Occorrerà l'intera giornata per il varo definitivo della legge che rivoluziona il rilascio delle licenze. I partiti di minoranza sottopongono all'Aula gli oltre 40 emendamenti riproponibili dalla Commissione consiliare: 17 quelli del Partito socialista,15 di Civico 10, 8 di Rete, 2 di Sinistra unita. Lungo il dibattito sull'articolo 6 che definisce i “Requisiti soggettivi per l’ottenimento della licenza individuale”. Numerosi gli emendamenti presentati: 3 da Rete, 6 dai socialisti e 5 da Civico 10. Gian Nicola Berti propone una modifica all'emendamento di Rete per eliminare nel testo la soglia dei 10 mila euro all'ammontare dei crediti da recuperare dalla Pa, attraverso azioni esercitate dal Dipartimento esattoria. Questo articolo prima non c'era- spiega il Segretario all'industria - è una novità introdotta dalla legge prevedere che, se un soggetto ha debiti con lo Stato, è inutile fare accanimento terapeutico. La scelta in origine era di mettere un limite di 10 mila euro e dare un quadro in cui un imprenditore possa ricominciare ad operare con un indicazione di buon senso.
Roberto Ciavatta di Rete, si dice d'accordo con la mediazione proposta da Berti. In questo modo, tra i requisiti per essere soggetto idoneo ad avere licenza viene inserito chi “non è oggetto di azioni esecutive ad opera del Dipartimento Esattoria della Banca Centrale volte al recupero di crediti vantati della Pubblica Amministrazione, salvo che non siano oggetto di contenzioso o non siano inseriti in un accordo per il pagamento rateale teso all’estinzione delle pendenze. Arriva la condivisione di Civico 10 e Sinistra Unita e l'emendamento di Rete è l'unico accolto con 34 voti a favore, 12 contrari e un astenuto. Le novità del provvedimento sono molte, alcune particolarmente innovative come – sottolinea la maggioranza - il rilascio della licenza al momento stesso della presentazione della domanda all'ufficio Industria. La fase dei controlli infatti è successiva al rilascio. Gli uffici avranno a disposizione 180 giorni per le verifiche che si riducono a 30 per settori sensibili. Nasce la conferenza dei servizi, istituto che permette di riesaminare la pratica, in caso di ricorso alle iniziative prese dall'ufficio industria. Ogni operatori economico ha la possibilità di avere più licenze e si distingue l'attività prevalente da quella effettiva. Nascono il Codice Ateco e la Carta dei servizi che indicherà tutte le normative di riferimento anche in lingua inglese. San Marino, ripete la maggioranza, ha scelto di puntare su un sistema Paese virtuoso per attirare investimenti sani. Agevolare la nascita e la vita delle imprese permetterà di rendere il nostro sistema imprenditoriale ed economico più aderente a quegli imprenditori che oggi vogliamo nel nostro Paese. La minoranza condivide la necessità di dare regole certe ai vari settori dell'economia per affrontare le sfide del mercato in modo snello e rapido. Per questo, rimarca, la legge del 2010 si è dimostrata inadeguata. Ha creato gravi deficienze amministrative e aggravato la burocrazia per il rilascio delle licenze. Adesso si tenta una correzione ma le opposizioni nutrono forti dubbi sulla validità della risposta. Troppi, dicono gli aspetti demandati a successivi decreti delegati. Manca coraggio anche nell'intestazione di più licenze perche ci si limita solo a certi tipologie. La nuovo disciplina, per la minoranza, è lacunosa, incompleta e senza soluzioni di continuità. Non elimina la legge del 2010 e aumenta la farraginosità.
Sonia Tura
Roberto Ciavatta di Rete, si dice d'accordo con la mediazione proposta da Berti. In questo modo, tra i requisiti per essere soggetto idoneo ad avere licenza viene inserito chi “non è oggetto di azioni esecutive ad opera del Dipartimento Esattoria della Banca Centrale volte al recupero di crediti vantati della Pubblica Amministrazione, salvo che non siano oggetto di contenzioso o non siano inseriti in un accordo per il pagamento rateale teso all’estinzione delle pendenze. Arriva la condivisione di Civico 10 e Sinistra Unita e l'emendamento di Rete è l'unico accolto con 34 voti a favore, 12 contrari e un astenuto. Le novità del provvedimento sono molte, alcune particolarmente innovative come – sottolinea la maggioranza - il rilascio della licenza al momento stesso della presentazione della domanda all'ufficio Industria. La fase dei controlli infatti è successiva al rilascio. Gli uffici avranno a disposizione 180 giorni per le verifiche che si riducono a 30 per settori sensibili. Nasce la conferenza dei servizi, istituto che permette di riesaminare la pratica, in caso di ricorso alle iniziative prese dall'ufficio industria. Ogni operatori economico ha la possibilità di avere più licenze e si distingue l'attività prevalente da quella effettiva. Nascono il Codice Ateco e la Carta dei servizi che indicherà tutte le normative di riferimento anche in lingua inglese. San Marino, ripete la maggioranza, ha scelto di puntare su un sistema Paese virtuoso per attirare investimenti sani. Agevolare la nascita e la vita delle imprese permetterà di rendere il nostro sistema imprenditoriale ed economico più aderente a quegli imprenditori che oggi vogliamo nel nostro Paese. La minoranza condivide la necessità di dare regole certe ai vari settori dell'economia per affrontare le sfide del mercato in modo snello e rapido. Per questo, rimarca, la legge del 2010 si è dimostrata inadeguata. Ha creato gravi deficienze amministrative e aggravato la burocrazia per il rilascio delle licenze. Adesso si tenta una correzione ma le opposizioni nutrono forti dubbi sulla validità della risposta. Troppi, dicono gli aspetti demandati a successivi decreti delegati. Manca coraggio anche nell'intestazione di più licenze perche ci si limita solo a certi tipologie. La nuovo disciplina, per la minoranza, è lacunosa, incompleta e senza soluzioni di continuità. Non elimina la legge del 2010 e aumenta la farraginosità.
Sonia Tura
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