La crisi politica in maggioranza, nell'aria dalla precedente seduta consigliare, si è palesata in aula poco dopo le 19 di ieri quando il presidente del Movimento Rete Matteo Zeppa ha sgombrato il campo da ogni dubbio. Rimandata al mittente la richiesta della Democrazia Cristiana e degli altri ormai ex alleati: nessun ritiro dell'odg sulle misure da attuare dopo il rollover del debito. Il dispositivo che impegnava il Governo a depositare una riforma delle imposte dirette e un piano per il finanziamento del deficit annuo entro il 31 luglio 2023 è stato respinto con 33 voti contrari, 7 favorevoli e 9 astenuti. Hanno votato contro tutti i consiglieri di Pdcs, Npr, Dml e Misto di maggioranza ma anche Bevitori e Muratori di Libera. I 7 voti favorevoli sono arrivati dal Movimento proponente l'odg e le astensioni dai gruppi di opposizione. “Non ci stiamo a bivaccare per un altro anno. Trarremo le nostre conseguenze sul voto espresso” aveva poco prima dichiarato il Segretario di Rete Emanuele Santi. Per il Segretario di Libera Matteo Ciacci e per il Capogruppo di RF Nicola Renzi la maggioranza è finita e ora la strada maestra sono le elezioni. Intanto Rete ha convocato per le 15 una conferenza stampa. La crisi in maggioranza, al momento, è politica e diventerà formale solo nel momento in cui il movimento si recherà dalla Reggenza per il ritiro della delegazione in Congresso di Stato e le conseguenti dimissioni dei Segretari di Stato in quota Rete. Di certo, in queste ore, imperversano già i calcoli nelle sedi delle forze politiche per ipotesi di maggioranze di Governo, anche senza il sostegno del movimento