“Un atto di giustizia e di chiarezza”. Così il coordinatore di Alleanza Popolare, Stefano Palmieri, definisce la decisione del Consiglio dei XII che annulla i precedenti vincoli di residenza da almeno sei anni, per i cittadini stranieri intenzionati ad intestarsi un immobile acquistato in Repubblica. Una scelta in linea con la nuova legge sulle residenze che prevedeva la possibilità di farne richiesta per quegli imprenditori che investono in strutture e trasferiscono capitali produttivi in Repubblica, che assumono personale in loco o che presentino un piano economico di investimenti. Il provvedimento riguarda la prima casa e prevede un periodo di verifica. Al 31 dicembre, infatti, si valuterà l’impatto della decisione sul patrimonio immobiliare sammarinese e si assumeranno le decisioni su eventuali correttivi. La discussione è aperta da tempo, negli ambienti politici sammarinesi. Da un lato c’erano le istanze di coloro che acquistato un immobile aspiravano ad entrarne in pieno possesso nel minor tempo possibile, dall’altra c’erano gli immobiliaristi, gli operatori economici del settore, che chiedevano strumenti per fronteggiare un periodo di crisi. La decisione del Consiglio dei XII accontenterebbe gli uni e gli altri: consentirebbe cioè di raggiungere quell’equità invocata dagli acquirenti e di favorire, al contempo, un maggiore dinamismo ad un settore oggi asfittico. Il coordinatore di AP, Stefano Palmieri, evidenzia un terzo obiettivo raggiunto: quello della trasparenza. “La decisione – spiega – consentirà di evitare quel ricorso a vari escamotage, messi in atto da chi, legittimamente, voleva intestarsi l’immobile acquisito”. Il riferimento, in particolare, è alla pratica di caricare l’abitazione su una società immobiliare, oppure, in alcuni casi, di costituirne una ad hoc per rispondere all’esigenza del proprietario. In Consiglio dei XII la maggioranza ha votato compatta, con la condivisione del Governo; le forze di opposizione hanno scelto invece di astenersi.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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