Sotto la lente la variazione al bilancio di previsione. Tema più che mai caldo, già oggetto di critiche di opposizione e sindacati. Per il Segretario Marco Gatti una delle necessità del paese è revisionare il suo debito pubblico, oggi tutto incentrato sul debito interno. Da elemento di forza è diventato un problema – spiega – dato che le banche hanno minor disponibilità per rilanciare l'economia. Pesano alcune scelte del precedente Governo, in primis il 5 ter sugli attivi non fruttiferi di Cassa. “Non è tollerabile – spiega – una banca che generi passivi di anno in anno”. Da qui l'articolo 1. “Due le soluzioni”, anticipa il Segretario: trasformare la posta in debito pubblico o cartolarizzare. C’è poi l'acquisto, da parte dello Stato, dei 19 milioni di capitale sociale di Banca Nazionale Sammarinese. “Smette di essere banca – spiega - per trasformarsi in una società di servizi”.
Ma è soprattutto l'emissione di titoli di debito pubblico a preoccupare la minoranza. Per il Governo servono 500 milioni di liquidità. La strada che va perseguita a prescindere – continua Gatti - è quella del mercato, che non vincola San Marino a nessuno in particolare. Le risorse reperite saranno destinate al rilancio dell'economia, al rimborso delle anticipazioni di cassa accese presso Banca Centrale, al rimborso dei Titoli del debito pubblico, al sostegno della liquidità e alla copertura dei disavanzi di bilancio. Modalità e durata del rimborso saranno definite tramite appositi decreti delegati. Per Maria Katia Savoretti di RF è una delega in bianco al Governo; “costerà 20.000 euro per ogni cittadino, neonati inclusi”- afferma Alessandro Bevitori, che mette in guardia dai rischi su sovranità, indipendenza e neutralità. “Affidarci a banche d'affari – avverte - non ci mette al riparo”.
Per la maggioranza è invece la soluzione migliore: “Collocare i titoli su mercato aperto – afferma Spagni Reffi di Rete – evita al paese di ricadere sotto un padrone”. Di indebitamento estero se ne parla da tempo e Gerardo Giovagnoli invita a condividere il processo, tenendo conto che 500 milioni sono da soli il 30% del pil. Riguardo al contesto in cui muoversi, “se prendiamo decisioni definitive rispetto alla collocazione europea – afferma - inviamo un messaggio di sicurezza a chi deve acquistare”. Con il Maxi piano da 750 miliardi di euro abbiamo assistito ieri ad una svolta epocale dell'Europa – aggiunge Matteo Rossi. “Da questa partita noi siamo fuori”.
Sulla destinazione dei fondi si concentrano buona parte degli interventi: l'opposizione chiede che le risorse non vadano disperse nella spesa corrente. La maggioranza condivide. “devono servire per un rilancio economico che passi da un progetto sistemico”, afferma Carlotta Andruccioli di Domani Motus Liberi; anche per Alessandro Cardelli l'indebitamento non deve servire per pagare la spesa corrente, “ servono – dice – progetti di sviluppo”.“Siamo tutti consapevoli che serva un finanziamento estero”, ammette Marica Montemaggi - vorremmo però dal Governo maggiori informazioni. E' un atto dovuto”.