L'Aula riparte dalla legge sull'aborto, argomento che chiama in causa diverse sensibilità, anche all'interno delle stesse coalizioni, così come era emerso durante il dibattito sulle istanze d'arengo, poi approvate tra lo stupore e l'amarezza del mondo cattolico. Era settembre, e durante la seduta passò anche un odg che di fatto “sconfessava” quanto contenuto nelle istanze. Roberto Giorgetti di Repubblica Futura rileva che il tema è stato finora affrontato in modo confuso. “Si parla di vita o di diniego della vita” - dice - e si augura equilibrio, considerando i diversi punti di vista. “Non è iniziativa del governo – rimarca - c'è ampio spazio alla coscienza di ciascuno di noi”. C'è chi ricorda che a San Marino non c'è una reale percezione del fenomeno. Non esistono dati. Parlano le donne, alcune per la prima volta. Marianna Bucci di Rete spera che il governo sappia resistere alle pressioni esterne. Una domanda, su tutte: la legge che abbiamo ha impedito gli aborti? La risposta è no. “La donna ha il diritto di scegliere e lo Stato deve darle le migliori condizioni per poterlo fare”: nel suo primo intervento Monica Zafferani di Civico 10 condivide l'input di una legge che va meglio dettagliata. La posizione di SSD nelle parole di Vanessa D'Ambrosio: sì alla legalizzazione dell'aborto e sì a corsi di sensibilizzazione nelle scuole. Anche il Partito socialista vuole che le donne possano scegliere in maniera consapevole e libera. “Sosterremo il progetto e faremo emendamenti”, dichiara Giovanna Cecchetti.
L'argomento – come dicevamo - divide le coscienze, e quando si parla di coscienza le posizioni mutano, anche negli stessi partiti. Per la DC interviene solo Pasquale Valentini, da sempre in prima linea in difesa della vita. “Rimangono interrogativi aperti quando si pensa in maniera semplicistica di risolvere il problema eliminando uno dei soggetti in gioco, vale a dire il nascituro. Così – avverte – si apre la strada ad altre aberrazioni.” Valentini teme che ci sia poco spazio per il confronto se si dà per scontato che sia segno di civiltà prevedere l'aborto. “Ogni Paese tutela i più deboli e cosa c'è di più debole di un embrione fecondato? Chiede Iro Belluzzi, del Psd, che però ammette l'arretratezza del nostro codice penale mentre “il resto del mondo non ci permette di ignorare i diritti delle donne”. Sì quindi all'aborto, ma solo in determinate situazioni: se l'embrione ha problemi, se è a rischio la vita della mamma. Il Segretario alla Sanità ringrazia i promotori: a lungo questo tema è stato considerato tabù. Condivide l'approccio di tipo educativo, per affrontare in maniera consapevole e matura la gravidanza, la sessualità, le relazioni tra persone. Spera che in commissione si trovi una sintesi tra le diverse sensibilità. Non sarà facile.
L'argomento – come dicevamo - divide le coscienze, e quando si parla di coscienza le posizioni mutano, anche negli stessi partiti. Per la DC interviene solo Pasquale Valentini, da sempre in prima linea in difesa della vita. “Rimangono interrogativi aperti quando si pensa in maniera semplicistica di risolvere il problema eliminando uno dei soggetti in gioco, vale a dire il nascituro. Così – avverte – si apre la strada ad altre aberrazioni.” Valentini teme che ci sia poco spazio per il confronto se si dà per scontato che sia segno di civiltà prevedere l'aborto. “Ogni Paese tutela i più deboli e cosa c'è di più debole di un embrione fecondato? Chiede Iro Belluzzi, del Psd, che però ammette l'arretratezza del nostro codice penale mentre “il resto del mondo non ci permette di ignorare i diritti delle donne”. Sì quindi all'aborto, ma solo in determinate situazioni: se l'embrione ha problemi, se è a rischio la vita della mamma. Il Segretario alla Sanità ringrazia i promotori: a lungo questo tema è stato considerato tabù. Condivide l'approccio di tipo educativo, per affrontare in maniera consapevole e matura la gravidanza, la sessualità, le relazioni tra persone. Spera che in commissione si trovi una sintesi tra le diverse sensibilità. Non sarà facile.
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