L'Aula approva con 29 voti favorevoli e 16 contrari la seconda variazione al bilancio. Sotto la lente l'emendamento del Governo sulla sanatoria. E' stata inserita – come da ordine del giorno unanime in commissione – la proroga della sanatoria al 31 maggio 2019. II termine per la presentazione della documentazione è spostato al 30 settembre e il versamento del restante 50 percento dell'importo della sanzione dovrà essere effettuato entro il 30 novembre. E' ammessa una dilazione del pagamento in caso di importo della sanzione e del contributo di concessione superiori a 5.000 euro. Ma è sull'estinzione dei reati commessi nell'ambito del procedimento di autorizzazione o concessione dell'opera oggetto di abuso che si concentrano le critiche dell'opposizione. Per Davide Forcellini la differenza fra la sanatoria e il condono è tutta qui. “Quando si estingue la pena – spiega il consigliere di Rete - si parla di condono”, ritenendolo ingiusto dal punto di vista morale. Stefano Canti accusa Augusto Michelotti di incoerenza: “Sta condonando abusi edilizi – dice - dopo averne fatto in passato un cavallo di battaglia”.
Per Elena Tonnini e Matteo Zeppa con la sanatoria non si vuole creare un punto zero, ma fare cassa. Per Enrico Carattoni è questione di buonsenso. Spiega che non si interviene sull'abusivismo edilizio ma viene depenalizzata la falsa dichiarazione del tecnico al pubblico ufficiale, così come richiesto dagli ordini professionali, per rispondere alle criticità di gestione operativa nella presentazione delle pratiche. Rimangono però le forti critiche ad uno strumento che per Alessandro Mancini doveva essere di “pianificazione famigliare”, per risolvere i casi di immobili senza requisiti di abitabilità. “Invece – attacca - è stata resa obbligatoria, bloccando le compravendite e costringendo la segreteria a continui aggiustamenti”. Tony Margiotta ricorda di aver sostenuto il provvedimento quando era in maggioranza, “ne condividevo – spiega - la filosofia. Ma così come è stato attuato – continua - ha creato solamente il caos. Se fosse stato studiato con criteri diversi non sarebbe stato necessario prorogare, considerando che si prevedeva di incassare due milioni di euro per arrivare al pareggio”. “Se volevamo fare cassa – risponde alle critiche Augusto Michelotti – avremmo tirato dritto senza confronto. Invece siamo andati incontro agli ordini che come prevedevo hanno presentato le pratiche tutte alla fine, aspettando anche la norma di sicurezza che evita a chi si denuncia di finire in carcere. Vale solo per questa sanatoria che ha carattere straordinario”. Tutto questo trambusto per pratiche non fatte dai notai – continua Michelotti – è generato dal fatto che c'è la volontà di difendere la parte più debole nella compravendita, facendo presente che la vecchia legge “diceva la stessa cosa ma per 25 anni non è stata applicata”. Marina Lazzarini ricorda i continui incontri, “fino allo sfinimento con tutti gli ordini professionali. Fuori da ogni realtà dire che si va avanti a testa bassa”. Chiuso il comma sul bilancio, l'Aula sposta l'attenzione sulla dirigenza medica.
MF
Per Elena Tonnini e Matteo Zeppa con la sanatoria non si vuole creare un punto zero, ma fare cassa. Per Enrico Carattoni è questione di buonsenso. Spiega che non si interviene sull'abusivismo edilizio ma viene depenalizzata la falsa dichiarazione del tecnico al pubblico ufficiale, così come richiesto dagli ordini professionali, per rispondere alle criticità di gestione operativa nella presentazione delle pratiche. Rimangono però le forti critiche ad uno strumento che per Alessandro Mancini doveva essere di “pianificazione famigliare”, per risolvere i casi di immobili senza requisiti di abitabilità. “Invece – attacca - è stata resa obbligatoria, bloccando le compravendite e costringendo la segreteria a continui aggiustamenti”. Tony Margiotta ricorda di aver sostenuto il provvedimento quando era in maggioranza, “ne condividevo – spiega - la filosofia. Ma così come è stato attuato – continua - ha creato solamente il caos. Se fosse stato studiato con criteri diversi non sarebbe stato necessario prorogare, considerando che si prevedeva di incassare due milioni di euro per arrivare al pareggio”. “Se volevamo fare cassa – risponde alle critiche Augusto Michelotti – avremmo tirato dritto senza confronto. Invece siamo andati incontro agli ordini che come prevedevo hanno presentato le pratiche tutte alla fine, aspettando anche la norma di sicurezza che evita a chi si denuncia di finire in carcere. Vale solo per questa sanatoria che ha carattere straordinario”. Tutto questo trambusto per pratiche non fatte dai notai – continua Michelotti – è generato dal fatto che c'è la volontà di difendere la parte più debole nella compravendita, facendo presente che la vecchia legge “diceva la stessa cosa ma per 25 anni non è stata applicata”. Marina Lazzarini ricorda i continui incontri, “fino allo sfinimento con tutti gli ordini professionali. Fuori da ogni realtà dire che si va avanti a testa bassa”. Chiuso il comma sul bilancio, l'Aula sposta l'attenzione sulla dirigenza medica.
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