La Consulta incontra i rappresentanti delle due coalizioni per sapere come intendono affrontare la questione del voto estero.
Pasquale Valentini, per il Patto per San Marino, anticipa che il programma della coalizione prevede di rivedere la legge elettorale sulla base di un criterio di parità, distinguendo gli elettori in 2 collegi, interno ed estero, e stabilendo una rappresentanza numerica per gli elettori residenti fuori territorio.
“Questo – anticipa - consentirebbe di rivedere i meccanismi di voto, senza escludere quello telematico”.
Sul fronte opposto Claudio Felici, per Riforme e Libertà, che dice: “Nel nostro programma non c’è un capitolo dedicato ai cittadini all’estero perché quel documento vale per tutti i sammarinesi ovunque risiedano”. Secondo Felici è stata ottusità burocratica quella che ha impedito a 800 giovani sammarinesi residenti all’estero di venire a votare, “perché rivedere la norma di legge era una questione di volontà e non di possibilità”.
Questa edizione della Consulta, caratterizzata dal voto estero, doveva essere dedicata alla donna nella società sammarinese, alle discriminazioni subite e all’evoluzione compiuta.
Così i presidenti delle comunità all’estero hanno invitato a prendere la parola le donne sammarinesi che si sono distinte in ambito istituzionale, imprenditoriale, culturale o sociale, in primis le donne che hanno rivestito la carica di Capitano Reggente.
Pasquale Valentini, per il Patto per San Marino, anticipa che il programma della coalizione prevede di rivedere la legge elettorale sulla base di un criterio di parità, distinguendo gli elettori in 2 collegi, interno ed estero, e stabilendo una rappresentanza numerica per gli elettori residenti fuori territorio.
“Questo – anticipa - consentirebbe di rivedere i meccanismi di voto, senza escludere quello telematico”.
Sul fronte opposto Claudio Felici, per Riforme e Libertà, che dice: “Nel nostro programma non c’è un capitolo dedicato ai cittadini all’estero perché quel documento vale per tutti i sammarinesi ovunque risiedano”. Secondo Felici è stata ottusità burocratica quella che ha impedito a 800 giovani sammarinesi residenti all’estero di venire a votare, “perché rivedere la norma di legge era una questione di volontà e non di possibilità”.
Questa edizione della Consulta, caratterizzata dal voto estero, doveva essere dedicata alla donna nella società sammarinese, alle discriminazioni subite e all’evoluzione compiuta.
Così i presidenti delle comunità all’estero hanno invitato a prendere la parola le donne sammarinesi che si sono distinte in ambito istituzionale, imprenditoriale, culturale o sociale, in primis le donne che hanno rivestito la carica di Capitano Reggente.
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