Il Consiglio riparte dagli ultimi decreti dopo che, in seduta notturna, ha ratificato con voto palese due provvedimenti. Il primo è il Decreto relativo alle “Procedure per la vendita di esigue porzioni o relitti di terreno di proprietà dell'Eccellentissima Camera”. Il secondo fissa le procedure per la vendita di fabbricati, sempre di proprietà dello Stato. Ma è stato il decreto sui cosiddetti “frustoli” a scaldare il dibattito, con socialisti e upr a rivendicare la paternità dell'idea. Abbiamo più volte sollecitato l'adozione di questo provvedimento per reperire risorse, ricorda Marco Podeschi, ma la maggioranza ha sempre ignorato un suggerimento che avrebbe potuto evitare la patrimoniale. Avremmo gradito, precisa, che i prezzi di vendita fossero chiariti prima della presentazione della domanda. Ne discutevamo dieci anni fa, rimarca il capogruppo socialista, e l'allora segretario al territorio Venturini aveva fatto un grande lavoro per portare all'attenzione del Consiglio questo provvedimento che però non è mai arrivato prima. Una sconfitta per il Paese, commenta Franco Santi di Civico 10, ribadire anche in questa occasione che la Pa non possiede i dati per definire quante porzioni di terreno rientrano nella definizione di terreno alienabile. Questa però può essere l'occasione per recuperare un po' di strada. Posizione condivissa da Sinistra Unita che aupiscava un approccio diverso, per liberare la parte pubblica da una pressione possibile e permettere agli organismi di decidere senza avere la pressione degli interessati sul collo. Pur non condividendo il principio che si possa procedere alla vendita, Rete definisce il decreto “accettabile” e la Dc ricorda che, grazie agli incontri con maggioranza e opposizione del Segretario Mularoni, la stesura del decreto è stata per larga parte condivisa. Il Psd condivide la logica degli emendamenti presentati da Cittadinanza Attiva. Una impostazione di questo tipo, commenta Vladimiro Selva, avrebbe dato maggiore serenità, evitando il diniego alle richieste formulate dai cittadini. E' anche vero però, aggiunge, che le domande sono già partite e diventa problematico cambiare impostazione in corso d'opera. Mi auguro vivamente, e l'ho già chiesto ai dirigenti della commissione – conclude il Segretario al territorio - che la politica non cerchi di insinuarsi in questa vicenda. I funzionari pubblici devono applicare il decreto secondo gli interessi dello Stato. Ci sono anche meccanismi di controllo: il valore di vendita deve essere di mercato, conclusa l'istruttoria la segreteria incontrerà i gruppi consiliari, le pratiche verranno in Consiglio e saranno votate dai due terzi dell'Aula per essere approvate. Le risorse ricavate verranno utilizzate per obiettivi ritenuti di pubblica utilità.
Sonia Tura
Sonia Tura
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