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Crediti Delta: per DiM l'ultimo capitolo del piano per smantellare la Repubblica

10 apr 2018
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I crediti Delta non cessano di suscitare le reazioni delle forze politiche. Democrazia in Movimento torna a puntare il dito su quello che definisce “il nuovo ritornello” della maggioranza, ovvero quello secondo cui “vendere questi crediti consenta di ridurre la cifra che lo Stato deve immettere in Carisp per ripianare le perdite”. Perdite che, per Dim, sono state volutamente gonfiate nell’ultimo anno, “da una dirigenza – accusano Rete e Mdsi - che si scambiava email con Confuorti”. “Se la volontà fosse quella di ripianare i conti, - sottolineano - non si capisce perché ci si ostini a fingere di non vedere che all’interno del bilancio in perdita di Cassa di 534 milioni sono stati svalutati anche crediti che in realtà stanno tornando. Non si capisce perché, o forse sì, - aggiungono i due movimenti - per il polo del lusso sia stata scelta Banca CIS come intermediaria per il credito agevolato e non Cassa. Non si capisce perché – concludono - nel frattempo aumentano i costi di gestione e si continuano a nominare nei posti chiave personaggi che, essendo privi di qualifiche, devono continuamente essere affiancati da tecnici e società di consulenza”.

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