consapevolezza diffusa che la cittadinanza non tiene per sé – afferma il consigliere di Rete - esponendosi in prima persona e influenzando la politica”. Da più parti, in maniera bipartisan e al di là delle convinzioni personali, l'invito allo Stato a non abdicare, ma creare una rete di sostegno, perché per troppo tempo – è stato detto – si è voltato dall'altra parte, lasciando il fenomeno alla clandestinità. Ragione per cui Teodoro Lonfernini, sebbene fermamente contrario, non vuole opporsi alle modifiche di una legge che definisce incoerente. Perché il paese – spiega – non concepisce la pratica ma di fatto tollera che avvenga a Rimini. Questione di maturità per un paese civile e moderno. “Una scelta che non va giudicata ma ascoltata”, aggiunge Giovanna Cecchetti. Da non trascurare l'aspetto legato alla prevenzione. A partire dalle scuole. Per il Segretario alla Sanità occorre lavorare per costruire consapevolezza di cosa significhi portare avanti una gravidanza e perché ci sia massima informazione a riguardo, in particolare ai giovani.